JURIS

LA CORTE PENALE INTERNAZIONALE


LORENZO BONAGURO

«Istituzione permanente che può esercitare il suo potere giurisdizionale sulle persone fisiche per i più gravi crimini di portata internazionale [...] Essa è completamentare alle giurisdizioni penali nazionali.»

Statuto di Roma della CPI, Art.1

La creazione della Corte Penale Internazionale, con sede a L’Aja, è stata il risultato di un lungo processo iniziato alla fine del XIX secolo; momento fondamentale di questo percorso fu l’istituzione dei tribunali internazionali di Norimberga e Tokyo, che garantirono agli imputati un regolare processo nonostante l’immane gravità degli atti commessi. Nel Dopoguerra grandi aspettative vennero alimentate dalle discussioni in seno all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ma non fu raggiunta alcuna intesa sulla definizione del crimine d’aggressione; si dovette aspettare il 1989 affinché le discussioni riprendessero seriamente in un Comitato ad hoc dell’Assemblea. Le vicende degli anni Novanta e la creazioni dei tribunali internazinali ad hoc per la ex Jugoslavia e il Rwanda ebbero un peso decisivo nel dibattito che portò alla stesura dello Statuto di Roma.

Lo Statuto e il trattato internazionale istitutivo della Corte Penale Internazionale fu aperto alla firma degli Stati nel 1998 ed entrò in vigore a partire dal 2002; attualmente i membri sono 123. Nei suoi 128 articoli delinea la struttura, la giurisdizione e la normativa applicabile della Corte: in particolare, i primi articoli sono da considerarsi fondamentali, in quanto forniscono delle definizioni precise riguardo ai crimini di genocidio, crimine contro l’umanità, crimini di guerra e atti di aggressione. L’art.1 chiarisce che la Corte è “un’istituzione permanente che può esercitare il suo potere giurisdizionale sulle persone fisiche”: ciò significa che la Corte non ha giurisdizione sugli Stati, bensì ha la facoltà di processare individui responsabili dei crimini internazionali elencati dallo Statuto. La Corte ha competenza complementare a quella degli Stati e può intervenire solo se e quando gli Stati stessi non vogliano o non possano processare direttamente l’individuo. Essendo istituita da un trattato internazionale, la Corte ha giurisdizione solo su crimini commessi sul territorio di uno Stato membro, nonostante questo limite incontri la possibilità di processare anche i cittadini di uno Stato non membro. Tale condizione, può verificarsi soltanto quando quest’ultimo accetti, tramite apposita dichiarazione, la competenza della Corte.

La Corte non è stata esente da critiche. Gli USA hanno sempre tenuto un atteggiamento, nei confronti della Corte, che oscilla dalla tiepida indifferenza all’aperta opposizione. La ritrosia di Washington nei confronti dello Statuto, che non ha mai ratificato, è dovuto al timore che un organo giurisdizionale autonomo commini pene a danno di soldati americani in territorio di uno Stato membro, soldati finora protetti da ogni persecuzione penale non nazionale tramite accordi bilaterali. Nel 2017 la procuratrice Fatou Bensouda ha richiesto l’avvio di un indagine preliminare per verificare la violazione del diritto internazionale durante la guerra in Afghanistan: nel remoto caso in cui venissero alla luce crimini con responsabilità americane la reazione di Washington sarebbe indubbiamente durissima ma non avrebbe comunque conseguenze giuridiche, non essendo gli Usa sotto la giurisdizione della Corte. Altre pesanti critiche vengono dai paesi africani, in particolare Gambia, Sudafrica e Burundi, che accusano la Corte di perseguitare quasi esclusivamente cittadini africani: degli undici pocessi al momento in stato di indagine, dieci sono nei confronti di cittadini africani. Recente esempio di questa diatriba è il caso di Omar el-Bashir, presidente del Sudan, su cui pende un mandato di arresto per genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità commessi nella regione del Darfur.

LETTURE E APPROFONDIMENTI:

- G. Carlizzi, G.Della Morte, S. Laurenti, "La corte penale internazionale. Problemi e prospettive", La scuola di Pitagora.

- L. Tedoldi, "La giustizia internazionale. Un profilo storico-politico dall'arbitrato alla Corte penale", Carocci