di Luca MatteiJURIS

L'ORGANIZZAZIONE DEGLI STATI AMERICANI

“Gli Stati Uniti sembrano destinati dalla Provvidenza a piegare con la fame e la miseria l'America intera in nome della libertà”

Simón José Antonio Bolivar

Solamente dopo secoli di aspre battaglie e lotte sociali, i popoli dell’America Latina - durante il XIX secolo - sono riusciti ad emanciparsi dal gioco dei potenti colonizzatori europei. Tuttavia, anche dopo la fondazione delle prime Repubbliche latine, gli Stati del Vecchio Continente non sono scomparsi dalla regione, ma hanno continuato ad esercitare influenza e ad interferire nell’economica e nella politica dei neo-nascenti Stati latini. Presa nota di questo contesto sociale di apparente indipendenza, all’inizio del XIX secolo, il rivoluzionario venezuelano Simon Bolivar comincia ad elaborare il progetto di riunire dentro una grande repubblica tutti gli stati della regione, con la speranza che, federandosi, gli Stati latini sarebbero riusciti a resistere alle ingerenze straniere. Nasce così, il 17 dicembre 1819 al Congresso di Angostura, la Grande Colombia, il cui territorio equivaleva all’incirca a quello del Venezuela sommato alla Colombia, Panama ed Ecuador ma, nel 1831, il progetto fallisce a causa dell’emersione di alcuni nazionalismi (problematiche che si ripresenteranno anche un secolo dopo, nell’Organizzazione degli Stati Americani). Nonostante questo fallimento, il sogno di una America Latina unita contro i vecchi dominatori era ben lungi dall’essere abbandonata.

Nei decenni successivi, nella Conferenza di Washington del 1890, gli Stati Uniti cominciano a foraggiare il sempre vivo “sogno panamericano”, nella speranza di potersi sostituire come potenza egemone agli europei. Gli intenti della Casa Bianca con il passare del tempo diventano sempre più importuni ed evidenti, al punto che alcuni storici riferiscono che nei primi anni del XX sec. le cose che s’incontravano più comunemente in America Latina erano “dollari e marines”. Soltanto durante il mandato del presidente Franklin Delano Roosvelt, gli Stati Uniti cercheranno, parzialmente, di rimediare, inaugurando la c.d. “politica del buon vicinato”. In questo clima di distensione delle relazioni internazionali, l’intero continente americano parteciperà unito agli eventi della Seconda Guerra Mondiale e, grazie alla nuova coesione sul piano militare, gli Stati dell’America Latina si uniranno agli Stati Uniti in un piano di difesa collettiva, stipulando nel 1945 il Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca.

Il passo successivo si tiene alla Conferenza di Bogotà, nel 1948, tra marzo e maggio, dove gran parte degli Stati americani si riuniscono e fondano l’Organizzazione degli Stati Americani, o OSA, e adottano la Dichiarazione Americana dei Diritti e dei Doveri dell’Uomo, primo documento regionale sui diritti umani, che tanto influirà sulla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo che sarà varata da lì a sei mesi.

Con il tempo, l’OSA, attraverso l’approvazione di diversi Protocolli, si arricchisce di nuove funzioni, nuove istituzioni e nuovi Stati membri (attualmente tutti gli Stati del continente americano, eccezion fatta per la Guyana Francese fanno parte dell’OSA).

Strutturalmente l’Organizzazione degli Stati Americani riprende lo stesso organigramma delle Nazioni Unite: al centro dell’istituzione vige l’Assemblea Generale degli Stati membri, mentre più a margine troviamo organi amministrativi o specializzati, come il Concilio Permanente o l’Istituto Inter-Americano per la Cooperazione e l’Agricoltura. Degna di nota è l’istituzione, nel 1969, della Corte Inter-Americana dei Diritti Umani: per molti versi assimilabile alla Corte di Strasburgo europea. Oggi l’OSA, grazie alle sue molteplici funzioni, non può definirsi un mero forum politico, bensì un luogo dove “la democrazia, i diritti umani, la sicurezza e lo sviluppo” possono trovare un’implementazione.

Eppure, nonostante i grandi traguardi ottenuti, l’OSA non gode della stessa autonomia dagli Stati membri di cui invece gode, ad esempio, l’Unione Europea, con il risultato che le istituzioni “pan-americane” sono molto spesso ostaggio della politica, in particolar modo di quella statunitense.

Ciò è efficacemente testimoniato dalla travagliata istituzione della Corte Inter-Americana dei Diritti Umani, pesantemente osteggiata da molti Stati membri, i quali ostacoleranno persino l’approvazione del suo budget in Assemblea Generale. All’epoca, solo la spontanea donazione dello Stato della Costa Rica è riuscita a sbloccare la situazione e, ciononostante, la Corte è entrata in funzione solo dieci anni più tardi, nel 1978, con il leggendario caso Velàsquez Rodrìguez vs Honduras.


LETTURE E APPROFONDIMENTI:

- Daniele Pompejano, "Storia dell'America Latina", Brunbo Mondadori, (2013).

- Jo M. Pascucci, "The Practice and Procedure of the Inter-American Court of Human Rights", Cambridge University Press, (2003).