Il "Principe" di Machiavelli

ANDREA BERNABALE

IL PRINCIPE DI MACHIAVELLI

«Li uomini hanno meno respetto ad offendere uno che si facci amare che uno che si facci temere; perché l'amore è tenuto da uno vincolo di obbligo, il quale, per essere gli uomini tristi, da ogni occasione di propria utilità è rotto: ma il timore è tenuto da una paura di pena che non abbandona mai.» (N. Machiavelli, “Il Principe”)

Filosofo politico dell'Italia rinascimentale e considerato padre del realismo politico, Nicolò Machiavelli teorizza la figura del "Principe" nella sua omonima opera.

Machiavelli, come Hobbes dopo di lui, ha una visione negativa dell'umanità e della politica stessa. Mentre altri filosofi politici, come ad esempio i classici Aristotele e Platone, insistevano sulle virtù e sull'idea di giustizia, Machiavelli insiste sulla necessità di un potere forte, indiscusso e talvolta brutale.

Tale pensiero politico si oppone anche alla visione politica e spirituale cristiana medievale espressa principalmente da San Tommaso e Sant'Agostino che insistevano, invece, sulla fede e sulla morale.

La visione politica machiavelliana è, di fatto, realista.

Il principe machiavelliano, che detiene poteri assoluti, usa tali poteri in modo manipolativo e, a seconda delle circostanze, in modo spietato.

Non è un caso che personaggi storici come Hitler e Stalin, capaci di dar vita a sistemi totalitari, furono grandi ammiratori di Machiavelli e del suo pensiero politico.

Il machiavellismo ruota, principalmente , attorno ad un unico perno: il potere. Valori e virtù sono subordinati ad esso e, in assenza di potere, risulta impossibile governare e domare la natura negativa dell'essere umano, descritto da Machiavelli come un individuo avido, egoista, meschino e pronto a puntare il dito contro il governo quando non fa i suoi interessi.

La finalità del Principe è, dunque, l'acquisizione e il mantenimento del potere.

L'uomo politico machiavelliano dovrà imparare a mostrarsi buono, virtuoso, generoso ma, tali caratteristiche, dovranno essere solo una veste, pura apparenza. Per Machiavelli il "bene" in politica non è contemplabile e porterebbe alla rovina. Serve, invece, scaltrezza e astuzia.

Dovrà assumere, metaforicamente, le sembianze di un "leone" (simbolo della forza) e, allo stesso tempo, della "volpe" (simbolo dell'astuzia).

Solo attraverso questo equilibrio di astuzia e forza, con quest'ultima capace di generare un certo grado di paura negli uomini, il principe può conservare il suo potere, un potere caratterizzato dalla paura e dall'apparenza.