Maoismo

ANDREA BERNABALE

MAOISMO

«Nel valutare i suoi meriti e gli errori riteniamo che gli errori siano solo secondari. Ciò che egli ha fatto per il popolo cinese non potrà mai essere cancellato...»

(Deng Xiaoping)

Il maoismo è un'ideologia assimilabile al pensiero politico di Mao Zedong che guidò la Cina dal 1949 al 1976. Tale ideologia è una particolare applicazione del marxismo, teoria che mette in luce le contraddizioni prodotte dal capitalismo che costituiscono il motore rivoluzionario per la costruzione di una società socialista. Tuttavia, la rivoluzione cinese è da intendersi come una declinazione del marxismo in quanto ha luogo in circostanze non contemplate dal "Capitale" di Marx, ovvero in luoghi dove non è presente il proletariato, vero protagonista della rivoluzione comunista.

Il marxismo generalmente descrive la storia dell'umanità come una perpetua lotta di classe: dallo schiavismo, passando per il feudalismo fino ad arrivare alla società capitalista. In quest'ultima società si sviluppano le condizioni favorevoli all'emergere del socialismo; tali condizioni, infatti, nascono proprio dalle contraddizioni intrinseche della società capitalista, in particolare nel conflitto tra lavoratori e capitalisti. Dal conflitto di classe ne nasce una rivoluzione dal basso volta a creare una società collettivista senza classi e senza Stato.

Come già in parte accennato, le due maggiori rivoluzioni socialiste del XX secolo (in Russia e Cina) nascono in condizioni non contemplate dal marxismo ortodosso. Si trattava, infatti, di società dal basso progresso tecnologico e prevalentemente rurali.

Il problema di Mao è dunque quello di costruire un socialismo in presenza di una società rurale e arretrata priva, dunque, delle contraddizioni capitaliste descritte da Marx. Mao non rigetta i principi del marxismo ma sostiene fortemente che la società socialista sia edificabile anche laddove non vi siano determinate circostanze e, nel caso della Cina, mobilitando le masse contadine anziché quelle operaie.

Mao ha una visione che tende a dividere il mondo in "centro" (paesi industrializzati) e "periferia" (paesi del Terzo Mondo): il conflitto di classe e le contraddizioni del capitalismo sono dunque sostituite dal conflitto tra paesi imperialisti e paesi soggetti all'imperialismo.

Dal momento che la Cina e altri paesi collocati nella "periferia" sono soggetti all'espansione dell'imperialismo, descritto da Lenin come ”fase suprema” del capitalismo, si pone la necessità di avviare una rapida industrializzazione al fine di mantenere una propria autonomia economica e non divenire "dipendenti" dal centro, ovvero dai paesi già industrializzati e imperialisti.

Allo stesso tempo si pone il problema di evitare le contraddizioni e il conflitto di classe generato dall'industrializzazione.

Si trattava, dunque, di intraprendere un percorso di industrializzazione e democratizzazione, che non sono altro che ideali borghesi ma, proprio per evitare la costruzione di un sistema capitalistico in contrasto con i valori socialisti, Mao si appellò al concetto di "Rivoluzione Culturale".

La rivoluzione culturale cinese è infatti l’esempio pratico di come Mao intedeva risolvere le contraddizioni ideologiche che si sarebbero venute a creare in seguito all’industrializzazione della Cina e del suo inserimento nel mercato economico globale.

Tale rivoluzione doveva evitare che la Cina abbandonasse i valori del socialismo. Mao, perciò rigettò l'idea di centralizzare il potere attorno ai membri del Partito Comunista Cinese e si appellò, invece, alla partecipazione popolare. Cercò, in tal modo, di decentralizzare il potere, eliminando le gerarchie, democratizzando il socialismo ed evitare fenomeni di imborghesimento. In realtà, la rivoluzione culturale si trasformò in una critica radicale contro gli esponenti del Partito Comunista costretti alle dimissioni, alle spedizioni a duri lavori di mesi o anni nelle campagne cinesi o, nei casi più estremi, alla loro eliminazione fisica. L'esperimento si verificò dunque un fallimento poiché portò ad un chiaro disordine sociale e violenza dilagante che fu denunciata dagli stessi successori di Mao.