L'eredità fascista

ANDREA BERNABALE

L'EREDITÀ FASCISTA

«Io non ho creato il fascismo, l'ho tratto dall'inconscio degli italiani.» - Benito Mussolini

Crollato il fascismo, negli anni del dopoguerra gli italiani e, in particolare, le elite culturali italiane provarono a cancellare dalla memoria il ventennio mussoliniano, come se fosse appartenuto ad un altro Paese.

Tuttavia, il dibattito sul fascismo continuerà a tormentare la democrazia e la Repubblica italiana sino ai giorni nostri e, pertanto, l'Italia continuerà a portarsi per decenni l'ombra del fascismo come una zavorra della storia da caricare sulle spalle.

Articolato e complesso fu infatti il dibattito -al termine della guerra- sull'interpretazione del fascismo e sul suo significato storico.

Norberto Bobbio, in "Fascismo e Antifascismo", parlerà di 3 interpretazioni principali del fascismo: quella di "destra", quella della sinistra laica democratica e quella marxista.

La prima, quella conservatrice e condivisa da Benedetto Croce, considerò il fascismo come una "parentesi" storica, un movimento estraneo alla storia d'Italia cresciuto in circostanze eccezionali e irripetibili. Secondo Croce, il fascismo fu accolto inizialmente dalla società civile come fosse un animale domestico poi trasformatosi in una bestia feroce indomabile capace di divorare la fragile democrazia italiana del tempo.

Una seconda interpretazione si oppone a quella crociana, ed è quella della sinistra laica e democratica assimilabile al pensiero di Piero Gobetti.

Gobetti sosteneva che le ragioni dello sviluppo del fascismo andavano ricercate negli "italiani" stessi. Il fascismo era, secondo tale interpretazione, l'espressione genuina del carattere degli italiani, la sintesi di tutti i caratteri negativi del popolo italiano.

Una terza interpretazione fu quella della sinistra marxista che spiegava il fascismo in termini di lotta di classe. Era la reazione violenta della classe borghese alla minaccia del proletariato, una sorta di "controrivoluzione", una risposta necessaria della borghesia per la sua sopravvivenza.

A prescindere dalle sue interpretazioni e a distanza di quasi un secolo dal suo avvento, il dibattito sul fascismo continua a dividere gli italiani rendendo complicato stabilire se si tratti di un fenomeno veramente morto e sepolto o come un fenomeno destinato ad aleggiare sulla democrazia italiana come un'eredità inesauribile.