Pontida, 1990

le origini pagane della Lega Nord

di Nikola Hristov

Non desta più stupore, oggigiorno, vedere il leader della Lega, Matteo Salvini, brandire croci, rosari e altri simboli religiosi ai suoi comizi, ergendosi a portavoce del cattolicesimo politico Italiano. Ma alla sua nascita la Lega Nord era un partito totalmente diverso dalla Lega nazionale di Salvini, riformulatasi a partire dal 2013 seguendo il modello francese dell’ex Front National di Marine Le Pen. In origine, era un partito creato su una duplice base: da un lato il secessionismo padano e dall’altro il neopaganesimo, tanto che sembra paradossale che la Lega odierna abbia un passato così poco ortodosso e non particolarmente affine alla religione cattolica.

La preservazione dell’eredità cattolica e la forte presenza della Chiesa sono due fattori molto importante per l’affermazione politica in Italia, ma la primissima Lega Nord, cioè quella precedente all’attentato delle Torri Gemelle, nasce come partito neo-pagano. L’attentato dell’11 settembre 2001 e l’indiretta dichiarazione di guerra al terrorismo di matrice islamica da parte delle società occidentali porteranno il Carroccio a una radicalizzazione e ad una presa di posizione fortissima contro la religione musulmana e le tradizioni del mondo islamico, intraprendendo una vera e propria battaglia mediatica e di propaganda (con in prima linea esponenti come Borghezio e Calderoli). L’anti-islam sarà il nuovo collante dei seguaci del leghisti, il perno attorno al quale si riconosceranno. Tuttavia, come ricordato, prima di questa sterzata la Lega Nord avrà come concetto di unità il neopaganesimo e la secessione della Padania. È noto che un qualsiasi partito o movimento, per riuscire ad affermarsi, necessita di valori, simboli, memorie e di un identità collettiva. Alla sua nascita la Lega Nord seguirà pertanto un percorso di “invenzione della tradizione” assegnando alla Padania e al suo popolo dei connotati storici ben precisi e definiti. Per dimostrare la differenza etnica e culturale del popolo padano da quello italiano, il Carroccio adotterà come proprio riferimento storico il mito dei Celti, popolazione nemica dei latini che si scontrò con Roma. Sulla scia di questa inamicizia anche la Lega Nord adotterà slogan contro Roma e l’Italia, basti pensare al celeberrimo “Roma ladrona”.

Per sostenere la diversità etnica e culturale della Padania si farà ricorso a diversi miti e riti. Il rito più noto è sicuramente quello dell’ampolla, il quale prevede che il capo leghista sollevi al cielo un contenitore con l’acqua del Po. Così, il grande fiume nel nord viene trasformato in un Dio, il quale concede la vita e permette l’unità della Padania, con i militanti leghisti che ricoprono il ruolo dei fedeli adepti e sacerdoti. Questa percezione mistica serve a rafforzare il legame con il territorio e la tradizione, ma anche la coesione sociale tra i membri del partito.

Un altro rito è quello del matrimonio dei dirigenti del partito. Il matrimonio viene celebrato secondo il rito celtico con tanto di oggetti simbolici (braciere, bracciali celtici, idromele celtico) di fronte ad un fuoco purificatore che forgia l’unione degli sposi. Anche il simbolo della Lega richiama il mito celtico, il “sole delle alpi” che simboleggia la rinascita e la speranza.

Questa scelta di adottare il mito celtico come base di una comunità non farà, in realtà, breccia tra i militanti e l’entusiasmo attorno ad essa sarà relativamente scarso. Il tentativo di imporre questa “novità” in un territorio che si riconosce nel cattolicesimo e che è stato governato per tutto il secondo dopoguerra dalla Democrazia Cristiana risulterà una scelta capace di generare consensi solo di nicchia.

L’Italia “bianca”, quella governata dalla democrazia cristiana (nord est e Lombardia principalmente), diventerà “verde” solo quando si attenueranno i caratteri celtici del partito e quando quelli cattolici inizieranno a prevalere, strategia posta in essere e grandemente amplificata nella nuova Lega di Salvini negli ultimi anni. Le istanze neo-pagane verranno abbandonate in via definitiva dopo l’11 settembre 2001, ma il cattolicesimo che verrà adottato come collante sociale contro l’invasione islamica e il terrorismo islamico sarà un cattolicesimo più radicale, e se vogliamo strumentale, rispetto a quello della Chiesa di Roma. Spesso l’interpretazione leghista della religione cattolica divergerà da quella del Vaticano e tale incomprensione porterà di fatto la Lega e la Chiesa a scontrarsi più volte, tanto che oggi più che mai è evidente la forte incomprensione ideologica sul piano della dottrina cattolica tra Papa Francesco e la Lega.


APPROFONDIMENTI e LETTURE

  • R. Guolo, “Chi impugna la croce : Lega e Chiesa”, Laterza, 2011