di Gabriele Moretti

Cavalieri medievali nella grande guerra?

Nella splendida raccolta di racconti di viaggio “Seven League Boots”, pubblicata nel 1935 dall’avventuriero statunitense Richard Halliburton, viene raccontato uno strano episodio occorso in Georgia qualche mese dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale: «Nella primavera del 1915, mesi dopo la dichiarazione di guerra russa contro l’Impero ottomano, una banda di crociati del XII secolo in cotta di maglia arrugginita, scudo e spada cavalcava per le vie del centro di Tbilisi» chiedendo di essere arruolati per la guerra contro i Turchi di cui avevano sentito tanto parlare. Questi uomini, ovviamente, non avevano nulla a che fare con i crociati, ma erano guerrieri Khevsuri, proveniente dalla Khevsuria, una remota regione del Grande Caucaso al confine tra Georgia e Cecenia.

Come molte altre popolazioni delle inaccessibili valli caucasiche, i Khevsuri vivevano in uno stato di semi isolamento (ogni collegamento è bloccato dalla neve per quasi metà dell’anno) in villaggi-fortezze ai piedi delle montagne dove, nei secoli, avevano mantenuto usi, costumi e modi di vita tradizionali legati innanzitutto allo spirito guerriero. Proprio come i Circassi, Ceceni o Daghestani e altre popolazioni di frontiera dell’Impero zarista, i Khevsuri si ritenevano innanzitutto una popolazione di guerrieri e per loro forza fisica, coraggio, lealtà e abilità nell’uso delle armi erano i valori cardine nella vita di un uomo.

A differenza dei loro vicini settentrionali, che erano ferventi islamici e per questo motivo furono perseguitati ed espulsi dalle loro terre con l’accusa di aver aiutato il nemico Ottomano, i georgiani erano fedelissimi alla chiesa ortodossa locale e allo Zar, nonché da secoli acerrimi nemici dei musulmani, al punto di adornare le loro armi e armature tradizionali con croci e icone, altro elemento che alimentò il mito degli “ultimi crociati”. La loro fedeltà alla chiesa georgiana venne ribadita durante l’invasione sovietica della Georgia nel 1921, quando le regioni di Khevsureti, Svaneti e Kakheti si opposero all’Armata Rossa con tecniche di guerriglia e rivolte popolari che proseguirono fino al 1924.