di Lorenzo Bonaguro

Il CEFTA (Central European Free Trade Agreement)

Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, nel 1992 tre paesi nati dallo scioglimento del blocco orientale l’Ungheria, la Polonia e la Cecoslovacchia (il gruppo di Visegrad) decisero di creare insieme un’area di libero scambio che avrebbe facilitato la transizione delle economie da socialiste a fondate sul libero mercato. Nei piani dei rispettivi governi questo era l’unico modo per avviare lo sviluppo di tutte quelle caratteristiche economiche, sociali e politiche necessarie per richiedere l’accesso alle istituzioni dell’Europa Occidentale. Per questo motivo il CEFTA può essere considerato come una fase transitoria che prelude all’entrata nell’Unione per tutti quei paesi dell’Est che ancora non ne fanno parte.

Sul finire degli anni Novanta altri paesi del blocco orientale si unirono al CEFTA, ambendo alle istituzioni europee. In successione questi paesi furono: Slovenia (1996), Romania (1997), Bulgaria (1999), Croazia (2003), Repubblica di Macedonia (2006). Durante un summit ministeriale a Bucarest fu deciso di comune accordo l’allargamento collettivo nei confronti di Albania, Bosnia-Erzegovina, Moldavia, Montenegro, Serbia, che avvenne nel 2007. Anche la Missione di Amministrazione ad interim delle Nazioni Unite in Kosovo fa parte dell’area. Fu ventilata anche la possibilità di un’entrata dell’Ucraina. Tutti questi soggetti erano già parte di accordi commerciali all’interno del più generale Patto di Stabilità dell’Europa Sud Orientale, che fu di fatto assorbito nel CEFTA.

Prova di questo stretto legame fra CEFTA e UE è la quantità degli scambi commerciali. Un dato in particolare può rendere l’idea: il valore delle esportazioni in totale della prima verso la seconda equivale a 4.288.803.090 €. Il principale paese UE destinatario è la Germania, seguita da Croazia e Italia (664.952.380 €). Invece il valore totale degli scambi fra CEFTA e intraCEFTA in termini assoluti è di 5.876.007.840 €.

Il corpo principale dell’organizzazione è il Joint Committee (ex articolo 40) dove una volta l’anno si riuniscono i ministri del commercio dei membri per deliberare sulle linee d’azione da intraprendere e su come coordinare l’azione degli agenti. Al suo fianco vi è il Segretariato che svolge tutti i compiti amministrativi ordinari. Seguono poi i comitati specializzati di cui il più importante è il Committee of Trade Facilitation che ha il fondamentale compito di facilitare il commercio, ad esempio semplificando e coordinando le procedure doganali. Seguono poi vari sottocomitati con funzioni più specifiche come la creazione di servizi comuni inerenti al traffico di merci

Nel corso del tempo ci sono state molti recessi dal CEFTA ma tutte sono avvenute proprio a causa del successo dell’area di libero scambio. Infatti sono stati i paesi fondatori, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, i primi a uscire come conseguenza della loro entrata nel mercato europeo nel 2004, insieme alla Slovenia. Successivamente sono usciti per lo stesso motivo anche Bulgaria, Romania, e per ultima la Croazia. Ciò ha comportato una “balcanizzazione” geografica dell’intera organizzazione, essendo rimasti come membri solo paesi balcanici.

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