I FRATELLI MUSULMANI


LE MILLE E UNA NOTTESARA ELEONORI

“Non siamo un partito, né un’organizzazione, né un gruppo, ma grazie a Dio siamo una scuola di pensiero in movimento, la nostra entità è come quella di un corpo gelatinoso che si estende in tutte le direzioni e che continuerà a crescere, e siamo convinti che il nostro campo d’azione è il mondo intero, che la nostra comunità è quella dell’Islam ovunque nel mondo»,

(Youssef Nada)

I Fratelli Musulmani sono un’organizzazione islamista internazionale che gode di un ruolo di netta importanza nelle dinamiche politiche di molti paesi mediorientali. Nata in Egitto, dove è ancora militante, l’organizzazione ha oggi una certa influenza nel Maghreb e nel Mashriq, o più generalmente in Medio Oriente, in maniera particolare in Siria e Palestina, dove è fortemente legata ad Hamas.

L’ideologia che guida l’organizzazione è la scuola di pensiero Hanbali, caratterizzata da un’applicazione conservatrice dell’Islam e un’interpretazione letterale dei testi sacri. L’approccio alla religione islamica è politico e lo scopo dei Fratelli Musulmani è quello di preservare la cultura e le tradizioni islamiche, opponendosi fortemente a qualsiasi tipo di secolarizzazione e occidentalismo, visti come elementi di decadimento e di erosione delle proprie origini. Alla preservazione del patrimonio culturale islamico si affianca l’idea di restaurare un grande potenza islamica nel mondo.

L’organizzazione nasce nel 1928, nella città di Isma’iliya, sul Canale di Suez, da un gruppo ristretto di persone guidate dal carismatico leader Hasan al-Banna.

Al tempo l’Egitto era governato una monarchia semi-coloniale sotto protettorato inglese e versava in una condizione di povertà e arretratezza. Per il fondatore della Fratellanza, la dominazione inglese era in qualche modo complice di questo mancato sviluppo che aveva generato una povertà dilagante, una piaga economica e sociale. La soluzione a tali problemi andava trovata nella religione e nella ferrea applicazione dell’islam alla vita sociale quanto politica del Paese.

In pochi decenni i Fratelli Musulmani acquistarono molta notorietà e sempre più seguaci, tanto nella capitale quanto nel resto del paese. Si impegnarono in attività sociali di assistenza per i lavoratori, di tipo sanitario e scolastico che non fecero che ampliare il consenso attorno all’organizzazione. Contemporaneamente però adottarono una linea di azione molto violenta e si avvicinarono alla politica con la promessa di liberare l’Egitto dalla dominazione inglese e di modernizzare il paese.

Ben presto i vertici del potere governativo si resero conto del potenziale pericolo giocato dalla Fratellanza, che vedeva crescere i suoi consensi, e decisero di commissionare l’assassinio di al-Banna nel 1948.

Dopo che monarchia fu rovesciata da un golpe militare e Gamal Abd el-Nasser fece la sua comparsa nella politica egiziana, i Fratelli Musulmani fiutarono che fosse arrivato il momento giusto per poter attuare i propri piani. Tuttavia Nasser, che propugnava un panarabismo e non un panislamismo, rispose con il pugno di ferro e con la repressione alla minaccia della Fratellanza. Egli stesso scampò ad un attentato per mano dell’organizzazione che tentò di assassinarlo. Durante tutta la durata del regime di Nasser, un regime laico e fautore del socialismo arabo, i Fratelli Musulmani vennero banditi dall’Egitto e i suoi membri ricercati e spesso torturati. Molti militanti furono costretti all’esilio forzato, rifugiandosi in altri paesi mediorientali come la Siria o la Giordania dove formarono altre branche dell’organizzazione.

Nonostante il periodo di repressione, la Fratellanza non si estinse e riuscì comunque ad attirare nuovi consensi che gli permisero di rimanere in vita.

Nei fatti, i Fratelli Musulmani non si sono mai presentati alle elezioni politiche come partito, ma hanno sempre promosso i loro candidati attraverso altri partiti, com’è accaduto nel caso di Mohamed Morsi in Egitto, esponente del partito Libertà e Giustizia - molto vicino ai Fratelli Musulmani - il quale ha vinto le elezioni democratiche svoltesi nel 2012 dopo le rivolte della Primavera Araba e la caduta della dittatura di Mubarak.

Il governo di Morsi tuttavia, che era stato annunciato come riformatore e innovatore, ha avuto vita breve ed è terminato con un colpo di Stato che ha portato al potere l’attuale governo del militare ʿAbd al-Fattāḥ al-Sīsī. L’occasione mancata di provare le capacità innovatrici ispirate dall’islam, che dovrebbero riqualificare l’Egitto come grande potenza musulmana e simbolo del potere dell’islam nel mondo, è valsa come una sconfitta per la Fratellanza, la quale oggi è considerata fuori legge dalla nuova Costituzione egiziana adottata e votata da più del 90% della popolazione nel 2014.

LETTURE E APPROFONDIMENTI:

- Massimo Campanini, “I Fratelli Musulmani nel mondo contemporaneo”, UTET, 2010

- Sylvain Besson, “La Conquête de l'Occident. Le projet secret des islamistes” Le Seuil, 2007

- Massimo Campanini e Karim Mezran, “Arcipelago Islam: tradizione, riforma e militanza in età contemporanea”, Laterza, 2007