di Chiara Carnevale

La libera prestazione dei servizi

I servizi hanno un'importanza determinante nello scenario economico attuale sia a livello nazionale sia a livello comunitario; a sostegno di questa affermazione è sufficiente ricordare che, nell'Unione europea, più dei due terzi del Pil e dei posti di lavoro fanno riferimento al settore terziario. Non a caso il settore dei servizi è stato caratterizzato da un'importante produzione normativa a livello comunitario. L'esigenza di perfezionare la liberalizzazione del mercato dei servizi in Europa ha condotto all'adozione della Direttiva 2006/123/CE sulla libera circolazione dei servizi nel mercato interno (detta anche Direttiva Bolkestein), recepita anche dall'Italia tramite il Decreto legislativo 59 del 2010. Per "prestazione di servizi" s'intende qualsiasi attività autonoma fornita dietro un corrispettivo, eccetto i servizi di interesse economico generale, servizi sanitari, audiovisivi, servizi connessi al potere pubblico e servizi privati di sicurezza. I quattro obiettivi principali che persegue la Direttiva in questione, sono la facilitazione della libertà di stabilimento e della libertà di prestazioni di servizi all’interno dell’Unione Europea ; rafforzare i diritti dei destinatari dei servizi in quanto utenti di tali servizi; promuovere la qualità dei servizi; stabilire una cooperazione amministrativa effettiva fra gli Stati membri.

La direttiva prevede che gli Stati membri devono semplificare le procedure e le formalità a favore dei prestatori di servizi, prima di tutto eliminando i requisiti ingiustificati e sproporzionati. Così l'Italia ha per esempio eliminato l'autorizzazione prima dell'inizio dell'attività per una serie di attività, quali lo shopping televisivo, le cure estetiche, i parrucchieri e le lavanderie a secco. Per poter esercitare queste attività ora è sufficiente una semplice comunicazione. Oltre a ciò, gli Stati membri devono agevolare la libertà di stabilimento se una persona fisica o giuridica vuole ad esempio costituire una sede duratura in uno Stato dell'UE. Gli Stati membri devono anche semplificare la libera prestazione temporanea di servizi transfrontalieri, se un'impresa vuole offrire in un altro Stato membro dei servizi senza ivi costituire una sede secondaria. Con la direttiva i servizi vengono anche rafforzati i diritti dei destinatari dei servizi (consumatori ed imprenditori), visto che la normativa proibisce clausole discriminatorie fondate sul luogo di residenza o sulla cittadinanza del destinatario (per esempio tariffe discriminatorie). Vale il principio dell'"accesso egualitario" ai servizi. Così adesso nelle zone sciistiche austriache anche scolaresche straniere possono approfittare degli sconti che alcuni noleggiatori di sci concedono agli studenti austriaci; questo prima non era possibile. Inoltre la direttiva stabilisce misure dirette a promuovere un'alta qualità dei servizi e ad ampliare sia l'informazione sia la trasparenza relativamente ai fornitori di servizi e ai servizi da loro offerti. Le imprese sono obbligate a mettere a disposizione dei destinatari informazioni concrete, prima che essi offrano i propri servizi. Così per esempio in relazione al prezzo e alle caratteristiche essenziali dei servizi, alle condizioni e alle disposizioni generali che l'impresa vuole adottare nella fornitura dei propri servizi e ai controlli cui l'impresa è soggetta da parte delle Autorità o associazioni di categoria. Le imprese sono obbligate a reagire tempestivamente ai reclami dei consumatori e di adottare qualsiasi misura al fine di risolvere in modo soddisfacente le controversie. In particolare le imprese devono indicare le modalità di contatto (per esempio il numero di telefono o l'indirizzo e-mail) ai quali i consumatori possano far pervenire i propri reclami.

Attraverso la direttiva gli Stati membri sono obbligati ad una reciproca collaborazione in modo che i servizi possano essere controllati efficacemente e in modo da evitare controlli plurimi. Inoltre verrà costituito fra gli Stati membri un meccanismo di allerta precoce. Al fine di realizzare un'efficiente collaborazione amministrativa è essenziale lo sviluppo di un sistema elettronico, attraverso il quale gli Stati membri possano scambiarsi informazioni. La direttiva ha sollecitato gli Stati membri a semplificare le rispettive procedure amministrative entro la fine del 2009, oltre che ad istituire sportelli unici affinché le imprese possano più semplicemente adempiere alle formalità per via elettronica.