Il regime di Vargas in Brasile

ANDREA BERNABALE

IL REGIME DI VARGAS IN BRASILE

Nel 1930, il sistema politico che aveva caratterizzato il Brasile dal 1894 con l’abolizione della monarchia e l’introduzione di un sistema presidenziale, mutò radicalmente e si aprì la stagione autoritaria di Getulio Vargas.

Nel marzo 1930 si tennero le elezioni presidenziali che avrebbero dovuto indicare il successore del presidente uscente Washington Luis. La competizione elettorale vedeva fronteggiarsi due candidati: Getulio Vargas e Julio Prestes. Nonostante le accuse di brogli elettorali, Julio Prestes si affermò come vincitore ma non ottenne mai l'incarico presidenziale. Infatti, lo sconfitto Vargas, tre settimane prima del termine dell'amministrazione Washington Luis, salì al potere con un colpo militare e si dichiarò presidente provvisorio. La giunta militare dichiarò successivamente chiusa la legislatura vigente e Vargas iniziò a governare per decreti.

La svolta autoritaria di Getulio Vargas fu chiara in seguito alla rimozione di tutti i governatori federali brasiliani rimpiazzati da uomini a lui vicini e fedeli al suo regime. Soppresse anche le rivolte dei "paulistas", ovvero gli abitanti dello stato di Sao Paulo, che si ribellavano alla sua politica autoritaria e accentratrice del potere. Soppresse anche, sempre nel 1930, il movimento dei "tenente", un gruppo di giovani dissidenti ufficiali dell'esercito che si ispiravano a forme di socialismo considerate da Vargas come una terribile minaccia.

Promosse, successivamente, una nuova carta costituzionale che prevedeva l'elezione diretta del Presidente e dei membri del Congresso mentre si apprestava a reprimere nuove minacce per lo Stato brasiliano: la minaccia era ora rappresentata dagli "integralisti", gruppo sostenuto dalle classi medie e da ufficiali, e dall'Alleanza di Liberazione Nazionale (Acao Libertadora Nacional, in sigla ALN), costituita invece da socialisti, comunisti e altri gruppi radicali legati al Partito Comunista Brasiliano. Seppure i due gruppi non costituivano un fronte comune ma erano, anzi, tra di loro antagonisti, la loro comune vocazione anti-regime portò alla loro violenta soppressione. Seguì, quindi, nei primi anni '30 un'ondata di terrore e di violenza. Arresti, torture ed esecuzioni sommarie erano all'ordine del giorno.

L'escalation di violenza condusse Vargas a varare una nuova costituzione che attestava nient'altro che il suo regime dittatoriale, l'Estado Novo. Furono soppresse tutte le istituzioni statali eccetto la presidenza. Indisse nuove elezioni presidenziali per il 1943 ma non rispettò la promessa: nel 1943, infatti, Vargas estese unilateralmente il suo mandato presidenziale giustificando il momento come un periodo di "emergenza".

Sotto l'Estado Novo, i militari ebbero un potere incontrastato e giocarono un ruolo di fondamentale importanza: erano liberi di sopprimere ogni sovversivo, reale o solo sospettato di esserlo, sottoponendolo arbitrariamente a regimi di tortura, detenzione e svariate ingiustizie senza alcun ricorso legale. La stampa libera fu censurata e tutte le notizie passavano ora dal Dipartimento di Stampa e Propaganda, controllato dal regime.

Il Brasile prese anche parte alla seconda guerra mondiale dichiarando guerra alle potenze dell'Asse nell'agosto 1942. Le truppe brasiliane furono infatti mandate a combattere in Italia al fianco degli Alleati.

Già negli anni della guerra, il Brasile di Vargas intraprese la strada dell'industrializzazione, finanziata anche dagli Stati Uniti, e instaurò un regime corporativista non diverso da quello di Mussolini nell'Italia fascista e dall'Argentina peronista.

Mentre il secondo conflitto mondiale volgeva al termine, l'opposizione al regime di Vargas diventava sempre più forte chiedendo una democraticizzazione del sistema politico. Nell'ottobre 1945, infatti, i militari costrinsero Vargas a dimettersi e a porre fine alla sua quasi ventennale dittatura. Tuttavia, l'era Vargas non era da ritenersi conclusa. Dopo un periodo all'opposizione, nel quale si ricostituirono i partiti e un sistema democratico, Vargas si ripresentò alle elezioni presidenziali del 1950 dalle quali ne uscì vittorioso con le sue promesse di industrializzazione del Paese.

Dal 1945 al 1950, infatti, il Brasile sotto la presidenza di Eurico Durtra era tornato alle sue tradizionali origini agricole e Durtra, al termine del suo mandato, fu accusato di non essere riuscito a modernizzare e industrializzare il Brasile.

Vinte le elezioni del '50, Vargas cercò di continuare la sua opera di industrializzazione del Paese e nel 1953 istituì la Petrobras, compagnia petrolifera brasiliana.

Nel corso del secondo mandato, Vargas fu comunque accusato di corruzione e costretto dai militari, per una seconda volta, alle dimissioni in seguito alle quali decise di suicidarsi il 24 agosto 1954. Lasciò un Brasile nel caos economico e politico aprendo una fase di giunte militari.