di Lorenzo Balma

IL GOVERNO DI “SOLIDARIETÀ NAZIONALE”


“[…] Ho pertanto proposto al Capo dello Stato la nomina dei ministri che oggi con me si presentano per ottenere la fiducia o almeno la non sfiducia del Senato e della Camera dei deputati”

Giulio Andreotti


Il tentativo di riconoscimento consensuale operato da Aldo Moro ed Enrico Berlinguer, ovvero l’avvicinamento politico delle due principali culture fondanti del sistema repubblicano, così come quello di allontanare le destre e le sinistre extraparlamentari inaugurando uno schema politico riformatore nonché secolarizzante, rappresentava lo sforzo di dare una collocazione internazionale all’Italia, cerniera tra i due blocchi. Non fu il rifiuto dell’alternanza di governo, quanto una prova reale di legittimazione di due fazioni opposte, per dare al paese una collocazione sempre più europea.

Il PCI si trovava di fronte a nuove sfide: volta esaurita “la spinta propulsiva della rivoluzione d’ottobre” si poneva la necessità di ricercare uno spazio internazionale per collocare l’eurocomunismo (dimensione non contemplata dal partito togliattiano). Per quanto riguardava la DC invece, il referendum sul divorzio mise in crisi il mondo cattolico (anche se va specificato che furono proprio ambienti cattolici a permettere la vittoria del “no”) e nel 1975 gli ambienti democristiani sussultarono di fronte al risultato strepitoso dei comunisti alle amministrative: arrivarono a governare Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Liguria e Umbria, oltre che alcune delle principali città italiane come Genova, Torino, Napoli, Milano e Roma, ottenendo il 33% dei voti con solo 3 punti percentuali di scarto sulla Dc, dimostrando l’ambizione a diventare la prima forza del paese.

Il governo presieduto da Aldo Moro formatosi nel 1974 dalla coalizione di Democrazia cristiana e Partito repubblicano, entrò in crisi dopo che i socialisti ritirarono il loro sostegno alla maggioranza mostrando il loro disaccordo verso la strada consensuale tra le due maggiori forze del Parlamento.

Dopo le dimissioni del governo nel gennaio ‘76, Moro formò un esecutivo con soli ministri democristiani, che ebbe vita breve siccome dovette affrontare da una parte le ripercussioni economiche dovute alla crisi petrolifera (la perdita del 2,1% del PIL) e dall’altra gli scandali dei finanziamenti da parte degli Stati Uniti ad alcuni esponenti della Dc tra cui Andreotti e Donat Cattin e delle tangenti da parte della Lockheed Corporation a esponenti politici per l’acquisto di aerei militari in cui furono accusati Gui, Tanassi e Rumor (quest’ultimo poi giudicato non colpevole).

Il tentativo di riconoscimento consensuale proseguì dopo le elezioni del 1976, durante il processo a Torino delle Brigate Rosse, con il Pci che raggiunse il suo massimo storico del 34,4% e la Dc che resse l’urto (facendo leva in campagna elettorale sull’arginare l’ondata rossa) superando il 38%.

Senza una maggioranza chiara, dato che si votò con un proporzionale puro, si diede inizio alle consultazioni. Si decise di formare un governo monocolore Dc presieduto da Andreotti, senza quindi che i comunisti ne facessero parte. Durante le consultazioni, aperte a tutti tranne al Msi, andò in scena la trattativa politica simbolo della solidarietà nazionale, che si manifestò in una divisione delle cariche istituzionali in base al peso elettorale, per garantire equilibrio al paese in un periodo di tensione: Fanfani divenne presidente del Senato e Pietro Ingrao divenne presidente della Camera. Fu esemplificavo il tentativo di allargare la pratica della governabilità e della gestione delle cariche istituzionali come antidoto ai partiti armati che avversavano la politica consensuale.

Il Governo Andreotti III, la cui fiducia fu votata da soli 258 deputati e 137 senatori, venne nominato anche il “governo delle astensioni” o della “non sfiducia”, in quanto furono più le astensioni che i voti a favore. Berlinguer dichiarò alla Camera che il Partito comunista aveva optato per l’astensione perché mise il bene del paese davanti alle opportunità politiche.

La solidarietà nazionale si manifestava nella contrattazione delle proposte del governo democristiano con la seconda forza politica del Paese, rappresentata dal PCI. Si diede inizio ad un’azione di risanamento dei conti pubblici (spesso con provvedimenti impopolari) per superare i danni causati dalla guerra del Kippur e dalla crisi del petrolio, mentre il partito comunista cercò di tenere a freno i sindacati e le manifestazioni di dissenso a sinistra. L’azione pacificatrice del Partito comunista durò fino al 1977 quando iniziarono le prime manifestazioni contro il governo Andreotti (o Berlingotti, come gli esponenti della sinistra extraparlamentare lo chiamavano).

Dopo una crisi di governo nel gennaio ‘78, si formò l’11 marzo un altro governo presieduto da Andreotti, questa volta con il voto dei comunisti. Cinque giorni dopo, il giorno della presentazione del nuovo governo al Parlamento, le Brigate Rosse rapirono Aldo Moro.

Il Parlamento votò la fiducia al governo quello stesso giorno, ma era la fine della solidarietà nazionale e della possibilità consensuale, a maggior ragione dopo il voto alle amministrative e del referendum sull’abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti nel giugno ‘78.

I giorni tra il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro furono la dimostrazione che la via del compromesso non era più condivisa, mettendo in luce le distinzioni tra chi auspicava un ricollocamento dell’ipotesi della solidarietà nazionale e chi spingeva per la sua chiusura e la considerazione di vie alternative. Dopo l’assassinio di Aldo Moro la via consensuale e di solidarietà nazionale cambiò forma, con l’elezione a Presidente della Repubblica di Sandro Pertini, che lavorò insieme al segretario generale alla presidenza Antonio Maccanico per dare nuova linfa al Quirinale e alle istituzioni, proseguendo nel disegno politico, sociale e pedagogico della costruzione della casa comune degli italiani, avversata dalla violenza dei partiti armati.


LETTURE E APPROFONDIMENTI:


  • La via italiana alla democrazia, Paolo Soddu, Editori Laterza;