Mahan e il Sea Power

LORENZO BONAGURO

MAHAN E IL SEA POWER

Alfred Thayer Mahan (1840-1914) fu uno storico e ufficiale della marina militare statunitense e tutt’oggi viene considerato uno dei più influenti strateghi del XIX° secolo per l’enorme diffusione delle sue opere, in particolare “The Influence of Sea Power Upon History, 1660–1783” e “The Influence of Sea Power Upon the French Revolution and Empire, 1793–1812”. Fu un convinto navalista e considerò il controllo del mare la chiave del successo di un paese.

In base alla sua analisi l’obiettivo primario per la sicurezza di uno Stato è la costruzione di una flotta militare imponente, ben equipaggiata e ben addestrata che consenta alla nazione di proiettare la propria potenza sullo scacchiere internazionale. La guerra navale ha dei vantaggi intrinseci: è economicamente vantaggiosa rispetto a quella terrestre perché non danneggia il territorio e non pesa, direttamente, sulla popolazione; le flotte sono più facili da mantenere delle armate e non necessitano di tanti uomini quanto gli eserciti. Le nazioni dotate di forza marittima hanno un’opzione in più in caso di guerra: le flotte possono occupare i porti e tagliare le rotte commerciali; Mahan sottolinea insistentemente i vantaggi offerti dalla guerra commerciale rispetto a quella “classica”.

Questo tipo di guerra è inoltre vantaggioso in termini di costi di risorse e vite umane, anzi sono virtualmente senza vittime poiché a una grande potenza marittima basterebbe anche solo minacciare un’azione ostile per indurre l’avversario a piegarsi. Mahan suggerisce di concentrare tutta la potenza navale in un’unica flotta per distruggere quella nemica in una sola grande e decisiva battaglia, obbligando perciò il nemico a capitolare immediatamente. Infine, una potente flotta consente a un paese di mantenere le rotte di rifornimento vitali e di proteggere il territorio nazionale da eventuali invasioni, come nel conflitto fra Gran Bretagna e Napoleone.

La marina presenta dei vantaggi anche per le istituzioni interne di un paese. Secondo Mahan essa è caratteristica di paesi liberali, democratici e dediti al commercio internazionale, vera fonte di ricchezza per le nazioni. Le armate terrestri invece sono pericolose perché comportano la presenza di numerosi professionisti della guerra non abituati ai lunghi e tortuosi processi della democrazia; questi individui rischiano seriamente di “contagiare” la società civile e le istituzioni provocandone l’irreggimentazione.

Mahan analizza anche la necessità di studiare la geografia per sviluppare il potere navale: l’insularità, choke points, giacimenti, stazioni di rifornimento… Egli tiene inconsiderazione solo quegli aspetti geografici utili alla sua impostazione navalista, ciò gli impedisce di spiegare appieno l’ascesa della Germania di Bismarck a potenza industriale.

L’analisi e gli strumenti strategici di Mahan fornirono alla fazione internazionalista della classe dirigente americana, Roosvelt e Wilson specialmente, gli argomenti per spingere il paese verso l’apertura nei confronti dell’agone internazionale. Mahan spinse molto affinchè gli USA finalmente iniziassero a pensare come una potenza navale proprio perché alla fine del XIX° secolo gli interessi economici nazionali dovevano essere difesi oltreoceano in altri continenti, ma per fare ciò c’era bisogno di flotte imponenti e ben preparate.