La Dottrina Calvo

LUCA MATTEI

LA DOTTRINA CALVO

Durante il XIX secolo gli Stati dell’America Latina riescono finalmente ad emanciparsi politicamente dal giogo delle potenze straniere che li opprimeva sin dai tempi delle invasioni conquistadores. Le grandi potenze mondiali del tempo (Inghilterra, Stati Uniti, Spagna e Portogallo) vengono ufficialmente estromesse dalla politica del territorio e si costituiscono i primi governi indipendenti e democraticamente eletti. Tuttavia, senza nulla sottrarre alla grande importanza di questi avvenimenti, la realtà sociale era ben diversa: i vecchi dominatori coloniali continuavano a mantenere forti influenze di tipo economico nei confronti degli Stati latini. Quest’ultimi erano ancora troppo deboli e instabili per poter sfruttare appieno le proprie risorse e, conseguentemente, erano costretti a rivolgersi ai loro vecchi dominatori per poter ottenere il capitale necessario all’economia e al “welfare” dello Stato. Le stesse rotte commerciali erano prevalentemente in mano alle autorità britanniche e, pertanto, non era possibile esportare se non accordandosi con la Corona Inglese. Le relazioni tra i ricchi paesi del mondo occidentale e i più poveri dell'America Meridionale erano ancora evidentemente sbilanciate in favore dei primi.

Con il tempo questa situazione fece lievitare il debito pubblico dei paesi amerindi, esponendoli, quando impossibilitati ad onorare i loro debiti, all’aggressione militare e diplomatica dei loro ex colonizzatori. Le repubbliche sudamericane erano quindi solo formalmente indipendenti, mentre nei fatti la loro sovranità veniva continuamente violata, anche attraverso vere e proprie spedizione punitive in terra straniera, in aperta violazione del principio di sovranità statale. Due esempi eclatanti di queste violazioni sono dati dal blocco navale della Gran Bretagna, dell’Impero Tedesco e del Regno d’Italia ai danni del Venezuela di Cipriano Castro nel 1902, oppure dalla spedizione militare punitiva del 1865 di Ferdinando II di Aragona in Messico.

Dietro alle fredde logiche economiche della tutela dei propri crediti si celavano anche motivazioni di ordine razziale, in quanto era palese che gli Stati Uniti e le potenze del Vecchio Continente non riconoscevano le neo costituite repubbliche come loro pari, reputandole come Stati di seconda categoria.

I giuristi latini non rimasero insensibili al problema ed elaborarono una serie di teorie e dottrine giuridiche al fine di riequilibrare la posizione internazionale dei loro Stati. Fra di essi acquisì notevole fama - anche grazie ai suoi viaggi in Europa - Carlos Calvo, il quale ideò una delle dottrine internazionali più controverse della storia moderna, l'omonima "dottrina Calvo". Questo giurista argentino studiò il meccanismo attraverso il quale gli Stati stranieri legittimavano le loro intrusioni nella regione sudamericana, ossia la c.d. “protezione diplomatica”, interrogandosi sul suo effettivo significato. In base a questo meccanismo, esistente ancora oggi, uno Stato può intervenire in tutela del credito di un proprio cittadino azionandosi nei confronti dello Stato debitore. Attualmente questo istituto ha assunto maggiori connotati di giustizia, tuttavia all’epoca dei fatti narrati non era un rimedio neutro, in quanto tendeva a favorire lo Stato che dispone di maggiore potere politico e militare, finendo per legittimare le gravissime intrusioni straniere nel territorio amerindo.

La “dottrina Calvo”, conseguentemente, era tesa ad impedire questa legittimazione, prescrivendo il divieto per gli investitori stranieri di adire alla “protezione diplomatica” presso i propri Stati e intestandogli, piuttosto, il diritto di ottenere giustizia presso le corti locali. Il ragionamento di Carlos Calvo era il seguente: un cittadino all’interno del proprio Stato può accedere solo ai rimedi prestabiliti dall’ordinamento, mentre uno straniero può accedere anche all’istituto della “protezione diplomatica” e questo comporta una inaccettabile violazione del principio di uguaglianza dinnanzi alla legge.

Questa dottrina ebbe grande successo in America Latina, mentre venne aspramente contestata nel resto del mondo. La sua influenza sulla cultura giuridica della regione è tuttavia indiscussa: molti Stati latini, come la Bolivia, la Colombia, il Messico o Cuba, incorporarono all’interno delle loro costituzioni disposizioni sulla “dottrina Calvo” e anche la forma ordinaria dei contratti statali con le imprese straniere mutò, prevedendo spesso al loro interno la c.d. “clausola Calvo”, ossia l’estrinsecazione contrattualistica della “dottrina Calvo”. L’insofferenza degli Stati sudamericani verso le continue intrusioni straniere aveva raggiunto un tale livello che vane furono le proteste della comunità internazionale e la “dottrina Calvo” finì per diventare una consolidata realtà nella regione latino-americana.

Decenni dopo questa dottrina venne travisata dai suoi sostenitori, assumendo delle caratteristiche che Carlos Calvo non aveva previsto. Quest’ultimo, infatti, era interessato al mero contenimento del meccanismo della “protezione diplomatica”, ma i suoi successori attribuirono alla “dottrina Calvo” significati estensivi, al punto di diventare una vera e propria barriera tra la comunità internazionale e gli Stati sudamericani. Ciò ha costituito, e in parte ancora costituisce, un problema per la tutela dei diritti umani in America Latina, in quanto gli Stati della regione sono ormai diffidenti verso qualsiasi invasione nella loro sfera giuridica nazionale.

Oltre che nel contenuto, la “dottrina Calvo” è stata opportunisticamente travisata anche nel suo contesto di efficacia, in quanto, paradossalmente, è stata adottata anche da alcune grandi potenze mondiali come giustificazione alla chiusura dei loro ordinamenti nazionali nei confronti del diritto internazionale. Quindi, se Carlos Calvo aveva pensato ad una dottrina per riequilibrare le relazioni internazionali, oggi alcuni Stati particolarmente forti utilizzano la “dottrina Calvo” non come elemento riequilibratore, ma come protezione opportunistica del loro potere egemone. Gli Stati Uniti sono sempre stati molto critici verso la “dottrina Calvo” e un esempio di questa mistificazione è rintracciabile nelle motivazioni di Donald Trump al ritiro degli USA dal trattato internazionale “N.A.F.T.A”. Attualmente l'importanza della disciplina in questione ha perso molta rilevanza pratica, ma, come appena esemplificato, sembra prestarsi ad un suo utilizzo pretestuoso.