Il piano Molotov

ANDREA BERNABALE

IL PIANO MOLOTOV

Il "Piano Molotov" fu un sistema di aiuti economici creato dall'Unione Sovietica nel 1947 e rivolto agli Stati dell'Est europeo allineati, politicamente ed ideologicamente, all'Unione Sovietica.

Prese il nome dal celeberrimo ministro degli Esteri sovietico Vyacheslav Molotov, che percepì argutamente la necessità di rispondere al piano di aiuti statunitense, meglio conosciuto come Piano Marshall.

La risposta fu infatti un Piano Marshall in salsa sovietica che porterà, nel 1949, alla nascita del COMECON, una vera e propria integrazione economica, ideologica e politica tra gli Stati appartenenti al blocco sovietico.

Il Piano Molotov consisteva in una serie di accordi bilaterali dei vari Stati con l'Unione Sovietica, al fine di finanziare la ricostruzione nei Paesi satellite dell'Europa dell'est, martoriati dagli esiti della guerra.

Per l'Unione Sovietica si trattava, invece, di una strategia politica finalizzata al contenimento della sfera d'influenza statunitense.

Infatti, dinnanzi alla proposta del piano Marshall, diversi Stati - tra cui Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria - erano tentati di fruirne, accettando le sue condizioni e, di fatto, entrare nella sfera d'influenza occidentale. Ciò risultava qualcosa di politicamente inaccettabile dai vertici sovietici.

Molotov dichiarò apertamente che il Piano Marshall era un chiaro tentativo di imperialismo americano sull'Europa e di reintegrazione della Germania negli orizzonti capitalistici.

Il Piano Molotov, in definitiva, non era solo un'alternativa politica ma anche una decisione necessaria da parte dei sovietici e, allo stesso tempo, un piano di aiuti alquanto contraddittorio, in quanto, i sovietici elargivano tali aiuti ai paesi dell'est europeo ai quali chiedevano (nei casi in cui avessero militato tra i Paesi dell'Asse durante il secondo conflitto mondiale) di pagare le riparazioni di guerra all’Unione Sovietica stessa.