FARC - La guerra civile in Colombia

SARA ELEONORI

LE FARC - GUERRA CIVILE IN COLOMBIA

Le Forze Armate Rivoluzionare Colombiane - Esercito del Popolo, meglio conosciute con l’acronimo FARC-EP sono un’organizzazione guerrigliera di ispirazione marxista-leninista impegnata nella lotta contro l’imperialismo, il neoliberismo, la guerra, la distruzione ambientale, il patriarcato e tutte le forme di discriminazione tra esseri umani. Le FARC sono una delle più longeve organizzazioni rivoluzionarie al mondo e vengono considerate ad oggi uno degli ultimi baluardi dell'ideologia leninista militante.

Le FARC nacquero nel 1964 nella regione di Tolima, area montagnosa tra la Cordillera Orientale e quella Centrale, dall'organizzazione militare di vari gruppi comunisti auto-organizzati che avevano trovato rifugio nelle alture interne durante gli anni '50. Questi gruppi, in risposta allo stato di scontro armato permanente tra Partito Conservatore e Partito Liberale, costituirono alcune piccole repubbliche indipendenti sulla Cordillera. Nel 1962 il governo conservatore guidato da Guillermo León Valencia inaugurò l'Operación Soberanía, intervento di straordinaria durezza per riprendere il controllo delle repubbliche contadine. I guerriglieri risposero con la forza alla repressione governativa, organizzandosi inizialmente nell'Autodifesa Contadina ed in seguito nelle FARC. La resistenza e il conflitto armato divennero da subito il principale modus operandi delle neonate FARC che iniziarono una violenta guerriglia contro il governo, protrattasi sino a pochi anni fa.

Originariamente le FARC erano un gruppo armato poco numeroso e nascosto nella giungla per la maggior parte del tempo; in seguito aumentarono notevolmente le affiliazioni, soprattutto di giovani contadini indigeni, permettendo di estendere la loro influenza nelle zone limitrofe grazie ad agguati, scontri e azioni dimostrative. Nel corso degli anni ‘80 si trasformarono in un esercito semi-regolare in grado di tenere testa all’esercito colombiano. Nel decennio successivo il numero di combattenti aumentò fino ad un migliaio e le FARC arrivarono ad attaccare obiettivi situati nelle grandi città, a fare prigionieri tra l'esercito nemico e a sequestrare personaggi di spicco del mondo politico colombiano. La crescita dell’organizzazione era dovuta in gran parte all'arricchimento generato dai proventi delle coltivazioni di cocaina. Sebbene le FARC rinneghino di essere partecipi nel traffico di droga, hanno ammesso di avere il controllo delle coltivazioni nelle aree della foresta amazzonica, traendo ricavi dall’imposizione di dazi ai coltivatori.

Durante i cinque decenni di attività dell’organizzazione sono stati numerosi i tentativi di negoziato tra le FARC e le istituzioni colombiane, ma sono sempre falliti a causa della rigidità e degli interessi di una delle due parti. In particolare, tra il 1998 ed il 2001, il governo conservatore di Pastrana, costituì un'area demilitarizzata come base di negoziazione e si incontrò con i leader ribelli. Gli accordi furono accolti negativamente sia dai militari che dalla popolazione e naufragarono definitivamente nel 2002, con la nascita del governo Uribe ed il rapimento della candidata alla presidenza Ingrid Betancourt. Il declino delle FARC iniziò con l'impegno statunitense contro il terrorismo ed il narcotraffico internazionale. A partire dal 2002, l’esercito colombiano appoggiato da Washington riuscì ad infliggere diverse sconfitte ai ribelli, indebolendoli notevolmente, nonostante questi ultimi contassero oltre 20'000 uomini a disposizione. Dalla fine degli anni '90, oltre alle forze governative, anche i gruppi paramilitari di estrema destra chiamati AUC (Autodifesa Unita Colombiana) cominciarono ad attaccare le repubbliche indipendenti comuniste, arrivando nei primi anni duemila ad avere il controllo della costa atlantica. Le AUC, accusate di oltre 3000 omicidi in due anni e di aver causato oltre due milioni di sfollati interni, si sciolsero nel 2002 a causa di divisioni interne.

Dopo la conclusione delle trattative, il governo Uribe (2002 – 2010) e quello successivo di Santos, hanno portato ad una guerra decennale senza soluzione di continuità, una delle più imponenti campagne militari nella storia dell'America Latina: gli attacchi terrestri ed aerei si protrassero fino al 24 settembre 2015 quando il governo e le FARC accordarono sei mesi di cessate il fuoco grazie alla mediazione di Cuba, Venezuela, Norvegia e Cile. Il 23 giugno 2016 venne firmato il primo storico accordo tra le parti, bocciato da un referendum per poche migliaia di voti. Il 24 ottobre successivo viene comunque stipulata una nuova pace, subito ratificata dal governo di Bogotà, che concede l'amnistia per i reati politici in cambio della deposizione delle armi, nonostante il governo non abbia preso in considerazione la maggior parte dei punti proposti dai ribelli in sede contrattuale, quali una profonda riforma agraria in favore dei contadini non possidenti. È interessante notare come soltanto USA, Unione Europea, Perù e Colombia abbiano considerato le FARC-EP come un gruppo terrorista, mentre l'ONU ed il resto della comunità internazionale le abbia sempre trattate come un gruppo guerrigliero all'interno di una cornice di guerra. Dal 2015, grazie ad una sentenza del Consiglio di Stato colombiano, anche Bogotà (ed in conseguenza Bruxelles) hanno allineato il proprio giudizio a quello delle Nazioni Unite.