di Andrea Bernabale

IMMUNIZZAZIONI DI MASSA: I 2 VACCINI ANTIPOLIO


All'inizio del XX secolo, la poliomielite era una delle malattie più temute nei paesi industrializzati, paralizzando centinaia di migliaia di bambini ogni anno. Altamente infettiva, la poliomielite attacca il sistema nervoso e può portare a paralisi, disabilità e persino morte.

Due vaccini sono utilizzati in tutto il mondo per combattere la poliomielite. Il primo fu sviluppato da Jonas Salk, testato per la prima volta nel 1952 e annunciato al mondo da Salk stesso, il 12 aprile 1955. Il vaccino Salk, o vaccino Poliovirus inattivato (IPV), si compone di una dose di poliovirus inattivati (morti) da iniettare.

Nel 1953 Salk andò in onda sulla CBS segnalando gli ottimi risultati ottenuti dal suo team su un piccolo gruppo di adulti e bambini. Dato che la sperimentazione avrebbe richiesto diversi anni, per incoraggiarne la diffusione nel minor tempo possibile, Salk decise di non brevettare il vaccino. Celebre fu la sua risposta alla domanda: “A chi appartiene il brevetto?" alla quale Salk rispose "Direi alla gente. Non esiste un brevetto. Si può forse brevettare il sole?"

Nel 1954, il vaccino fu testato per la sua capacità di prevenire la poliomielite e divenne il più grande esperimento medico della storia. Immediatamente dopo l'autorizzazione, furono lanciate le campagne di vaccinazione e, nel 1957, il numero annuale di casi di poliomielite negli Stati Uniti si ridusse drasticamente, da un picco di quasi 58.000 casi a soli 5.600 casi.

Otto anni dopo il successo di Salk, Albert Sabin sviluppò un vaccino antipolio orale (OPV) utilizzando virus vivo ma indebolito. La sperimentazione umana del vaccino di Sabin iniziò nel 1957 e fu autorizzata nel 1962. Dopo lo sviluppo del vaccino antipolio orale, una seconda ondata di immunizzazione di massa portò ad un ulteriore calo del numero di casi: nel 1961, solo 161 casi vennero registrati negli Stati Uniti.

Il vaccino con virus vivo ha lo svantaggio di dover rispettare requisiti rigorosi per il trasporto e stoccaggio, che rappresentano un problema in alcune zone calde o remote ma, come con altri vaccini a virus vivo, l'immunità data dall'OPV probabilmente dura per tutta la vita.