di Gabriele Moretti

il tricolore italiano

Il nostro viaggio attraverso la storia ed il significato delle bandiere, prosegue oggi con il nostro vessillo nazionale, il Tricolore italiano. Nonostante ogni italiano ne conosca il nome e, volontariamente o meno, si riconosca nei suoi colori, la sua lunga e travagliata storia è sconosciuta ai più.

Come molte altre bandiere nazionali, il Tricolore italiano ha una storia secolare che travalica i confini degli stati-nazione attuali: le tre bande verticali verde-bianco-rosso vennero inizialmente adottate dai giacobini nel 1789, alla vigilia della rivoluzione francese, quando il leader rivoluzionario Camille Desmoulines propose di adottare i colori della rivoluzione americana, sostituendo il blu con il verde, simbolo della speranza. Pochi giorni dopo, il verde venne sostituito dal blu, che riprendeva i colori storici della città di Parigi. Ciononostante, quando gli ideali rivoluzionari arrivarono in Italia, cominciò a diffondersi l’uso di foglie verdi attaccate ai berretti e alle vesti, che ben presto si trasformarono in vere e proprie coccarde prima totalmente verdi, poi con il tricolore verde-bianco-rosso: il verde fu preferito al blu in quanto simbolo, da un lato, della speranza per un futuro radioso di libertà e unione nazionale, dall’altro, del diritto naturale.

Le testimonianze più antiche dell’uso del tricolore italiano come bandiera risalgono invece all’epoca napoleonica. Quando, tra 1796 e 1799, l’esercito francese guidato da Napoleone Bonaparte discese in Italia, i filo-giacobini italiani insorsero sistematicamente contro i propri sovrani e sostennero l’avanzata transalpina e la fondazione di nuove repubbliche, innalzando alternativamente il tricolore “francese” e quello “italiano”. Il primo documento attestante l’utilizzo ufficiale del tricolore italiano è conservato a Cherasco, in provincia di Cuneo, dove nel 1796 questo venne issato sul palazzo comunale al posto del vessillo dei Savoia. Nello stesso anno, la neocostituita Legione Lombarda – reparto militare italiano appartenente all’esercito napoleonico – scelse come stendardo il tricolore con al centro il tradizionale cappello rosso dei giacobini. Pochi mesi dopo, questo venne esteso alla Legione Italiana, l’esercito della Repubblica Cispadana, che, per prima, lo adottò come bandiera nazionale e non soltanto militare, e ne diffuse rapidamente l’uso in tutta la penisola. Nel 1802, con l’unione delle varie repubbliche nate durante le Campagne d’Italia nella Repubblica Italiana, il tricolore tradizionale venne sostituito da «un quadrato a fondo rosso, in cui è inserito un rombo a fondo bianco, contenente un altro quadrato a fondo verde», al quale venne aggiunto lo stemma imperiale di Bonaparte con la trasformazione della repubblica in Regno d’Italia.

In seguito alla Restaurazione, l’uso del Tricolore venne proibito e la sua esposizione in pubblico era sanzionata con la pena di morte. Di conseguenza, esso divenne il simbolo clandestino dei patrioti e la sua importanza crebbe prima con i moti del 1821 e venne scelto – con le fasce orizzontali anziché verticali – come vessillo della Giovine Italia di Mazzini. Da questo momento, ogni insurrezione patriottica nella penisola si colorò di verde, bianco e rosso. Quando, in seguito ai moti del 1848 e alla prima guerra di indipendenza, gli interessi dei patrioti italiani incrociarono quelli di casa Savoia, questi ultimi decisero di utilizzare il Tricolore, prima per la marina, poi come bandiera nazionale, inserendovi all’interno lo stemma sabaudo. Con la nascita del Regno d’Italia, tra 1861 e 1870, il Tricolore cominciò a sventolare ufficialmente dal Veneto alla Sicilia e, da lì in poi, non subì sostanziali variazioni. Dopo l’8 settembre 1943, durante la guerra civile italiana, venne adottato tanto dalla Repubblica di Salò – che vi inserì al centro un’aquila con un fascio littorio) quanto dai partigiani del CNL – che vi inserirono una stella a cinque punte e la sigla CNL.

Alla nascita della Repubblica Italiana, il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri n° 1 del 19 giugno 1946, la bandiera venne modificata con l’eliminazione dello stemma dei Savoia. L’uso del Tricolore, senza aggiunta di altri simboli, venne stabilita nell’articolo 12 della costituzione: «La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni».

Curiosità: tutti i primi sei esemplari del tricolore italiano, risalenti al 1796, sono tutt’ora esistenti. Cinque si possono ammirare al museo di storia militare di Vienna, e uno al Musée de l’Armée di Parigi.