CORONAVIRUS:

La situazione e il comportamento dei ragazzi

di Domenico Franza

In questo periodo in cui si stanno abbassando i contagi, c'è la necessità di vedere cosa comporterà a livello psicologico la DAD, la privazione della socialità e ora delle festività di Natale e capodanno. C’è lo spiegherà Dario Lenotti, un ragazzo di 24 anni che attualmente frequenta l’università e nel suo tempo libero ama stare accanto ai ragazzi.

1. Dario, cosa ti spinge a stare molto vicino ai ragazzi, anche in questo periodo difficile?

Poiché gli adolescenti non hanno più la possibilità di andare a scuola, l’oratorio vuole essere un punto di riferimento per tutti i ragazzi di questa fascia di età nonostante sia chiuso al momento. C’è la necessità di far sentire loro la nostra vicinanza, come stanno facendo anche altri oratori, quindi ci si inventa qualche dinamica per continuare lo stesso servizio.

2. Cosa pensi della DAD? Sia dal tuo punto di vista che da quello dei ragazzi?

La DAD ha sicuramente un grande potenziale, che è quello di introdurre la tecnologia e le modalità digitali alternative nell’insegnamento, potenziandole. Attualmente la didattica a distanza sta sostituendo l’incontro scolastico a cui i ragazzi erano abituati, mettendoli in difficoltà perché li priva dell’ambiente scolastico vero e proprio. L'ambiente della classe, con tutti i momenti informali che ci sono durante la giornata scolastica, in questo periodo è venuto meno e gli studenti e le studentesse si trovano da soli ad affrontare lo studio.

3. In cosa questo periodo è diverso rispetto a marzo per i ragazzi?

Sicuramente è diverso sia per gli studenti sia per gli insegnati; a marzo era tutto una novità e c'era anche la necessità di far fronte a un evento terribile e inaspettato per tutti, la pandemia. Dall’altro i professori non sapevano come concludere l’anno, come organizzare le verifiche e come riuscire rimodulare il loro modo di fare scuola. Dopo il ritorno in presenza di settembre e il rispetto di tutte le regole necessarie, si è ritornati all’uso della DAD. Se adesso sicuramente professori e studenti sono più preparati di prima, si percepisce la stanchezza verso questa modalità e la voglia di tornare alla vita normale, anche scolastica.

4. Secondo te che danni provocheranno ai ragazzi dopo questo Coronavirus?

Non parlerei di danni, ma sicuramente di un cambiamento forte nel momento in cui i ragazzi prenderanno consapevolezza di tutto ciò che hanno passato. Si vedrà in che modo risponderanno alla DAD, poiché, oltre l'obbligo di seguire la lezione a distanza, c'è da vedere il rendimento scolastico, una volta finita la pandemia. Quando gli studenti ripenseranno a quello che è successo, saranno più maturi su certi atteggiamenti. Un risvolto negativo si ha sicuramente quando si accumula rabbia e stress, ma una volta arrivati in fondo al tunnel capiremo che ciò che non uccide fortifica”, come recita il detto.

5. Secondo te ritorneremo a scuola?

Secondo me sì, o almeno spero il prima possibile. Ovviamente non sarà come era un anno fa, le modalità di incontro saranno diverse, le entrate e le uscite saranno necessariamente scaglionate.

6. Cosa vorresti dire ai ragazzi?

Quello che vorrei dire loro è questo: so che in questo momento state perdendo una grandissima opportunità, stare in classe, avere una routine normale, sviluppare quelle relazioni che nell'adolescenza sono fondamentali per la formazione del carattere, iniziare a distaccarsi dalla famiglia e a pensare in modo autonomo. Tutte esperienze che da un anno sono un po’ in balia degli eventi. Dall’altro la DAD sta insegando a gestire il tempo come nessuno nella storia della scuola italiana ha fatto prima. Tuttavia, vedremo presto cosa avete imparato e trattenuto nel vostro bagaglio.