Al Sa'ud - le origini della dinastia saudita

GABRIELE PATO

AL SĀ'UD - LE ORIGINI DELLA DINASTIA SAUDITA

Il 21 giugno 2017 re Salmān ha nominato come principe ereditario il figlio Moḥammad al posto del nipote Muḥammad bin-Nāyef, definendo così un epocale passaggio del potere ad una nuova generazione: dal 1954 il trono saudita è stato occupato da sei fratelli, tutti figli di diverse moglie e concubine del primo sovrano ʿAbd al-ʿAzīz. Il cambio generazionale conferma una direzione chiaramente osservabile nell'ultimo quinquennio, ovvero la presa di coscienza da parte di Riad della necessità di modernizzare il paese, sia economicamente che socialmente, cercando di trasformarsi nella forza trainante della tecnologia e dell'innovazione nel mondo arabo e medio-orientale, ruolo sino ad oggi ricoperto dal rivale iraniano. Per comprendere il percorso che ha portato la dinastia regnante e lo stato che ne ha preso il nome ad essere una delle principali potenze regionali, è necessario ripercorrerne le origini e lo sviluppo.

Le origini degli Āl Saʿūd risalgono al XV secolo, quando Māniʿ ibn Rabīʿa al-Muraydī ed il suo clan si stabilirono in Arabia orientale, dando il nome di al-Dirʿiyya all'area occupata, in onore del benefattore che concesse loro l'insediamento. Al-Dirʿiyya divenne presto un centro importante, posto al centro di una rete di uidian (corsi d'acqua stagionali) che ne garantì la prosperità. L'espansione della sfera d'influenza fu lenta ma continua, fino a che nel corso del XVIII secolo si sviluppò la prima entità statale controllata dai sauditi: nel 1744 Muḥammad ibn Saʿūd si alleò con l'imam Muḥammad ibn ʿAbd al-Wahhāb al-Tamīmī al-Najdī, punto di riferimento dell'islam salafita e fondatore del wahhabismo, movimento di riforma religiosa che predicava una religiosità austera da diffondere “con la spada”. L'unione tra lo zelo religioso e l'organizzazione economico-militare permisero la fondazione dell'Emirato di Dirʿiyya, che in pochi anni estese il proprio dominio a tutta l'odierna Arabia Saudita. Per oltre cinquant'anni l'Emirato si mantenne stabile, sia internamente che fuori dai propri confini. I primi screzi in politica estera si ebbero nel primo lustro dell'Ottocento, quando una spedizione saudita saccheggiò Kerbelā, in Iraq, uccidendo oltre duemila persone e profanando il mausoleo di al Al-Ḥusayn ibn ʿAlī, nipote di Maometto. Questo attacco indispettì ottomani ed egiziani che, dopo anni di piccoli incidenti, nel 1818 attaccarono e sconfissero i sauditi prendendo la capitale e facendo prigioniera gran parte della casa regnante e della nobiltà vicina ad essa. Nel 1824 Turkī bin ʿAbd Allāh, saudita scampato alla prigionia, riuscì a liberare Ryiad dagli egiziani, dando il via ad un periodo di conflitti prima contro gli occupanti ed in seguito tra clan rivali.

Il capo di uno di questi clan, ʿAbd al-Raḥmān ibn Fayṣal, trovò esilio presso l'emiro del Kuwait e, da lì, organizzò con il figlio ʿAbd al-ʿAzīz la riconquista della capitale. Con pochi uomini al seguito ed in pochissimo tempo, quest'ultimo riuscì nel suo proposito e una volta sovrano di Ryiad, prese il nome di ʿAbd al-ʿAzīz Ibn Saʿūd. Inizialmente riconobbe il dominio ottomano e ricevette il titolo di Pascià, ma ben presto girò le spalle a Istanbul e si avvicinò ai britannici fino ad ottenere lo status di protettorato tra il 1915 ed il 1927. Tra 1912 e 1925 conquistò Najd (regione centrale dell'Arabia) e Ḥijāz (la costa occidentale, affacciata sul Mar Rosso, che ospita le città sante di Mecca e Medina) assumendo il titolo di Sharīf e, nel 1932, quello di Re dell'Arabia Saudita. Nel ventennio successivo ʿAbd al-ʿAzīz si avvicinò sempre più agli Stati Uniti e, nel 1937, un geologo americano scoprì le prime tracce di giacimenti petroliferi nei pressi di Dammam.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, i rapporti tra USA e sauditi si fecero più stretti e venne formalizzata una vera e propria alleanza, tutt'ora punto fermo delle politiche statunitensi in medio-oriente.

Nel 1953 il figlio Saʿūd successe sul trono ad ʿAbd al-ʿAzīz, ma nel 1964 venne costretto ad abdicare in favore del fratello Fayṣal a causa della cattiva gestione del tesoro reale. Questi venne ucciso undici anni dopo da un nipote ed un altro fratello, Khālid, ne prese il posto. Il potere passò di fratello in fratello, senza gravi scossoni, fino all'attuale regno di Salmān. La famiglia saudita, che ad oggi conta 25000 membri ed oltre 200 principi, resta saldamente al potere, ancorata ai principi ultraconservatori del salafismo wahhabita che le permisero la salita al potere più di trecentocinquanta anni fa.