di Gabriele Moretti

LA COMUNE ZAPATISTA DI MORELOS


Per quattro anni, dal 1915 al 1919, le comunità contadine di Morelos - stato del Messico meridionale - guidate da Emiliano Zapata crearono un grande esperimento sociale basato sull'egualitarismo e sulla distribuzione orizzontale del potere. Le tre idee principali su cui si fondava la cosiddetta Comune di Morelos, sul Piano di Ayala, ovvero il manifesto politico pubblicato da Zapata nel 1911, erano nazionalizzazione della terra e equa ridistribuzione degli appezzamenti; sviluppo di istituzioni democratiche "popolari" e costituzione di milizie popolari a difesa del nuovo sistema.

Già dal 1915 la rivoluzione Zapatista si era appropriata, senza alcun tipo di compensazione, dei grandi latifondi e delle grande aziende zuccheriere nello stato di Morelos. Le neonate Commissioni Agrarie si occuparono di distribuire la terra ai villaggi, nazionalizzare i mulini ed eliminare la classe possidente e capitalista, la quale durante la rivoluzione, dopo essere stata spogliata dei beni, scappò all'estero o si rifugiò a Città del Messico. Gli zuccherifici nazionalizzati cominciarono ad essere gestiti con successo dagli stessi lavoratori, mentre i campi erano in parte divisi in lotti e in parte coltivati in comune. Questo perché la tendenza generale dei contadini, radicata in una tradizione secolare, era di coltivare il proprio orto per la sussistenza e, nel caso di una buona annata, vendere il surplus al mercato locale. Emiliano Zapata aveva però prospettive ben più ampie ed era convinto che la produzione di zucchero per l'esportazione, ovviamente affiancata alle colture di sussistenza, avrebbe garantito l'ingresso di valuta necessario allo sviluppo socioeconomico. Furono prese molte misure in questo senso ma, nonostante la buona volontà del leader rivoluzionario, l'export di zucchero ebbe ben poco successo.

Nei villaggi posti sotto il loro controllo, gli Zapatisti imposero anche una sostanziale riforma del sistema politico eliminando ogni istituzione gerarchica e sostituendole con sistemi di autogoverno. Gli uomini di ogni comunità si dovevano incontrare una volta al mese per discutere dei problemi più impellenti ed eleggere alcuni delegati che avrebbero rappresentato il villaggio nell'assemblea municipale. Poi, le assemblee comunali eleggevano anch'esse dei delegati, che a loro volta venivano inviati per rappresentare la comunità nell'assemblea del distretto, e via così fino al livello federale. Oltre alle istituzioni di autogoverno, i villaggi fondavano associazioni di cittadini per la creazione di scuole elementari per bambini e scuole serali per adulti, oltre a comitati e commissioni per risolvere piccoli problemi e dispute quotidiane. Ogni associazione, anche in base all'esperienza accumulata, ampliava le proprie competenze o si specializzava in un compito: leggere e spiegare le dichiarazioni del comitato rivoluzionario, risolvere conflitti fra compaesani, organizzare lezioni e comizi rivoluzionari o feste e mercati. Le strutture di autogoverno e le associazioni popolari della Comune di Morelos erano straordinariamente più partecipative, funzionali ed efficaci rispetto al sistema latifondista dei fazenderos e permisero un notevole sviluppo sociale, culturale ed economico della regione, mostrando come la Comune potesse essere un modello alternativo, quantomeno su scala regionale, al governo rivoluzionario di Carranza a Città del Messico. Per questo motivo Carranza tentò con ogni mezzo di riconquistare Morelos. Nel maggio e giugno 1916 l'esercito federale occupò tutti i maggiori centri dello stato, uccidendo centinaia di civili. Zapata rispose organizzando una resistenza costituita da una moltitudine di piccole unità di guerriglieri, cento o duecento uomini ciascuna, arruolati tra la popolazione locale e quindi con una perfetta conoscenza del territorio e delle risorse.

La strategia dell'Esercito di Liberazione del Sud sembrò funzionare ma quando nel 1918 il Morelos fu colpito duramente dall'influenza spagnola che decimò i combattenti, il governo federale ne approfittò per organizzare una grande offensiva che riprese il controllo di gran parte del territorio, obbligando gli Zapatisti a ritirarsi sulle montagne. Poi, il 10 aprile 1919, Emiliano Zapata venne attirato in un'imboscata e ucciso dai sicari del generale Guajardo. La sua morte sancì definitivamente la fine della Comune di Morelos.


LETTURE E APPROFONDIMENTI:

- Adolfo Gilly, La Revolución Interrumpida, El Caballito, Mexico (1971).

- John Reed, Messico in fiamme, Red Star Books (2013).