Pino Biggi la mattina presto con il caffé, la pipa in bocca, la vestaglia di seta a righe blu e rosse, che si fa fotografare proiettando la sua ombra sul muro mentre regge una sua tela nell'atto di donare, un riferimento alla figura della statua etrusca “Ombra della sera”....sempre in dialogo con l'arte creata da altri uomini come lui, come tutti quelli che, amando l'arte, combattono il dolore dell’esistenza re-inventando il mondo.

(foto di Elena Klusemann)



La Fondazione Terre medicee (Palazzo mediceo e Scuderie del Comune di Seravezza) sta realizzando per luglio e agosto 2022 (16 luglio-15 agosto), nella splendida cornice delle Scuderie, l’evento espositivo “LA DISCIPLINA DEL SILENZIO, la pittura di Pino Biggi”, curato da Michele Bonuomo, storico dell’arte, autore di numerosi cataloghi e direttore della rivista specializzata «Arte», che scrive di lui:

«In tempi rumorosi - quelli in cui Pino Biggi mette a punto il suo magistero artistico - la scelta di inabissarsi nell'essenza più recondita della pittura ha qualcosa di eroico. È un azzardo estremamente rischioso che può sostenere solo chi ha una memoria lunga, una sensibilità estrema nel cogliere echi provenienti da territori più imprevedibili e una capacità di costruire un “mondo altro”, intricato e semplice al tempo stesso, ma che si fa paradigma di stati d'animo che cercano la calma interiore e visioni senza compromessi. Pino Biggi fa tutto questo, forte di una disciplina intellettuale che gli consente di armonizzare cronache private e storie universali attraverso una lingua pittorica colta e “contemporanea” di ogni stagione dell'arte: da quelle più remote a quelle più attuali. All'occasione, infatti, sa essere discepolo di Duccio e complice di Savinio, austero come un maestro bizantino e ridondante come un grande barocco italiano, mai indugiando però in retoriche artificiose.

Davanti e dietro i suoi “sipari” - soggetti iconici di tanti suoi lavori -, ad agire come protagonista e spettatore è il silenzio: un intervallo che sembra non avere limite, dove le passioni e le pulsioni più recondite - sia di chi dipinge che di chi guarda - si amplificano ad libitum. I dipinti di Biggi vanno intesi come luoghi del cuore, del sogno, dell'inconoscibile: spazi autobiografici dell'artista, aperti, però, ad accogliere quanti si rendono disponibili ad entrarvi.»

Si tratta della presentazione delle diverse manifestazioni artistiche di questo “apolide dell’immaginario” (Tommaso Trini, Catalogo Pino Biggi, Mazzotta, Milano, 2002) che a Seravezza è legato dall’amore per la proprietà della Ceragiola, una cava a picco di fronte al mare della Versilia, una cattedrale di marmo da cui gli etruschi hanno tratto il materiale impiegato nelle loro statue.

Verranno esposti i suoi quadri, alcune delle sue sculture e ci sarà una serata di teatro narrativo con l'interpretazione di una delle sue “Novelle quasi fiabe", che il poeta Umberto Saba cercò di far pubblicare durante la sua vita. Nei quattro fine settimana dell’evento espositivo troveranno spazio alcune conferenze che si occuperanno della sua opera all’interno del tema più generale della creazione artistica e della sinestesia fra le diverse arti, serate di teatro narrativo, di musica, sempre al centro della sua ispirazione.

Pino Biggi è stato definito: un “Post-antico”, per il suo richiamo al gotico internazionale, amato con una visione personale, e anche un “Apolide dell’immaginario”, per le armonie coloristiche che vanno oltre il programma delle nuove correnti.

La sua avventurosa spericolatezza prospettica lo ha reso padrone dei confini fra l’ordine e il disordine nella sinestesia dei sensi. Benché sia stato anche un poeta, la sua pittura è scevra da intenti letterari. Nessun quadro ha un titolo. Poiché questo pittore disegna poco - lui struttura, anzi architetta - c’è uno scultore e anche un musicista nella pittura di Pino Biggi. «Mondi che risultano incrociati», scrisse Tommaso Trini nel catalogo dei dipinti ad olio curato per la personale che il Comune di Pietrasanta volle dedicargli presso il chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta nel 1998. Il punto d’incontro fra i dipinti, la sua produzione letteraria, le sculture, è lo spessore storico, costruito attraverso un lungo lavoro di filtro d’una continua meditazione interiore sull’arte, la poesia e letteratura, la musica. A cominciare dalla riflessione sull’esigenza antropologica dell’uomo di creare arte, arte che non serve altro che a se stessa, a elevare l’uomo dalla condizione materiale dell’esistenza. Da quella antica, l’arte gotica, agli amati Antonello da Messina e Carlo Crivelli, a quella del Novecento di Burri e di Gnoli. Ancora da Trini: «Promemoria vivente della propria specie Biggi ha dipinto più di sessant’anni senza curarsi di esporre i propri quadri. Incontrare un’opera intimamente avventurosa come quella di Pino Biggi è un privilegio per gli spettatori, al cui giudizio si presenta un patrimonio ormai compiuto e tuttavia inedito e una sfida certamente per la critica che avrà un’eccellente occasione per dimostrare di saperne risalire il corso».


La più sensibile delle sue qualità nella pittura è il colorismo acceso, prodotto dalle interazioni cromatiche. Nel loro trascolorare i suoi dipinti narrano di jazz, di Bossanova, della musica di Bach, di cui ha usufruito come un vero “fumatore d’oppio sonoro”. L’energia dei colori velati e il ritmo musicale delle forme vibrano entro un’architettura spaziale delle superfici, che è la loro qualità più intellettuale. Una vicinanza può emergere nella sua apparente destrutturazione e per l’ingrandimento dei dettagli come Domenico Gnoli, ma in modo diverso.


Sabato 16 luglio, alle 19.30 all'inaugurazione dialogheranno con il curatore Michele Bonuomo Paola Marini, già direttrice delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, e la restauratrice Lisa Venerosi Pesciolini, che nel suo studio nella casa della campagna di Arena Metato ha trascorso molti pomeriggi incantati a parlare di arte e tecniche pittoriche.


Apertura:

ogni sera dalle 19.00 alle 23.00

Accanto alla sala dove saranno esposte circa 65 opere visive fra quadri e sculture, nell’Auditorium tecnicamente attrezzato delle Scuderie della Fondazione Terre medicee (160 posti) durante i fine settimana sono organizzate le varie attività di spettacolo.


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Per informazioni commerciali: Studio la Città, Verona

- gallery@studiolacitta.it - 045 597549



APPUNTAMENTI DEL FINE SETTIMANA - Calendario

Sabato 16 Luglio ore 19.30

INAUGURAZIONE

Il critico d’arte Michele Bonuomo, curatore dell’esposizione, aprirà l’inaugurazione dell’esposizione dei quadri con una narrazione dell’immaginario di Pino Biggi, inserendolo nel panorama artistico della sua epoca: una produzione nata negli anni Cinquanta proseguita cambiando temi e percorsi creativi nell’arco di tutta la vita. Parteciperanno alla conversazione alcuni ospiti, protagonisti del mondo dell’arte visiva da punti di vista differenti, fra essi la storica dell’arte Paola Marini, la restauratrice Lisa Venerosi Pesciolini.



Michele Bonuomo, curatore della mostra “La disciplina del silenzio, la pittura di Pino Biggi”, è uno storico dell’arte, autore di numerosi cataloghi e direttore del mensile «Arte».

La scelta operata su una piccola parte della grande produzione pittorica di Pino Biggi sarà commentata e inserita in un più generale panorama su l’arte contemporanea.


Si ringrazia la Società Agricola Nob.Wiel per il sostegno tecnico all’iniziativa. 🍾🍸


Venerdì 29 Luglio ore 21.30

Concerto dei BeaFour, con immagini di come eravamo in Versilia negli anni Sessanta.


I BeaFour sono una Tribute Band dei Beatles. Tribute significa riproporre uno show che ricrei, nella massima fedeltà possibile, l'emozione di assistere ad uno spettacolo facendo un immaginario balzo temporale all'indietro, fino agli anni Sessanta. Il nome BeaFour è una sorta di calembour: in inglese può suonare come "essere in quattro" oppure come Before, cioè "prima" e quindi evocare il passato, la nostalgia, oltre che The Night Before, lato B del 45 giri Yesterday, uno dei brani storici del gruppo. Insomma un gioco di parole analogo a Beatles in cui Beat - Generation si fonde con scarafaggi.

La band è composta da affiatati musicisti che, animati dalla passione per il quartetto di Liverpool e dalla profonda conoscenza del suo repertorio musicale, durante lo spettacolo si alternano proponendo i brani più popolari dei Beatles utilizzando gli stessi strumenti suonati da John, Paul, George e Ringo.

Il gruppo ha all'attivo centinaia di eventi in luoghi consacrati alla musica (Auditorium della Conciliazione a Roma, Circolo Accademia Filarmonica del Whist a Torino), in locali storici ("La Capannina" a Forte Dei Marmi, "Ristorante Arlati" a Milano).



Sabato 6 Agosto ore 21.30

L’attore Emanuele Barresi interpreterà “Stelle cadenti”, una fiaba di Pino Biggi tratta da “Novelle quasi fiabe”, le storie che Umberto Saba tentò di far pubblicare ai maggiori editori con cui era in contatto.

Emanuele Barresi è un attore, regista e sceneggiatore livornese. Lavora come attore, in teatro dal 1981 con varie compagnie, tra cui "Il Teatro del Carretto" di Lucca. Dal 2012 è il Presidente della "Compagnia degli Onesti", un'associazione culturale che produce spettacoli dal vivo ed opere audiovisive. Dal 2015 è il Direttore Artistico della prosa del Cinema Teatro 4 Mori di Livorno. Al cinema è in alcuni film di registi quali: Vito Zagarrio, Silvio Soldini, Carlo Mazzacurati, Paolo Virzì e Francesco Bruni. In TV è in alcune fiction, tra cui: "Distretto di polizia", "Il commissario Manara", "Un posto al sole", "Il paradiso delle signore" e "Pezzi unici". Si ricorda anche in alcuni spot pubblicitari: è il "gelataio della Sammontana" ed il fattorino della "Mozzarella S.Lucia". È co-sceneggiatore de "I liceali" ed è regista e co-sceneggiatore (insieme a Francesco Bruni), del film del 2008 "Non c'è più niente da fare" con Rocco Papaleo e Alba Rohrwacher.

VIDEO: SERAVEZZA FRA CIELO E MARE - I PERCORSI SULLE APUANE - LA CAPPELLA DI MICHELANGELO

Nella serata dedicata alla lettura teatralizzata di “Stelle cadenti” di Pino Biggi saranno proiettati video dei dintorni di Seravezza, luoghi incantati fra cielo e mare, a partire dalla Ceragiola, da cui gli etruschi estrassero il marmo per le loro sculture e della Pieve di San Martino nel borgo di Azzano, costruita prima del Mille, rimaneggiata nel XII secolo con un porticato, completato nel 1538, i cui capitelli pare furono disegnati da Michelangelo, come il rosone finemente intagliato.

Vero o falso che sia è certamente un miracolo dell’arte italiana il fatto che il luogo riunisca i giovani di tutto il mondo che vengono qui a scolpire le proprie opere, proprio in quel punto, per cercare l’ispirazione creativa da quel panorama che catturò lo sguardo di Michelangelo.

Video a cura di Andrea Poli

Giovedi 11 Agosto ore 21.30

Il giornalista e critico musicale Enrico de Angelis, fra gli storici fondatori del club Tenco, ripercorrerà la nascita del successo internazionale della Bossanova e la sua conoscenza in Italia, particolarmente attraverso gli spettacoli in Versilia.

Enrico de Angelis, è un studioso della tradizione musicale italiana sincopata, affermatasi nel nostro Paese a partire dagli anni '30-40, con grandi autori e superbi interpreti quali Pippo Barzizza, Natalino Otto, Alberto Rabagliati, Gorni Kramer, fino a Lelio Luttazzi o Fred Buscaglione. Come critico musicale ha partecipato alla fondazione del Club Tenco ed è stato l’ ideatore dell’espressione “canzone d’autore” di cui si occupa.

A Seravezza si dedicherà a ricostruire la nascita e l’affermazione del genere della Bossanova all’interno della musica brasiliana e in Italia, particolarmente in Versilia con i recital di Joao Gilberto, fra le passioni musicali di Pino Biggi, tanto da intitolare una serie di dipinti “Carioca”, con video e musica dal vivo con la partecipazione del chitarrista brasiliano Victor Bittencourt Silva Pereira.





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