di Gabriele PatoDUE MONDI

LA CORSA ALLO SPAZIO E LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE


Fin dall’inizio della Guerra Fredda, Stati Uniti ed Unione Sovietica diedero avvio, in parallelo, allo sviluppo di armamenti nucleari sempre più potenti e sofisticati ("corsa agli armamenti") nonché allo sviluppo del settore missilistico e spaziale (la “corsa allo spazio”). La competizione tra le due grandi potenze mondiali, inizialmente mossa da esigenze di carattere meramente militare, si trasformò presto in un fattore di egemonia tecnologica e culturale, diventando un cruciale punto d’orgoglio per l’opinione pubblica di entrambi i paesi. Dunque, la corsa allo spazio costituì, dagli anni Cinquanta, un nodo strategico fondamentale a cui USA e URSS prestarono sempre maggiori attenzioni e risorse, dando una spinta fondamentale all’esplorazione spaziale...

I primi esperimenti in tal senso furono effettuati, in realtà, dagli ingegneri del Terzo Reich, guidati da Wernher von Braun, durante la Seconda Guerra Mondiale. Questi, tra 1942 e 1944, svilupparono il missile V2 (all’epoca denominato A4, nome scelto da Goebbels), primo missile balistico al mondo. I V2 furono utilizzati come armi da rappresaglia durante le ultime fasi del conflitto, in particolare contro Belgio e Regno Unito, ma non sortirono gli effetti devastanti sperati dai gerarchi nazisti. Nel 1945, mentre l’Armata Rossa stava rapidamente avvicinandosi al territorio tedesco, von Braun, accompagnato da un folto gruppo di colleghi, raggiunse la linea del fronte occidentale e si consegnò agli Statunitensi. Gli scienziati tedeschi furono ospitati, seppur in condizioni semi-carcerarie, a El Paso, dove avviarono il primo programma per il lancio di oggetti al di fuori dell’atmosfera. Nel 1946 un vettore V2 lanciato da El Paso scattò le prime immagini della Terra ottenute dallo spazio.

L’Unione Sovietica, ovviamente, non era rimasta a guardare: da quando l'Armata Rossa giunse in Germania e conquistò lo stabilimento missilistico di Peenemünde – da dove von Braun era fuggito poco tempo prima – oltre 6000 ricercatori vennero fatti prigionieri e trasferiti nella zona di occupazione e, tra questi, 170 vennero selezionati e deportati nei pressi di Mosca per contribuire allo sviluppo un programma spaziale sovietico. Grazie alla forzata collaborazione dei prigionieri tedeschi, la squadra diretta da Korolëv ed Ustinov riuscì a costruire una replica dei V2 nazisti, con il progetto di potenziarlo affinché potesse reggere il peso degli ordigni nucleari, circa mezza tonnellata.

Già da questi esordi dell’esplorazione spaziale, gli obiettivi erano chiari e ben definiti: sia Stati Uniti d’America che Unione Sovietica avevano stabilito tappe precise lungo il percorso della propria corsa allo spazio: innanzitutto il lancio di satelliti che si mantenessero un’orbita intorno alla Terra, poi quello di esseri umani, per poi raggiungere la Luna nell’arco di una quindicina d’anni. Prima di rischiare l’invio di esseri umani, tuttavia, si ritenne necessario sperimentare come degli esseri viventi (mammiferi, in particolare) potessero reagire ai numerosi stress causati dal viaggio, dall’attraversamento dell’atmosfera e dall’assenza di gravità. I primi esperimenti avvennero su moscerini della frutta, lanciati sui V2 americani nel 1946, che resistettero alle condizioni estreme e furono ritrovati vivi all’atterraggio. Due anni dopo, nel 1948, un macaco chiamato Albert I divenne il primo primate ad intraprendere un viaggio su un missile balistico. Nel 1949 un secondo macaco, Albert II, fu trasportato oltre la Termosfera, a 133km dalla crosta terrestre, ma morì nell’impatto dell’atterraggio, così come i suoi successori Albert III e IV. Di quest’ultimo vennero monitorate tutte le principali funzioni vitali, dimostrando come fosse possibile sopravvivere nonostante l’assenza di gravità. Nel 1951 anche i Sovietici diedero il via alla campagna di sperimentazione animale: il 22 luglio, Tsigan e Dezik furono i primi cani a raggiungere lo spazio, nonché i primi mammiferi ad essere recuperati sani e salvi da questa straordinaria avventura. Soltanto una settimana dopo Dezik ripeté l’esperienza del viaggio suborbitale, stavolta accompagnato dalla cagnetta Lisa, ma purtroppo entrambi perirono a causa di un problema nell’apertura del paracadute. I test sui cani si rivelarono un grande successo e gli scienziati russi proseguirono utilizzandoli nei test suborbitali per tutto il 1951.

Contemporaneamente, gli americani portarono avanti lo stesso tipo di ricerca ma preferendo l'utilizzo di topi e macachi, ritenuti più adatti allo scopo. I risultati si fecero sempre più incoraggianti, numerosi animali-astronauti furono recuperati vivi dalle missioni e poterono vivere a lungo, adottati dagli scienziati con cui avevano – involontariamente – collaborato. Il primo animale reso globalmente famoso dai viaggi spaziali fu la giovane cagna Kudrjavka – meglio conosciuta come Laika, il quale in realtà è il nome della razza – ovvero il primo essere vivente ad orbitare attorno al pianeta, a bordo dello Sputnik 2, nel novembre 1957. La spedizione di Laika, la quale si sapeva sarebbe morta “in missione”, dal momento che non era previsto un ritorno del satellite, fu un successo straordinario per l’URSS, che dopo essere riuscita ad anticipare gli USA ottenendo il primato del primo satellite artificiale in orbita terrestre – lo Sputnik 1, lanciato un mese prima – riuscì anche nell'impresa di dimostrare la possibilità di sopravvivere in tali condizioni. La morte di Laika/Kudrjavka, avvenuta per arresto cardiaco durante la permanenza nello spazio, commosse profondamente l’opinione pubblica internazionale e divenne un simbolo tutt’ora indimenticato ed omaggiato dalla cultura popolare. Persino il responsabile della missione, Oleg Gazenko, dichiarò nel 1998, ad oltre quarant’anni dalla morte della cagnetta, di avere rammarico per il suo «inutile sacrificio». Gli ingegneri sovietici, comunque, proseguirono con la sperimentazione animale, e nel nel 1960 venne lanciato in orbita quello che sembra un piccolo zoo: il 19 agosto, lo Sputnik 5 si staccò da terra con a bordo due cani – Belka e Strelka -, un coniglio, quarantadue topi ed un numero imprecisato di moscerini della frutta. Gli animali tornarono a Terra illesi ed uno dei cuccioli di Belka venne regalato alla figlia di John Fitzgerald Kennedy da Nikita Kruscëv in persona.

Dopo il 1961, quando i primi uomini – il russo Yuri Gagarin, seguito dall’americano Alan Shepard – orbitarono intorno al Globo, il lancio di animali perse rilievo per quanto riguardò la sperimentazione orientata alla possibilità di sopravvivenza degli astronauti, ma la pratica non venne certo abbandonata. Anche se Gagarin fu il primo uomo in orbita, va comunque sottolineato che, prima di lui, un altro ominide aveva raggiunto lo spazio il 31 gennaio 1961: si trattava di Ham, uno scimpanzé originario del Camerun, lanciato all’interno di un progetto della NASA, tornato a casa sano e salvo dopo un volo suborbitale in assenza di gravità lungo 16 minuti. Ham, che ricevette un addestramento di due anni proprio come un vero astronauta e fu parte attiva della missione, tornò «stanco e disidratato» ma in buona forma. In seguito, visse per diciassette anni allo zoo di Washington, star assoluta del parco.

Il lancio dei cosiddetti “biosatelliti” non si è comunque mai fermato e negli ultimi cinquant’anni praticamente ogni paese avventuratosi in missioni spaziali ha lanciato animali oltre l’atmosfera: dalle tartarughe sovietiche che hanno orbitato intorno alla Luna nel 1968, a vari tipi di insetti, anfibi, ragni, lumache, serpenti, pesci e moltissime altre specie. Attualmente, comunque, la ricerca è orientata maggiormente verso lo sviluppo di piante e funghi, principalmente allo scopo di sondare le possibilità di agricoltura extraterrestre.

LETTURE E APPROFONDIMENTI:

- Link4Universe: "L'incredibile storia degli astronauti-cani sovietici" https://www.youtube.com/watch?v=EK2IhPKJgG4

- Chris Dubbs, “Space Dogs: Pioneers of Space Travel” Writer's Showcase Press, 2003.

- Lista ufficiale degli astronauti non-umani: http://www.planet4589.org/…/b…/astronauts/astronaut/bio.html

- La storia di Laika: https://www.youtube.com/watch?v=-8ThE479bNY

di Gabriele Pato