di Lorenzo Bonaguro

CONVENZIONE QUADRO DELLE NAZIONI UNITE SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI

«Stabilization of greenhouse gas concentrations in the atmosphere at a level that would prevent dangerous anthropogenic interference with the climate system. Such a level should be achieved within a time frame sufficient to allow ecosystems to adapt naturally to climate change»

Art. 2

La Convenzione sui cambiamenti climatici - UNFCCC in sigla - è un trattato di diritto internazionale ambientale siglato nel giugno del 1992 ed entrato in vigore due anni dopo, durante la Conferenza ONU sull’Ambiente e lo Sviluppo di Rio de Janeiro, conosciuto anche come il “Summit della Terra”. In quella stessa occasione venne elaborato un altro documento importante, ma non vincolante anche questo: la “Dichiarazione di Rio sull’ambiente e lo sviluppo”. Scopo del documento era quello di ridurre le emissioni di gas serra a livelli tali da attenuare i cambiamenti climatici.

I principi chiave alla base del testo e delle nuove condotte che gli Stati firmatari si impegnarono a intraprendere sono dichiarati all’articolo 3: protezione del sistema climatico a beneficio anche delle future generazioni, speciale attenzione ai paesi in via di sviluppo e a quelli più esposti ai pericoli del cambiamento del clima. Inoltre vengono ribaditi il principio di cooperazione fra Stati e dello sviluppo sostenibile, che per la prima volta comparve in un documento internazionale materia di diritto ambientale.

Subito dopo, all’articolo 4, vengono esplicitati gli impegni: massima trasparenza nel condividere analisi, progetti e studi scientifici per la tutela ambientale e lo sviluppo, con un occhio di riguardo per determinate zone del pianeta. Al comma 2 dell’art. 4, vengono invece enunciati degli impegni aggiuntivi per i paesi che compaiono nell’Annesso I, ossia quelli industrializzati che si assumono ulteriori impegni: riduzione delle emissioni di gas a livelli inferiori a quelli del 1990 e assistenza tecnica/scientifica verso i paesi più arretrati. Per raggiungere questi obiettivi gli Stati decisero di rendere l’opinione pubblica parte attiva nella creazione di normative più ambientali (ex art. 6). La tutela dell’ecosistema doveva divenire un chiodo fisso per la società civile.

L’articolo 7 stabilisce la Conferenza delle Parti come «corpo supremo della Convenzione». I Membri iniziarono quindi a riunirsi annualmente per scambiarsi informazioni e fare il punto della situazione. In queste riunioni vennero fatti notevoli progressi, nonostante la difficoltà di trovare punti d’accordo fra posizioni molto diverse. Due conferenze furono particolarmente importanti: la terza tenutasi a Kyoto, nel 1997, e la ventunesima a Parigi nel 2016.

A Kyoto fu firmato l’omonimo protocollo, entrato in vigore solamente nel 2005, che di fatto si rivelò un fallimento nonostante le grandi aspettative. Il secondo, ancora più ambizioso, è al momento appeso a un filo a causa della posizione assunta dall’amministrazione Trump fin dal giorno dell’insediamento.

LETTURE ED APPROFONDIMENTI:

- F. MUNARI, L. SCHIANO DI PEPE, Tutela transnazionale dell'ambiente, Bologna, 2012

-[https://unfccc.int/resource/docs/convkp/conveng.pdf](https://unfccc.int/resource/docs/convkp/conveng.pdf)