Kosmos 954
FILIPPO FRIGERIOKOSMOS 954
La vicenda di Kosmos 954 avvenne in piena Guerra Fredda, negli anni della Space Race, e può essere definito come il primo caso in cui il mondo intero fu messo in allarme da un oggetto proveniente dallo spazio. In quel periodo l’Unione Sovietica lanciò una serie di satelliti da ricognizione nell'orbita terrestre, fra i quali vi erano potenti satelliti radar, usati per la sorveglianza degli oceani al fine di rintracciare e individuare navi e sottomarini. Uno di questi era Kosmos 954.
I satelliti radar di questo tipo richiedevano un’alta potenza che non poteva essere ricavata dai pannelli solari, troppo inefficienti per mantenerli operativi. Per risolvere il problema, i sovietici decisero di installare all’interno dei loro satelliti reattori nucleari, così da ricavarne la potenza necessaria. Tutto ciò era giustificato dal fatto che, secondo le previsioni sovietiche, i satelliti si sarebbero disintegrati al rientro, bruciando interamente e disperdendo le componenti radioattive negli strati alti dell’atmosfera, senza causare alcun tipo di inquinamento sulla Terra.
Kosmos 954 fu lanciato il 18 settembre 1977, con al suo interno un reattore nucleare pienamente funzionante contenente 50 kg di uranio-235, ma ebbe vita breve: in seguito a una serie di malfunzionamenti, il 24 gennaio 1978 il satellite iniziò la sua caduta verso la Terra. La velocità dell’orbita, la sua angolazione e l’inclinazione orbitale rendevano impossibile prevedere dove sarebbe avvenuto l’impatto.
I sistemi di sicurezza non funzionarono, impedendo l’espulsione del reattore e la dispersione delle componenti radioattive, e il satellite, una volta rientrato nell’atmosfera, si divise in centinaia di pezzi, compreso il reattore che si spaccò immediatamente. Di conseguenza l’uranio-235 si riversò nell'atmosfera contaminando l'intera struttura del veicolo spaziale.
L’impatto con la Terra avvenne, fortunatamente, in una regione scarsamente popolata del Canada nordoccidentale, nei Territori del Nord Ovest, spargendo detriti radioattivi e contaminando un'area di 124.000 chilometri quadrati, tra il Grande Lago degli Schiavi e il Lago Baker.
Dopo l'incidente, il governo canadese intraprese un massiccio sforzo di risanamento delle radiazioni, riuscendo tuttavia a recuperare e smaltire meno dell’1% dei detriti. In base agli accordi internazionali di quegli anni, e tutt’ora in vigore, coloro che lanciano in orbita satelliti sono responsabili di eventuali danni che potrebbero derivare dal loro rientro nell'atmosfera terrestre. Il governo canadese chiese, quindi, all’Unione Sovietica un risarcimento di 6 milioni di dollari.
L'URSS in un primo momento si difese, allegando la mancanza di colpa nella caduta del satellite, che era stato progettato e lanciato in orbita con la massima diligenza. Sostenne di non dover risarcire i danni, dal momento che la caduta si era verificata non per propria colpa, ma per forza maggiore. Il Canada ribatté sostenendo che bastasse il lancio del satellite a generare in capo all'URSS una responsabilità oggettiva. Dopo ulteriori resistenze, i sovietici pagarono solo 3 milioni di dollari, ritenendo che il risarcimento fosse dovuto, non per un obbligo giuridico, ma per gentile concessione.