Congo - La colonia privata di Leopoldo II

GABRIELE PATO

CONGO - LA COLONIA PRIVATA DI LEOPOLDO II

«Il cesto delle mani mutilate, gettato ai piedi del comandante europeo del posto, divenne il simbolo dello Stato Libero del Congo...» (P. Forbath)

Il 1° giugno 1885 re Leopoldo II, già re del Belgio, divenne sovrano dello Stato Libero del Congo. Questo nuovo stato, nato nel cuore più profondo dell'Africa, presentava una serie di caratteristiche peculiari rispetto a qualsiasi altra entità coloniale contemporanea. A differenza delle colonie inglesi, francesi o olandesi, il regno del Belgio non aveva nulla a che fare con il Congo, il quale era del tutto indipendente: semplicemente condividevano lo stesso sovrano.

Leopoldo II era, in Belgio, un sovrano costituzionale e progressista; in Congo invece deteneva una monarchia assoluta e personalistica: era sua proprietà privata. Il leggendario esploratore H.M. Stanley – primo europeo a navigare il fiume Congo – e Leopoldo II stabilirono i confini del nuovo stato in un pomeriggio estivo sulle rive del Mare del Nord, ad Ostenda, presso la residenza reale. Insomma, non vi erano condizioni geografiche o naturali, necessità storiche o concezioni metafisiche per cui gli abitanti delle foreste pluviali del Kasai, della savana del Katanga o delle aree montuose del Kivu dovessero diventare compatrioti; c'erano soltanto due uomini bianchi, uno con la barba ed uno con i baffi, che tracciavano linee rosse su un foglio di carta bianca.

Per lungo tempo, il controllo dell'area da parte degli europei fu estremamente limitato; l'interesse principale di Leopoldo era quello di stabilire stazioni per il commercio dell'avorio e l'opera di evangelizzazione. Non creò un apparato burocratico, che d'altra parte non avrebbe potuto mantenere, e cercò sempre di ottenere il massimo del guadagno con il minimo sforzo.

Lo Stato Libero venne presto suddiviso in due aree economiche: una zona di commercio libero aperta a commercianti di tutti gli stati europei ed un Dominio Privato del re, che costituiva due terzi del paese. Questo territorio era a sua volta suddiviso in enormi appezzamenti, i più grossi dei quali raggiungevano le dimensioni dell'Irlanda, e dato in concessione ad aziende private per l'estrazione della gomma. I dividendi ottenuti dallo sfruttamento diretto, dal commercio e dalle concessioni erano per la maggior parte reinvestiti in Belgio. Leopoldo usava uno stato per dare vigore all'altro. Egli stesso disse «il Belgio era una pentola a pressione senza valvola. Quella valvola ora è il Congo».

Con il passare degli anni crebbero le pressioni perché vi fosse una più rapida crescita dei profitti e da Bruxelles venne ordinato un nuovo sistema di paghe per gli ufficiali, legato alla quantità della produzione. Alle comunità indigene veniva imposto di commerciare esclusivamente con lo stato e le stesse erano obbligate a consegnare, a prezzi decisi dagli ufficiali, determinate quantità di avorio e caucciù settimanali; dovevano poi rifornire di vettovaglie i soldati ed i lavoratori bianchi ed offrire il 25% dei membri della comunità come forza lavoro gratuita.

Al fine di controllare il raggiungimento delle quote di gomma imposte dallo stato e per controllare la disciplina degli indigeni, venne organizzata una sorta di polizia, adibita al controllo schiavile, formata da autoctoni provenienti dall'alto Congo, chiamata Force Publique; questa divenne nota per la famigerata pratica dell'amputazione delle mani: gli ufficiali belga, affinché i sottoposti locali non sprecassero munizioni per cacciare, imposero che questi dovessero consegnare una mano mutilata per ogni cartuccia utilizzata, così da dimostrare di averla usata per l'esecuzione di chiunque non avesse raccolto una quantità di caucciù sufficiente. Come conseguenza, le (mancate) quote di gomma venivano pagate in mani umane, usate quindi come macabra moneta di scambio. Interi villaggi venivano depredati e assassinati per ottenere le mani e consegnarle alle autorità come prova del proprio lavoro.

Le cifre del massacro di popolazione autoctona da parte dei funzionari belgi, attraverso vere e proprie esecuzioni, mutilazioni e razzie non sono mai state precisamente stimate. Si conta però, a seconda delle fonti, che la popolazione dell'area controllata dallo Stato Libero del Congo, calò di 5-10 milioni di persone nel corso di dodici anni. Si trattò di uno dei crolli demografici più spaventosi a noi conosciuti, forse maggiore all'incidenza delle epidemie di peste in Europa.

La fine del dominio personale di Leopoldo II arrivò nel 1908, in seguito a forti pressioni internazionali nate da indagini condotte dal governo britannico in merito al rispetto degli accordi di Berlino, nonché grazie alla diffusione di indagini giornalistiche sul sistema di schiavitù e allo straordinario successo del romanzo Cuore di tenebra, di Joseph Conrad, scritto dopo la sua personale esperienza di comandante di una nave sul fiume Congo. Lo stato passò al nome di Congo Belga e la sua amministrazione venne legata indissolubilmente a quella del Belgio, rientrando nella forma tradizionale del colonialismo.