Il partito sionista revisionista

IL PARTITO SIONISTA REVISIONISTA

Quando Vladimir Ze’ev Jabotinsky si separò dall’Organizzazione Sionista Mondiale nel 1923, per dare origine al movimento revisionista, non immaginava di certo che questo stesso movimento non solo avrebbe visto la nascita dello stato di Israele, ma avrebbe condizionato in modo così importante la sua storia.

Jabotinsky era un ebreo russo, originario di Odessa, dove nacque nel 1880. Cosmopolita, come del resto molti altri leader sionisti, si unì a questo movimento nel 1903 per assumere presto la guida della sua ala destrorsa. Anglofilo e convinto che la patria ebraica potesse essere fondata solo con la collaborazione dell’impero britannico, Jabotinsky aveva però una visione massimalista delle dimensioni della patria stessa, che per lui comprendeva anche l’attuale Giordania. Aveva anche simpatie per l’ideologia fascista di Mussolini, ai suoi occhi la migliore interpretazione del nazionalismo.

Inoltre, era convinto che bisognasse organizzare e formare i giovani ebrei alla guerra e al sacrificio per la patria anche sul suolo europeo, prima che andassero in Palestina a combattere (anche se solo in risposta ad attacchi arabi, in questa prima fase).

Questa visione iper-aggressiva delle modalità di fondazione di Israele lo pose in rotta con l’Organizzazione Sionista Mondiale, dalla quale si separò nel 1923 per fondare il Movimento Revisionista e la sua sezione giovanile, il “Betar”. Quest’organizzazione in particolare si occupava dell’educazione dei giovani ebrei in Est Europa, in un quadro fortemente militaristico e votato completamente alla conquista di Israele.

Nel 1931, dall’Haganah (Forze di difesa ebraiche) si separò l’Irgun Zvai Leumi, formazione che si riconosceva appieno nell’ideologia revisionista e che agiva in Palestina rispondendo “dente per dente” ad ogni attacco arabo.

Questa politica radicalizzò ben presto gli animi all’interno del movimento revisionista, con lo stesso Jabotinsky che nel 1938 si trovò a dover giustificare una rappresaglia spropositata operata da Irgun in risposta all’omicidio di un membro (Shlomo ben Yosef), e contemporaneamente tenere sotto controllo la gioventù radicale del Betar, rappresentata da Menachem Begin (futuro primo ministro di Israele).

Nel frattempo gli attacchi di Irgun avevano iniziato a bersagliare anche l’esercito inglese, visto come espressione di una potenza straniera, in contraddizione con le idee dello stesso Jabotinsky. La situazione si deteriorò ancor più dopo la morte di quest’ultimo, durante la seconda guerra mondiale, con la nascita in Palestina di Lehi (detta anche “banda Stern”), che continuò gli attacchi terroristici contro i britannici nonostante la tregua proclamata da Haganah. L’Irgun, in un primo momento inattivo, riprese gli attacchi sotto la guida di Begin, sopraggiunto in Palestina nel 1943.

Questo scatenò la repressione del resto della comunità sionista in Terrasanta, con le forze di difesa che si allearono con l’esercito britannico nella “Hunting Season” per reprimere il terrorismo revisionista. Il successo di quest’ideologia fu però chiaro nel dopoguerra, quando perfino le forze dell’Haganah, fino a quel momento su posizioni moderate, a seguito del mancato ritiro del White Paper del 1939 (che regolava e limitava molto l’immigrazione ebraica in Palestina) iniziarono a collaborare con Irgun e Lehi nella “guerra” contro il mandato.

Il risultato fu l’ingresso di Irgun nelle forze armate israeliane durante la guerra del 1948 e la sua accettazione come componente dello stato di Israele, mentre Lehi si sfaldò a causa della debolezza ideologica e delle piccole dimensioni. Irgun si sciolse, ma Begin diede presto vita ad un partito continuatore dell’ideologia revisionista, Herut, col quale vinse le elezioni nel 1977 (guidando poi la guerra in Libano). Herut si è poi trasformato nell’attuale Likud, il partito di Benjamin Netanyahu, sulla cui aggressività e intransigenza per quanto riguarda il conflitto non ci può essere alcun dubbio. Il massimalismo revisionista, nato nel 1923 per volere di un uomo di Odessa, si è imposto alla politica israeliana e alla Storia come più efficace espressione del Sionismo.