Le guerre anglo-boere

FRANCESCO MELE

LE GUERRE ANGLO-BOERE

«L'impero – io l'ho sempre detto – è una questione di stomaco. Se non si vuole la guerra civile, occorre diventare imperialisti!»

(Cecil Rhodes a Die Neue Zeit, 1898 )

I conflitti tra esercito inglese e boeri sono tra gli episodi più significativi dell'espansione coloniale britannica in Africa meridionale, votata al progetto di un corridoio che, attraversando tutto il continente, collegasse Città del Capo al Cairo, progetto che venne portato avanti a scapito tanto dei Boeri quanto degli indigeni Xhosa e Zulu.

La Colonia del Capo, fondata alla fine del XVII secolo da commercianti olandesi, era controllata dai Boeri, diretti discendenti dei primi coloni. La cessione della Colonia al Regno Unito, avvenuta nel 1814 dopo oltre vent'anni di occupazione militare inglese, inaugurò un irreversibile stato di tensione tra le due comunità e provocò una vasta ondata di emigrazione boera verso le regioni settentrionali dell’Orange e del Natal-Transvaal, dove vennero creati due nuovi stati indipendenti. L'ambizione coloniale britannica, dettata dalla consapevolezza di essere la potenza egemone a livello mondiale, superava di molto la prudenza e spesso scavalcava i canali diplomatici tradizionali. Tanto che, dopo anni di sconfinamenti in territorio boero culminati nell’annessione della Repubblica di Natalia nel 1843, le cancellerie di tutta Europa prospettavano un imminente conflitto, sventato soltanto da un assestamento geopolitico dell'Africa meridionale che portò ad una temporanea stabilizzazione dei rapporti di forza. Infatti, rispettivamente nel 1848 e 1854 nacquero due nuove repubbliche boere nel nord-est dell'attuale Sud Africa, il Transvaal (ricchissimo di giacimenti auriferi e diamantiferi) e lo Stato libero di Orange.

L’equilibrio però si infranse definitivamente nel 1877, quando il segretario di Stato per le Colonie sir Theophilus Shepstone annunciò l'intenzione di occupare la repubblica del Transvaal e, ottenuto l'appoggio di Londra, passò all'offensiva invadendo la regione. La reazione boera non tardò ad arrivare, dando luogo nel 1880 alla prima guerra anglo-boera, conclusasi l'anno seguente con la brutale sconfitta britannica presso Majuba Hill. Conseguentemente, il primo ministro britannico Gladstone concesse l’autogoverno boero nel Transvaal sotto una formale supervisione britannica. L'immigrazione massiva dei così detti “uitlanders”, coloni britannici in cerca d'oro e diamanti, contribuì a ravvivare il clima di tensione nel Transvaal, poiché questi erano visti come nuovi invasori ed erano sistematicamente privati dei propri diritti dal governo guidato dall'eroe della resistenza boera Paul Krüger. Nonostante la tensione e la creazione di nuove colonie inglesi a circondare il Transvaal, lo stesso Krüger riuscì a stringere rapporti con le nuove colonie tedesche dell'Africa sud-occidentale e sud-orientale (corrispondenti grossomodo agli attuali Namibia, Tanzania, Burundi e Ruanda) trovando un potente appoggio in funzione anti-britannica e garantendo un temporaneo equilibrio nella regione.

Nel decennio seguente, il ricchissimo imprenditore minerario Cecil Rhodes, eletto primo ministro della Colonia del Capo nel 1890, cercò di sfruttare le tensioni etniche e sociali a proprio vantaggio: una rivolta degli uitlanders avvenuta nel 1896 fu il pretesto per un fallimentare tentativo di golpe nel Transvaal. Il timore di un’alleanza tra Boeri e Tedeschi capace di scacciare Regno Unito dall'Africa meridionale non fece che aumentare le frizioni e portò, nel 1899, allo scoppio della seconda guerra anglo-boera. Questa volta ad attaccare per primi furono i Boeri che, tra il 1899 e il 1900, colsero importanti vittorie, penetrando profondamente nella Colonia del Capo e nel Natal. La situazione però si capovolse il 14 febbraio, quando le truppe britanniche comandate da Lord Roberts, ottenuti i rinforzi necessari, occuparono Bloemfontein e, il 5 giugno successivo, la capitale Pretoria. I Boeri resistettero per altri due anni tentando, con scarso successo, tattiche di guerriglia, a cui gli Inglesi risposero con il pugno di ferro, creando veri e propri campi di concentramento in cui furono deportati non soltanto i prigionieri di guerra, ma donne e bambini boeri colpevoli soltanto di appartenere al gruppo sociale “sbagliato”. La guerra si concluse definitivamente nel 1902 con il trattato di Vereeniging, con il quale le repubbliche boere del Transvaal e dello Stato libero di Orange divennero territori dell’ Impero britannico.