COLPO DI STATO IN IRAQ

– 17 luglio 1968 -


SESSANTOTTOFILIPPO FRIGERIO

“Il Ba'th non è una scuola di pensiero che si limita a proclamare una realtà in cui crede. È un movimento il cui messaggio è la lotta per conseguire la vittoria di questa realtà.”

(Michel Aflaq)


La salita al potere di 'Abd al-Salām'Ārif nel 1963, aveva costretto il partito Ba'th a uscire dalla scena governativa e ad attuare cambiamenti radicali al suo interno, con la nomina di Al-Bakr a segretario, assistito nella riorganizzazione del partito da Saddam Hussein.

Fallito un primo, prematuro, tentativo di prendere il potere nel settembre del 1964, che portò all’arresto di tutti i principali esponenti del Ba'th - compresi al-Bakr e Saddam - il 17 luglio 1968 il palazzo del presidente Ārif fu preso d'assalto da ufficiali ba'thisti guidati da al-Bakr.

'Abd al-Salām'Ārif, fortemente criticato dal Ba’th per la sua sottomissione all’Egitto di Nasser nella guerra dei Sei giorni dell’anno precedente, accusato di corruzione e, soprattutto, di non aver mai tenuto elezioni popolari e, di fatto, governato senza legittimità, non oppose resistenza, accettando di lasciare il paese per rifugiarsi in Regno Unito.

Elemento decisivo per rovesciare il governo fu la totale dipendenza del regime dall’apparato militare, unita alla mancanza di carisma dello stesso 'Ārif, tutt'altro che un leader ispiratore; questo permise al partito Ba’th di persuadere alcuni ufficiali di alto rango ad abbandonare il regime segnando, così, il destino del governo.

I quattro ufficiali che accettarono di collaborare con il partito Ba'th furono il colonnello 'Abd al-Razzāq al-Nāyif, capo dell'intelligence militare, il colonnello Ibrāhīm'Abd al-Raḥman al-Dā'ūd, capo della guardia repubblicana, il colonnello Sa'dūn Ghaydān e il colonnello Hammād Shihāb. I primi due concordarono sulla condizione che al-Nāyif fosse il nuovo premier e al-Dā'ūd il ministro della difesa. Shihāb accettò, invece, di partecipare al colpo di Stato all’esclusiva condizione di non subire alcun tipo di ritorsione o danneggiamento. Il partito Ba'th accettò questa disposizione come mezzo per ottenere il potere, anche se con la promessa di liberarsi degli ufficiali nel più breve tempo possibile, avendo poca fiducia nella loro lealtà e costituendo loro una minaccia.

Il primo atto del nuovo regime fu quello di istituire il Consiglio del comando rivoluzionario (RCC), che assunse l'autorità suprema all’interno del paese. L'RCC elesse al-Bakr Presidente della Repubblica, con Saddam Hussein vicepresidente, mentre al-Nāyif venne incaricato di formare il governo.

Le precarie condizioni di salute di al-Bakr e il suo totale disinteresse per le questioni amministrative, accrebbero il potere all’interno del partito di Saddam Hussein e degli ex colonelli Nāyif e Dā'ūd. Tuttavia, presto sorsero contrasti tra le due parti, a causa della questione ideologica, rotante attorno ad uno pseudo-socialismo e nel campo della politica estera di Saddam.

Il 30 luglio al-Nāyif venne arrestato da Saddam e da un gruppo di attivisti e ufficiali del partito armato. Fu deciso che la vita di al-Nāyif sarebbe stata risparmiata se avesse lasciato il paese, venendo inviato in Marocco come ambasciatore, mentre Al-Dā'ūd, che si trovava in missione in Giordania, fu incaricato di rimanervi.

Questo secondo colpo di Stato, spianò la strada al partito Ba'th. Al-Bakr assunse la presidenza del partito oltre a quella del RCC. La maggior parte dei posti di gabinetto fu assegnata ai maggiori esponenti Ba'th, mentre i simpatizzanti del gruppo Nāyif-Dā'ūd furono rimossi, così come un elevato numero di dipendenti pubblici considerati ostili al regime, costretti al ritiro o esonerati dal servizio. La stessa sorte fu destinata agli ufficiali dell'esercito e dell'aeronautica, anche loro costretti a ritirarsi venendo considerati dal regime come un rischio per la sicurezza del partito al governo.

Al termine dell’estate, nel settembre dello stesso anno, venne emessa una Costituzione ad interim, che prevedeva che il potere fosse ripartito fra RCC, governo e Assemblea Nazionale. Fino alla prima convocazione dell’Assemblea Nazionale, la RCC esercitò sia poteri esecutivi che legislativi e, occasionalmente, poteri giudiziari, consolidando, così, definitivamente il proprio potere.

L’aumentato potere del Ba’th, ormai guidato dal vicepresidente Saddam Hussein, unitamente alla rimozione di tutti gli ufficiali dell'esercito dal potere, permise al partito, già altamente organizzato, di infiltrarsi in ogni organizzazione nazionale, con la capacità di guidarne le decisioni.

Assunto il pieno controllo dell’Iraq da parte del Ba’th, incominciarono a porsi le basi per la dittatura militare di Saddam Hussein, nonché la costruzione di nuovo totalitarismo.


LETTURE E APPROFONDIMENTI:

- United States State Department Timeline of Saddam Hussein

- Oxford Encyclopedia of the Modern Islamic World, First volume, 1995