di Barbara Schirato

WELFARE IN BRASILE: IL GOVERNO LULA

«Sono un prigioniero politico, esiliato nel mio stesso Paese», queste le parole di Lula in una delle sue più recenti lettere dal carcere, dedicate al popolo brasiliano.

Ad un anno esatto dall'inizio della sua detenzione presso il carcere di Curitiba, il Brasile si trova ancora diviso tra migliaia di sostenitori che continuano a protestare contro una prigionia ritenuta ingiusta e basata su accuse infondate e altrettanti oppositori che invocano la permanenza di Lula in carcere. Per comprendere le radici dello scandalo in cui è coinvolto l'ex-presidente del Brasile, nonché l’impatto che tale scandalo ha avuto sulle ultime elezioni vinte dal conservatore Jair Bolosonaro, è necessario conoscere la storia di Luiz Inàcio da Silva detto Lula.

Nacque nel 1945 a Caetès, nello stato di Pernambuco, da una famiglia povera e analfabeta. Già dall’adolescenza, quando lavorava come metalmeccanico, si unì al sindacato locale. Nel 1980, durante l’ultimo quinquennio della dittatura militare, fondò – assieme ad un gruppo di intellettuali, professori universitari e sindacalisti – il Partido do Trabalhadores (PT), al quale rimarrà legato, almeno formalmente, per tutta la sua carriera politica. Dopo le prime candidature a presidente, non esenti da accuse di sabotaggio e brogli, Lula riuscì ad ottenere la vittoria per la prima volta nel 2002, e verrà riconfermato alla presidenza nel 2006, soprattutto grazie ai voti derivati dalla sua straordinaria popolarità nelle aree più povere del paese. Le drastiche politiche sociali promesse da Lula in campagna elettorale non vennero mai attuate nella forma estrema in cui molti speravano ed il presidente si rivelò, anche a causa delle necessarie alleanze parlamentari, più riformista che rivoluzionario. Ciononostante, sotto il governo Lula il Brasile visse i suoi anni di maggiore sviluppo economico e sociale. Le politiche di welfare del Programma de Aceleração do Crescimento (PAC), fra le quali spiccano Bolsa Familia e Fome Zero, contribuirono notevolmente alla creazione di nuovi posti di lavoro – ottenuti soprattutto da grandi investimenti nel campo delle infrastrutture e dei trasporti – nonché alla attenuazione delle disuguaglianze socioeconomiche, grazie alla riduzione delle tasse e ad un programma di supporto economico per le fasce più deboli della popolazione brasiliana. Inoltre, programmi come Luz Para Todos, permisero la modernizzazione energetica del Paese e le politiche ambientali permisero una decrescita della deforestazione amazzonica da 27.700 km² a 4.500 km² annui. Secondo i dati dell’UNDP, l'indice di sviluppo umano del Brasile è aumentato del 36% in meno di 30 anni e nello stesso periodo 28 milioni di cittadini sono usciti dalla soglia di povertà, con un 54% della popolazione ritenuto ad oggi in condizioni di vita ascrivibili al ceto medio.

Già prima degli scandali, l’ingombrante personaggio di Lula aveva creato una frattura a sinistra tra i delusi, che si aspettavano un governo socialista puro, e i suoi ammiratori, che avevano beneficiato delle riforme del PT. Poi, nel 2016, Lula venne coinvolto nella Operação Lava Jato (Operazione Autolavaggio), e accusato di aver ricevuto tangenti per un totale di 3,7 miliardi di Real dalla Petrobras, l’impresa petrolifera statale. Nonostante Lula avesse rigettato ogni accusa e, secondo la difesa, non esistessero prove della sua colpevolezza, l’ex presidente fu condannato a 12 anni di detenzione. Ciò che rese tanto controverso questo giudizio fu soprattutto la sorprendente rapidità del processo, durato soltanto 9 mesi, fatto che fece credere a molti che si trattasse di un processo politico con una sentenza già scritta, programmato per liquidarlo dalle elezioni del 2018, in cui si presentava da favorito e alle quali, secondo il Comitato per i Diritti Umani dell’ONU, avrebbe avuto diritto a partecipare comunque.

Le influenze di questo scandalo ebbero un forte peso sulle elezioni, vinte dal candidato dell'estrema destra Jair Bolsonaro, uscito indenne dall'Operazione Autolavaggio e principale rappresentante dell'ultra conservatorismo e della lotta alla corruzione. La spaccatura nella società brasiliana avvenuta nel giorno dell'arresto di Lula e presente ancora oggi e contribuisce alla crescente polarizzazione della politica verde-oro.

LETTURE E APPROFONDIMENTI:

- ISPI, “Il caso Lula spacca il Brasile”, Emiliano Guanella, 13 Aprile 2018: https://www.ispionline.it/…/pubblicazio…/brasile-lula-20223…

- E. Profumi, “Il passo del gigante. Viaggio per comprendere il Brasile di Lula”, Aracne, 2012.