il maxiprocesso di palermo

di Chiara Carnevale

«Questa sentenza può essere considerata una pietra miliare nella storia della lotta alla mafia?»

«Questo lo diranno i posteri. Noi possiamo dire che è un punto importante, di partenza e non di arrivo, nell'attività di repressione del fenomeno mafioso».

Intervista di Piero Marrazzo a Giovanni Falcone.


Sono passati 34 anni dal maxiprocesso di Palermo contro la mafia, che calava il sipario sopra il lato più oscuro della Sicilia, e in particolare sopra al gruppo di Cosa Nostra, l’organizzazione criminale e mafiosa che da anni e anni ormai, aveva il controllo su un territorio troppo vasto per passare inosservato. Un maxiprocesso che portava finalmente in superficie tutto ciò che per troppo tempo era stato tenuto nascosto. Infatti, al tempo, il processo raccontava una verità amara, ovvero che «la mafia ha assassinato il leader del governo locale, il leader dell’opposizione, il prefetto, il capo della polizia anti-crimine, i capi della caccia ai latitanti, due capi della Procura, un capo dell’Ufficio Istruzione, il medico legale. E giudici, carabinieri, poliziotti, giornalisti, pentiti, familiari dei pentiti. Tutti scomparsi in una guerra efferata che durava da anni».

L’organizzazione mafiosa di Cosa Nostra aveva infatti lasciato molte vittime dietro di sé. Tra questi il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, il commissario Boris Giuliano, il presidente della regione Sicilia Piersanti Mattarella, il procuratore Gaetano Costa, il segretario regionale siciliano del Pci Pio La Torre e molti altri ancora, tra cui giornalisti e innocenti civili. In più, Cosa Nostra uccise anche il consigliere istruttore Rocco Chinnici, il primo a valutare l’ipotesi di una squadra di giudici istruttori per combattere il problema mafioso. Progetto portato avanti poi da Antonio Caponnetto, giudice chiamato a sostituire Chinnici, che istituì un pool antimafia formato da giudici quali Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello, coadiuvati dal sostituto procuratore Giuseppe Ayala.

Il Maxiprocesso ha avuto inizio il 10 febbraio 1986, con il processo di primo grado tenutosi all’interno di un’aula bunker costruita appositamente nel carcere dell’Ucciardone a Palermo, vicino al quartiere di Borgo Vecchio. Bunker che passerà alla storia con il nome di Astronave. Questo, ideato da Francesco Martuscelli, era a forma di ottagono con 30 gabbie costruite a semicerchio per contenere 475 imputati, più di 200 avvocati e un esercito di giornalisti provenienti da tutto il mondo. Durato in tutto 638 giorni, è stato il primo processo ad accusare l’organizzazione conosciuta sotto il nome di Cosa Nostra per reati quali omicidio, traffico di stupefacenti, estorsione e associazione mafiosa. Presidente della Corte d’Assise è stato Alfonso Giuliano, mentre Pietro Grasso aveva il ruolo di giudice a latere. Dopo 349 udienze, 1314 interrogatori e 635 arringhe difensive, si è arrivati ad una sentenza di prima istanza che ha stabilito 346 condanne, 19 ergastoli e 11 miliardi e 14 milioni di lire di sanzioni pecuniarie, ma anche 114 assoluzioni. La sentenza del processo d’appello fu inondata di polemiche, in quanto gli ergastoli diminuirono a 12, le condanne vennero ridotte a oltre meno di un terzo, e ci furono altre 86 assoluzioni. Sicuramente la sentenza della Corte Suprema di Cassazione fu più severa, e infatti non solo tutte le condanne furono confermate, ma gran parte delle assoluzioni pronunciate nel giudizio d’appello furono annullate.

Una volta conclusosi il processo, Cosa Nostra iniziò il contrattacco con una nuova stagione di attentati. Tra questi, nel 1992 la strage di Capaci con l’assassinio del magistrato Giovanni Falcone, mentre, solo un mese dopo, il collega Paolo Borsellino perse la vita nella strage di via D’Amelio. Nello stesso anno morì anche Salvo Lima, parlamentare siciliano della Democrazia Cristiana, per il cui omicidio vennero condannati all’ergastolo tra gli altri anche Salvatore Riina e Pippo Calò.


LETTURE E APPROFONDIMENTI


http://www.antimafiaduemila.com/…/78159-il-maxiprocesso-la-…

https://www.avvenire.it/attu…/pagine/il-fatto-dell-anno-1987