di Andrea Bernabale

The Falling Man

The falling man”, la foto più famosa e impressionante scattata l'11 settembre 2001: un uomo che precipita in maniera composta, quasi come in un tuffo, immortalata dal fotografo Richard Drew. La sensazione è che se non cadesse, potrebbe benissimo volare. Sembra incredibile, anche perché in tutte le altre immagini, le persone che hanno fatto quello stesso salto nel vuoto sembrano lottare contro l’orribile innaturalità del gesto, contro l’aria, contro il vuoto. L'uomo nella foto, al contrario, è perfettamente verticale, in caduta libera, come se fosse perfettamente coerente con le linee degli edifici alle sue spalle. Con la sua caduta li divide, li separa in due parti: alla sua sinistra c’è la Torre Nord, mentre alla sua destra quella Sud. Quasi un disegno perfetto.

“The Falling man” campeggiò su tutti i giornali e siti del mondo, ma all’epoca venne criticata dai lettori che la considerarono un ritratto insensibile della tragedia. Molti quotidiani ritirarono l’immagine, altri la cancellarono dall’archivio online, e anche la galleria d’arte newyorchese che espose nel 2002 la scultura di Eric Fischl, “Tumbling Woman”, fu costretta a censurarla. Drew la definì, invece, «la fotografia più famosa che nessuno ha mai visto… Non c’è sangue, non c’è violenza. Si tratta solo della pacifica immagine di un uomo che cade. Chiunque la guardi può identificarsi molto con essa. È come se dovessero chiedersi cosa avrebbero fatto al loro posto, quel giorno al World Trade Center». La foto ha anche ispirato il famoso romanzo di Don Delillo, intitolato appunto “L’uomo che cade” (2006). Tuttavia, anche se la fotografia di Drew è diventata al tempo stesso iconica e diffusissima, il suo soggetto è rimasto senza nome.