Karl Haushofer e la geopolitk

LORENZO BONAGURO

KARL HAUSHOFER E LA GEOPOLITIK

Karl Ernst Haushofer (1869-1946) fu un militare, diplomatico e geografo che diede un contributo fondamentale allo sviluppo del pensiero geopolitico tedesco e alla nascita della Scuola Geopolitica di Monaco, famigerata negli ambienti liberali per le nefaste influenze che ebbe sulla politica di conquista della Germania hitleriana.

Decisivo per lo sviluppo del suo pensiero fu il soggiorno in Giappone, dove fu inviato come consulente per l’artiglieria dell’esercito imperiale, dal 1908 al 1910. Qui rimase folgorato dalla solidità della società e dal forte ossequio dei sudditi all’imperatore, allo Stato e all’esercito in particolare. Egli esaltò sempre il militarismo che all’epoca pervadeva la vita quotidiana dei giapponesi fin dai banchi di scuola dove i giovani ricevevano un’educazione paramilitare. Per questi motivi il Giappone rimase sempre il modello cui la Germania avrebbe dovuto ispirarsi.

Un altro aspetto che riconobbe subito come fondamentale per il successo della nazione asiatica era la religione di Stato shintoista che instillava nelle masse un atteggiamento di sudditanza verso l’autorità grazie alla totale fusione fra struttura religiosa e casa regnate, fra morale religiosa e civile. Cosa che il cristianesimo non avrebbe mai potuto fare.

Da questa esperienza trasse ispirazione per uno dei concetti cardine del suo pensiero: il “grande spazio” o spazio vitale (Lebensraum). Il Giappone d’inizio Novecento aveva avviato la propria campagna di espansione a scapito delle altre nazioni asiatiche per ottenere le risorse necessarie alla propria sopravvivenza. La Germania avrebbe dovuto agire nello stesso modo per garantirsi la sopravvivenza sull’arena internazionale che egli vedeva governata dalle ferree leggi del darwinismo sociale, inteso come lotta per lo spazio vitale cui tutti gli Stati sono costretti.

Tornato in Germania e persuaso della necessità di ulteriori approfondimenti, Haushofer si dedicò agli studi in geografia: infatti si era convinto che nello studio di questa disciplina potessero essere rinvenuti gli elementi fisici, e quindi costanti nel tempo, che determinano le azioni degli Stati.

Negli anni Venti elaborò la sua dottrina politica ispirandosi alla teoria allora in voga, quella di H. Mackinder, ma ribaltandone la prospettiva. Secondo Haushofer la Storia può essere letta come lo scontro fra le potenze terrestri e continentali, come la Germania, e quelle marittime o talassocratiche, come l’Impero Britannico. Nel corso dei secoli, infatti, gli inglesi s’intromisero negli affari europei solo in occasione di grandi concentrazioni di potere in grado di minare l’equilibrio che permetteva loro di disinteressarsi alla terraferma e concentrarsi sul loro impero d’oltremare.

Non potendo sfidare la Gran Bretagna sul mare per ottenere colonie in altri continenti, la Germania avrebbe dovuto espandersi a est a scapito degli slavi nelle cui terre i tedeschi avrebbero trovato le risorse per sopravvivere e prosperare. Questa idea di “grande spazio” era intesa come un’unità sovranazionale guidata da uno Stato egemone; sul modello di quello che il Giappone, stella cometa di tutto il pensiero di Haushofer, stava facendo in Asia Orientale proprio in quegli anni.

Per sopravvivere come grande potenza la Germania doveva espandere la propria influenza nelle terre ricche di risorse agricole abitate dagli slavi, ma per fare ciò era inevitabile, a parere di Haushofer, lo scontro con la potenza navale britannica, che non poteva tollerare una potenza egemone sul continente. L’Urss non era un vero problema poiché egli riteneva che una Germania, riscostruita su modello del Giappone, avrebbe potuto sconfiggere il colosso euroasiatico.