di Andrea Bernabale

LA NASCITA DELLE DUE GERMANIE


Al termine della seconda guerra mondiale, le potenze vincitrici - Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e URSS - iniziarono a discutere sulla gestione di un’eventuale divisione della Germania. Incapaci di elaborare un progetto capace di conciliare e soddisfare le richieste di tutte le parti in causa - e soprattutto avvicinare le posizioni sovietiche a quelle delle altre tre potenze alleate - nella conferenza di Potsdam del 2 agosto 1945, l’ultima delle grandi conferenze interalleate, si raggiunse un vago compromesso: dividere temporaneamente la Germania in quattro zone di occupazione.

Gli statunitensi occuparono la parte meridionale e il porto di Brema per facilitare l’ingresso di approvvigionamenti, i britannici la zona settentrionale, ai francesi la Germania sud-occidentale al confine con il proprio territorio, mentre all’Unione Sovietica la restante Germania orientale. La capitale Berlino, che ricadeva nella zona di occupazione sovietica, venne anch’essa divisa in quattro zone di occupazione, rispecchiando l’intera suddivisione del territorio tedesco in scala minore.

Complessivamente, l’Unione Sovietica controllava il 31% del territorio tedesco e la metà delle sue risorse e, come qualcuno ebbe a dire riguardo la suddivisione, i sovietici controllavano l’agricoltura, i britannici l’industria e gli americani i paesaggi. Tuttavia, la Germania divisa era carica di un significato simbolico più esteso: la divisione del mondo in una logica bipolare.

Teoricamente, nonostante la divisione del territorio, secondo gli accordi presi a Yalta e a Potsdam, la Germania avrebbe dovuto essere amministrata come una singola entità economica guidata dai programmi di comune accordo della Commissione Alleata di Controllo, alla quale prendevano parte le 4 potenze occupanti. I principi condivisi erano chiari e riassumibili nelle tre “D”: de-industrializzare la Germania, de-militalizzare e de-nazificare. In sostanza, eliminare ogni residuo del Terzo Reich. Degno di nota, nel processo di denazificazione, fu l’istituzione del Tribunale Penale di Norimberga chiamato a processare i gerarchi nazisti.

Ben presto, però, le tre “D” seguirono percorsi differenti nelle varie zone di occupazione: seppure l’URSS avesse diritto allo sfruttamento delle risorse del territorio tedesco orientale, oltre ad un ulteriore 10% della zona occidentale come riparazioni di guerra, i sovietici iniziarono ad instaurare un nuovo ordine sociale e politico sul proprio territorio occupato e ispirandosi, ovviamente, al modello socialista. Questo fu percepito, dagli occupanti occidentali, come una violazione dei precedenti impegni presi e, dal maggio 1946, interruppero gli scambi commerciali con la zona sovietica. La Germania cessava di essere un’unica entità economica.

Fu così che nel gennaio 1947, britannici e americani fusero le loro zone di occupazione dando vita alla Bizona, amministrata economicamente in modo unitario.

La frattura economica divenne ancor più palese in seguito al lancio del Piano Marshall per la ricostruzione in Europa, esteso anche alla Germania necessitando, però, di una riforma monetaria che sostituisse il reichsmark, ormai privo di valore poiché l’economia tedesca trovava sopravvivenza solo grazie ad un enorme mercato nero. I sovietici rifiutarono sia la riforma monetaria che gli aiuti economici del Piano Marshall e dichiararono l’intera Berlino come parte della propria zona e la restrizione al commercio divenne un vero e proprio blocco, come ripicca alla violazione degli accordi di occupazione. La situazione troverà soluzione solo tramite l’istituzione di un ponte aereo tra la zona tedesca occidentale e Berlino per assicurare approvvigionamenti. Nel marzo 1948 il delegato sovietico Sokolovski abbandona la Commissione Alleata di Controllo, dichiarando che l’organo non avrebbe avuto più avuto alcun tipo di autorità nei confronti della zona sovietica.

La Germania era ormai virtualmente divisa in due Stati: alla Bizona si aggiunse anche la Francia, che unì il proprio territorio a quelli già uniti di USA e Gran Bretagna, completando l’unità del fronte occidentale che, nel luglio ‘48, convocò l’istituzione di un’assemblea costituente chiamata ad elaborare la Legge Fondamentale, promulgata poi il 23 Maggio 1949. Seguì l’elezione del Parlamento tedesco occidentale, che andava a sostituire il governo militare alleato. Nasceva la Repubblica Federale Tedesca, o Germania Ovest, seppur con limitazioni di sovranità in termini di politica estera e commercio.

Nella zona sovietica la risposta non tardò ad arrivare e il 7 ottobre 1949 veniva ufficialmente creata la Repubblica Democratica Tedesca, anche conosciuta come Germania Est.

I sovietici, così come gli Alleati, rimasero in Germania come potenze occupanti e rinunciarono, nel 1953, anche alle riparazioni di guerra.

La Germania, cuore pulsante dell’Europa, ora batteva in due direzioni, opposte e ostili.


LETTURE E APPROFONDIMENTI:


  • “Dalle due Germanie alla Germania unita”, di E. Collotti, Einaudi, 1997