di Gabriele Moretti

L'operazione "Mincemeat"

Seconda guerra mondiale, 1943. Gli alleati stavano per invadere la Sicilia e Hitler ne era consapevole. Così, per evitare che i tedeschi vi riunissero tutte le truppe disponibili per resistere all’invasione, i Britannici escogitarono un piano semplice e geniale: recuperarono il cadavere di un giovane gallese morto suicida, gli infilarono la divisa da maggiore della Royal Marines Combined Operation Command e gli legarono al braccio una cartellina contenente una serie di falsi documenti riservati dello stato maggiore che, fra le molte cose, parlavano di sbarchi massicci in Grecia e Sardegna. Poi, conciarono il corpo come fosse stato vittima di un incidente aereo e lo trasportarono con un sottomarino fino alla costa a largo di Huelva, in Andalusia, sapendo che grazie vicinanza tra i servizi segreti di Franco e quelli di Hitler il messaggio sarebbe molto probabilmente arrivato a chi di dovere. Effettivamente, il corpo del giovane gallese venne ritrovato da dei pescatori spagnoli e che lo consegnarono alla gendarmeria locale. Questa, a sua volta, lo affidò ai servizi segreti spagnoli che girarono una copia dei messaggi contenuti nella cartellina ai colleghi tedeschi. Un agente dell’Abwehr riconobbe i documenti come autentici e l’esca giunse immediatamente ai più alti gradi dell’esercito.

Per quanto bizzarra, l’operazione “carne trita” fu un successo: la Germania mantenne alta l'attenzione in Grecia e non concentrò le proprie forze sulla Sicilia, gli alleati riuscirono a penetrare e la conquista dell'Italia si rivelò fondamentale per la vittoria finale.