L'anonima sarda

GIORDANO PIGNA

L' ANONIMA SARDA

«Noi ne siamo venuti fuori, mentre loro non potranno farlo mai.»

(Fabrizio De Andrè, 1979)

Il sequestro di persona a scopo di estorsione è stato in Italia, e in modo particolare in Sardegna, un fenomeno criminale con caratteristiche molto particolari, tanto che ci sono stati anni nei quali, nelle vignette dei giornali, la Sardegna veniva disegnata come un orecchio mozzato e grondante sangue.

La maggior parte delle organizzazioni criminali italiane, come la Mafia siciliana, la Camorra o il sistema delle 'Ndrine calabresi, possiede un ordine stabilito e gerarchizzato: tramanda nel tempo il proprio potere e spesso collude la propria influenza sociale ed economica con le istituzioni politiche.

Al contrario, l' Anonima Sarda (o anche Anonima Sequestri) non può essere definita una vera e propria "organizzazione criminale", a causa della mancanza di struttura e di organizzazione interna e per la totale indipendenza della maggior parte degli episodi criminali; l'Anonima è infatti sempre stata estranea a qualsiasi apparato istituzionale e non ha mai avuto rapporti con le altre mafie italiane.

La radice culturale che sta alla base dell'origine delle bande identificate come Anonima Sarda è il “codice barbaricino”: una sorta di codice d'onore, molto simile ad una giustizia parallela, che più volte in Sardegna ha sostituito gli organi giuridici ufficiali.

Risulta invece difficile stabilire una data precisa di quando l'Anonima abbia iniziato ad agire, anche se ha iniziato ad avere un forte impatto e risonanza mediatica a partire degli anni ’60 del XX secolo e durante i decenni successivi.

Elemento di forza dell’Anonima era la perfetta conoscenza del territorio: i luoghi in cui venivano custodite e sequestrate le vittime erano spesso antri inaccessibili ma non troppo lontani dai centri abitati, così da permettere ai rapitori di condurre una normale vita paesana e di acquistare il necessario per la sopravvivenza del rapito. Spesso inoltre, venivano usate persone vicine alla banda ma non componenti della banda stessa, con ruolo di supporto nei turni di guardia o per agevolare i trasferimenti dei rapitori da un luogo all’altro. La durata del sequestro poteva variare da una manciata di settimane fino ad interi mesi, e si concludeva con il versamento della somma richiesta. Il denaro poteva essere consegnato seguendo le indicazioni fornite direttamente dai rapitori oppure attraverso il coinvolgimento di persone, gli "emissari", che favorivano la riuscita della transazione.

Il Conte Alfonso De Sayons (il corpo del quale non fu mai ritrovato perchè dato in pasto ai maiali), il cantautore genovese Fabrizio De Andrè e la compagna Dori Ghezzi nel 1979 e Farouk Kassam furono solo alcune delle vittime rapite dall'Anonima. Altro celebre sequestro fu quello del 1990 ai danni di Augusto De Megni, vincitore, nel 2006, della sesta edizione del noto reality show italiano "Grande Fratello".

La stagione dell'eversione politica toccò quindi anche la Sardegna: i contatti tra i banditi locali dell'Anonima Sarda e i militanti di organizzazioni di sinistra attive nel terrorismo rosso furono in parte agevolati dalla detenzione di militanti di sinistra nelle carceri di massima sicurezza dell'isola. I movimenti terroristici e paramilitari più famosi nati in Sardegna, nella maggior parte di ideologia comunista e indipendentista, furono Barbagia rossa e il Movimento armato sardo, che nell'arco di un decennio rivendicarono diversi attentati e sequestri di persona. Tra i principali sostenitori della causa indipendentista ed eversiva vi fu l'editore Giangiacomo Feltrinelli, che più volte tentò di prendere contatti con diverse organizzazioni al fine di rendere indipendente la Sardegna e formare un governo comunista sul modello di Fidel Castro a Cuba.

Successivamente, i cambiamenti delle leggi sui sequestri e una particolare preparazione delle forze dell’ordine e della magistratura portarono ad un progressivo attenuamento del fenomeno del banditismo sardo e continentale attivo all’epoca. Le attività malavitose degli esponenti dell' Anonima continueranno tuttavia anche nel nuovo millennio: è datato 28 maggio 2007 il sequestro dell'imprenditore bonorvese Giovanni Battista Pinna, e nel 2013 il "bandito mediatico" Gratzianeddu Mesina (tornato in libertà dopo la grazia ottenuta dal Presidente Ciampi nel 2004) venne nuovamente arrestato per traffico di droga.