Il Piano Marshall

GABRIELE PATO

IL PIANO MARSHALL

Il 5 giugno 1947 il segretario di Stato americano George C. Marshall, durante un discorso sulla situazione economica mondiale al Graduated Students Club di Harvard, annunciò la proposta del governo USA di lanciare l'European Recovery Program (ERP): un vasto programma di aiuti economici all'Europa mirato non soltanto all'immediata ricostruzione ma pensato allo scopo di un forte rilancio delle economie europee, di una maggiore integrazione politico-economica tra le stesse e tra esse e gli Stati Uniti.

Tra gli stati europei soltanto il Regno Unito era già a conoscenza del piano nei dettagli, mentre altri paesi erano al corrente soltanto delle intenzioni americane: si veda il caso di Alcide De Gasperi, il quale ancor prima del discorso di Marshall – nel gennaio 1947 – si era recato negli USA chiedendo “dollari, pane e carbone”. Tutti i paesi dell'europa centro-occidentale accolsero con favore la proposta di Marshall. L'Unione Sovietica, dopo un primo momento di apertura, chiuse ogni possibilità di negoziazione ed impose questa linea ai suoi «satelliti» del blocco orientale. Così dollari, grano e carbone – ma anche macchinari, mezzi da lavoro, dischi in vinile, pellicole cinematografiche, vestiti, libri e fumetti – cominciarono ad attraversare l'Atlantico in direzione ovest-est.

Fra il 1948 ed il 1951 l'European Recovery Program riversò sulle economie europee tra i 14 e i 17 miliardi di dollari distribuiti principalmente in prestiti a fondo perduto, derrate alimentari e tecnologie industriali; i paesi che ricevettero maggiori aiuti furono, quelli che avevano subito danni più gravi durante il conflitto mondiale: Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia. Oltre a questi vennero comunque coinvolti anche paesi che erano stati ai margini del conflitto o si erano tenuti neutrali, quali Portogallo, Svezia, Svizzera e Turchia.

Gli effetti desiderati non tardarono ad arrivare: entro il 1951 l'economia dell'Europa occidentale aveva già superato mediamente del 30% i livelli produttivi prebellici e lo aveva fatto secondo il modello propugnato dagli USA ovvero un sistema economico più o meno liberista, che andasse verso un'integrazione delle economie europee.

In tutte le nazioni investite dal programma di aiuti i partiti filo-statunitensi e moderati vinsero le elezioni, si ebbe un discreto attenuarsi dei conflitti sociali e un allontanamento dall'influenza sovietica. Queste condizioni portarono, non a caso, alla stipulazione del Trattato Nord Atlantico (NATO) che, tra il 1949 ed il 1955, legò tutti i paesi interessati dall'ERP in una grande alleanza militare tutt'ora vigente.

Il piano Marshall terminò ufficialmente la propria attività nel giugno 1952, dopo un quadriennio esatto dal discorso di Marshall ad Harvard, ma di fatto i flussi di denaro e derrate cessarono nel 1951 anche a causa dell'inizio della guerra di Corea.