La Loggia massonica P2

ANDREA BERNABALE
STORIE DELLA REPUBBLICA

LA LOGGIA MASSONICA P2

«Alla domanda: cosa vuoi fare da grande? cosa rispondeva?»

«Il burattinaio»

(Licio Gelli in un’intervista di Maurizio Costanzo, 1980)

Licio Gelli

Il 20 maggio 1981 un particolare e misterioso scandalo sconvolse l'Italia. Durante una perquisizione della Guardia di Finanza che intendeva far luce sulla bancarotta del finanziere e banchiere Michele Sindona, emerse una lista di nomi riconducibile a un'organizzazione segreta: la Loggia Massonica Propaganda 2 (P2).

La lista fu rinvenuta casualmente a Castiglion Fibocchi nell'abitazione di Licio Gelli che, secondo le indagini, risultava essere in stretti contatti con Sindona. Nessuno, in un primo momento, immaginava l'importanza e le conseguenze di quella scoperta che rompeva un vaso di Pandora: nella lista erano presenti 962 nomi, che non erano nomi qualsiasi. Tra questi, figuravano iscritti alla P2 tutti i capi dei servizi segreti, 195 ufficiali dei diversi corpi armati della Repubblica (Carabinieri, Guardia di finanza, Esercito e Aeronautica), importanti magistrati, prefetti e questori, banchieri, faccendieri, giornalisti, ambasciatori e docenti universitari. E non solo.

Vi erano anche la bellezza di 44 parlamentari e 3 ministri. Inoltre, l'elenco partiva dal numero 1600, il che faceva pensare che solo una parte dei nominativi fosse stata rinvenuta.

La massoneria era, tuttavia, un fenomeno antico in Italia: massoni lo erano stati anche Mazzini e Garibaldi ma dal secondo dopoguerra e sotto l'influenza americana si caratterizzò per una spiccata vena anti-comunista. Nel 1970, Lino Salvini - capo del "Grande Oriente d'Italia" (il più grande gruppo massonico) - affidò a Licio Gelli il compito di riorganizzare l'antica loggia "Propaganda" di fine '800, con il nome di "Propaganda 2".

Licio Gelli era senz'altro un uomo misterioso e dallo smisurato potere: di umili origini, da giovane fu volontario nelle camicie nere di Mussolini nella guerra civile spagnola, il che fece di lui un convinto anti-comunista. Divenne poi, in condizioni non chiare, un miliardario industriale amico degli uomini più potenti dell'epoca a livello internazionale. Era amico intimo di Giulio Andreotti, ma si diceva lo fosse altrettanto di Paolo VI, Juan Domingo Peron e del dittatore rumeno Niculae Ceausescu. Fu anche ospite di riguardo alla cerimonia di insediamento del presidente americano Reagan.

Non a caso era a capo di una delle più importanti associazioni in Italia, nella quale figuravano importantissime personalità.

In sé, l'appartenenza a una loggia massonica non era né illegale, né immorale ma la P2 costituiva un caso a parte per l'importanza delle personalità ad essa iscritte e per la sua capacità di influenzare la vita politica e istituzionale. La P2 fu infatti presentata all'epoca come un'organizzazione criminale alla quale dovevano essere ricondotti tutti i "buchi neri" del Paese: dall'assassinio di Moro al progetto di golpe del generale De Lorenzo, passando per le stragi impunite e i rapporti Stato -mafia. Tuttavia, la maggior parte dei crimini piduisti è avvolta nel mistero. Quasi certi risultano invece i coinvolgimenti della P2 nell'omicidio Pecorelli e sul depistaggio delle indagini sulla strage di Bologna.

Il progetto politico della P2, il cosiddetto "piano di rinascita democratica", fu rinvenuto a Fiumicino nel luglio 1981: Gelli si proponeva di riscrivere la costituzione repubblicana con l'intenzione più o meno chiara di mettere il partito comunista fuorilegge, ridurre i sindacati a corporazioni, i giudici sotto il controllo politico, l'uso della stampa e della televisione come strumento di consenso e l'uscita dell'Italia dalla Comunità Europea.

Per il resto troppo poco si sa sulla P2, se non innumerevoli ipotesi mai completamente accertate.

La commissione d'inchiesta presieduta da Tina Anselmi definì la P2 come un'organizzazione che si era dedicata "all'inquinamento della vita nazionale, mirando ad alterare in modo spesso determinante il corretto funzionamento delle istituzioni, secondo un progetto che [...] mirava allo snervamento della democrazia".