SABATO 20 MARZO

"Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia"

...misericordiosi, toccati nel cuore




PREGHIERA INIZIALE






Parola (Salmo 136, 1-12, 23-26)

1Alleluia.

Lodate il Signore perché è buono:

perché eterna è la sua misericordia.

2Lodate il Dio degli dei:

perché eterna è la sua misericordia.

3Lodate il Signore dei signori:

perché eterna è la sua misericordia.


4Egli solo ha compiuto meraviglie:

perché eterna è la sua misericordia.

5Ha creato i cieli con sapienza:

perché eterna è la sua misericordia.

6Ha stabilito la terra sulle acque:

perché eterna è la sua misericordia.


7Ha fatto i grandi luminari:

perché eterna è la sua misericordia.

8Il sole per regolare il giorno:

perché eterna è la sua misericordia;

9la luna e le stelle per regolare la notte:

perché eterna è la sua misericordia.


10Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti:

perché eterna è la sua misericordia.

11Da loro liberò Israele:

perché eterna è la sua misericordia;

12con mano potente e braccio teso:

perché eterna è la sua misericordia.


23Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi:

perché eterna è la sua misericordia;

24ci ha liberati dai nostri nemici:

perché eterna è la sua misericordia.

25Egli dà il cibo ad ogni vivente:

perché eterna è la sua misericordia.

26Lodate il Dio del cielo:

perché eterna è la sua misericordia.


Caravaggio "Le sette opere di misericordia corporali" 1606-1607

...perchè non ti accorgi?

Parola (Mt, 7, 1-6)

1Non giudicate, per non essere giudicati; 2perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. 3Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 4O come dirai al tuo fratello: «Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio», mentre nel tuo occhio c'è la trave? 5Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. 6Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.

Dai diari di Hetty Hillesum

[8 marzo 1941 – 5 giugno 1943]


“Nelle relazioni umane non si può essere volubili, e quando si accoglie qualcuno nel profondo, bisogna lasciarlo lì e continuare a lavorare su di lui. Perché non si deve “lavorare” solo alla propria vita interiore, ma anche a quella di coloro che si è voluto accogliere in se stessi”

[ giovedì sera, 12 marzo 1942, le undici e mezzo ]

"Il marciume che c’è negli altri c’è anche in noi e non vedo nessun’altra soluzione, veramente non ne vedo nessun’altra, che quella di raccoglierci in noi stessi e di strappar via il nostro marciume. Non credo più che si possa migliorare qualcosa nel mondo esterno senza aver prima fatto la nostra parte dentro di noi. E’ l’unica lezione di questa guerra: dobbiamo cercare in noi stessi, non altrove.”

[ sabato, 24 gennaio 1942, l’una di pomeriggio ]




PISTE DI RIFLESSIONE



Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia

Misericordiosi, cioè “toccati nel cuore”

Il tema si presta bene anche per la quaresima.

È la prima del secondo gruppo di 4 beatitudini. Le prime quattro puntavano piuttosto sul soggetto, su atteggiamenti interiori da costruire, le seconde quattro sono più operative, tracciano l’agire del Vangelo, l’agire dell’uomo libero.

Questa beatitudine tende a farci come Dio, avere misericordia è proprio di Dio. Vedi Esodo 34,6 quando Dio passa davanti a Mosè nella nube e pronuncia il nome Dio Misericordioso («Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso…»). Gesù ci lancia in avanti, ci dice che possiamo essere persone che vivono alla maniera di Dio, quel Dio che si rende visibile anche attraverso le nostre maniere di fare.

Cosa vuol dire misericordia? La parola è diventata un po’ slavata, richiama atteggiamenti anche un po’ sospetti, ma è invece una grande parola.

1 – Partiamo dal significato che essa ha in italiano: vuol dire “aver cuore per il misero”. Avere cuore, quindi è un atteggiamento che si ha dentro, che nasce dall’intimo. Misericordia vuol dire che si guarda agli altri con un amore che ci nasce dentro non perché gli altri meritino, ma semplicemente perché gli altri ci sono e li si guarda con amore. Dio è vita, il suo essere non è che amore e lui parte per primo.

2 - Seconda caratteristica: non ci si può limitare soltanto al cuore, perché in Dio la misericordia è anche azione. È molto utile in proposito leggere per intero il salmo 135/136: esso elenca le varie azioni di Dio – dalla creazione fino a me, oggi - e ogni volta c’è il ritornello “perché eterna è la sua Misericordia” (v. appendice A, alla fine di questi appunti); Israele cioè racconta la sua storia come un insieme di azioni di misericordia di Dio. La misericordia si esprime in molte azioni generative (le sette + sette opere di misericordia), tra cui il perdono. La misericordia dunque è saper vedere le possibilità di bene che ci sono nelle persone, al di là di ciò che di primo acchito appare.

3 - Un terzo aspetto: misericordia significa che nella vita la domanda principale che ci dà identità e ci fa crescere non è “chi sono io”, bensì “per chi sono io”, per chi vivo? Allora di fronte a tutto quanto mi capita in mano e davanti, non mi chiedo “a che cosa mi serve” ma “che cosa posso fare di buono con questo per gli altri”. Questo è lo stile della misericordia.

4 - Una quarta declinazione della misericordia: la misericordia è soprattutto capacità di “ospitare”. Offrire ospitalità mi permette di trovare ospitalità. C’è una circolarità buona di capacità di accoglienza.

5 – Infine – pensando a tutti questi significati , in particolare il primo - misericordia può significare che di fronte agli altri, a quelli che non sono facili da ospitare, vale sempre una verità: se non posso cambiare l’altro, posso cambiare me stesso, posso cambiare il mio cuore, e questo prima o poi genera qualcosa di bene negli altri. L’altro può creare una difficolta, ma sempre mi chiedo cosa posso cambiare dentro di me per essere ospitale.

6 - Infine: che cosa è l’opposto della misericordia? L’opposto della misericordia è una visione competitiva della vita, una visione invidiosa del bene altrui. La misericordia mi fa appunto guardare all’altro non come un rivale, bensì come un fratello.

Domande:

- Potrei riscrivere il salmo 135 a modo mio? Potrei in qualche modo riscrivere la mia vita in questa maniera: far passare la mia vita e vedere quando sono stato “ospitato”, quando ho ricevuto misericordia, sono stato perdonato, quando qualcuno mi ha rigenerato. Misericordia – abbiamo detto – è questione di gratitudine.

- Riprendendo le opere di misericordia esse ci suggeriscono una serie di azioni sia spirituali che corporali

Le sette opere di misericordia corporale:

  1. Dar da mangiare agli affamati.

  2. Dar da bere agli assetati.

  3. Vestire gli ignudi.

  4. Alloggiare i pellegrini.

  5. Visitare gli infermi.

  6. Visitare i carcerati.

  7. Seppellire i morti.

Le sette opere di misericordia spirituale:

  1. Consigliare i dubbiosi.

  2. Insegnare agli ignoranti.

  3. Ammonire i peccatori.

  4. Consolare gli afflitti.

  5. Perdonare le offese.

  6. Sopportare pazientemente le persone moleste.

  7. Pregare Dio per i vivi e per i morti.


Sono solo degli esempi di azioni concrete, dei punti di rieferimetno noi possiamo avere le nostre. Quali sono le azioni concrete che nella mia vita mi fanno operare per misericordia? Prendiamo quelle azioni e vediamo quali sono quelli di cui ho più bisogno per esprimere questa misericordia che nasce dal cuore e diventa operativa; o anche: quali altri verbi trovo più adatti (o necessari) per me?

- In ogni messa noi invochiamo la misericordia di Dio, in particolare nel “Signore, pietà”[1]. Ma esiste anche un sacramento della misericordia: la confessione. Celebrazione dell’amore di Dio, il luogo dove si celebra e si rende presente l’amore di Dio. In quel momento non solo dico i miei peccati, ma so che Dio precede sempre la vita, e il gesto della confessione celebra proprio quel Dio che col suo amore precede me nella mia vita[2]. Ha un posto la confessione nella mia vita?



[1] La parola “pietà” traduce il vocabolo greco per dire misericordia (difatti a volte nella messa si usa proprio il greco: Kyrie, eleison).

[2] Quando si dice “celebra”, vuol dire che proprio quel gesto lì della confessione “rende presente” l’amore di Dio. Questo è ciò che distingue la confessione da un colloquio: essa è anche un colloquio, ma il colloquio non rende presente Dio stesso, mentre il sacramento sì! Ed è il motivo per cui, quando ci sono le condizioni per farlo, il confessore porta sempre almeno un segno liturgico, in genere almeno una stola.






PREGHIERA PENITENZIALE






G. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

R. Amen.

G. Benedetto sei tu, padre, che fai germogliare la vita, anche là dove c'è il deserto!

R. Eterno è il tuo amore per noi!

G. Benedetto sei tu, figlio che non ci lasci soli nel momento della prova!

R. Eterno è il tuo amore per noi!

G. Benedetto sei tu, spirito, che Converti i nostri cuori!

R. Eterno è il tuo amore per noi!

IN ASCOLTO DELLA PAROLA

3 Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;

nella tua grande misericordia cancella il mio errore.

4 Lavami tutto dalla mia colpa,

dal mio peccato rendimi puro.

5 Sì, sono colpevole e lo riconosco,

il mio peccato è sempre davanti a me.

6 Contro di te, contro te solo ho peccato,

quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto:

così sei giusto nel tuo giudizio,

le tue sentenze sono limpide.

7 Ecco, fin dalla nascita sono nella colpa,

peccatore mi ha concepito mia madre.

8 Ma tu vuoi trovare verità dentro di me,

nel profondo del cuore mi insegni la sapienza.

9 Purificami dal peccato e sarò puro;

lavami e sarò più bianco della neve.

10 fa’ che io ritrovi la gioia della festa:

si rallegri quest’uomo dalle ossa rotte.

11 Distogli lo sguardo dai miei peccati,

cancella tutte le mie colpe.

12 Crea in me, o Dio, un cuore puro,

rinnova in me uno spirito saldo.

13 Non scacciarmi dalla tua presenza

e non privarmi del tuo spirito santo.

14 Rendimi la gioia della tua salvezza,

sostienimi con uno spirito generoso.

L. Dal Vangelo di Matteo (6,12.14-15)

In quel tempo Gesù disse:

“Voi dunque pregate così:

Padre nostro che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà,

come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

e rimetti a noi i nostri debiti

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male.

Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli

perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro

perdonerà le vostre colpe”.

L. Dalle parole di Papa Francesco

La famiglia è una grande palestra di allenamento al dono e al perdono reciproco senza il quale nessun amore può durare a lungo. Senza donarsi e senza perdonarsi l’amore non rimane, non dura. Nella preghiera che Lui stesso ci ha insegnato – cioè il Padre Nostro – Gesù ci fa chiedere al Padre: «Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori». E alla fine commenta: «Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Non si può vivere senza perdonarsi, o almeno non si può vivere bene, specialmente in famiglia. Ogni giorno ci facciamo dei torti l’uno con l’altro. Dobbiamo mettere in conto questi sbagli, dovuti alla nostra fragilità e al nostro egoismo. Quello che però ci viene chiesto è di guarire subito le ferite che ci facciamo, di ritessere immediatamente i fili che rompiamo nella famiglia. Se aspettiamo troppo, tutto diventa più difficile. E c’è un segreto semplice per guarire le ferite e per sciogliere le accuse.

E’ questo: non lasciar finire la giornata senza chiedersi scusa, senza fare la pace tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle… tra nuora e suocera! Se impariamo a chiederci subito scusa e a donarci il reciproco perdono, guariscono le ferite, il matrimonio si irrobustisce, e la famiglia diventa una casa sempre più solida, che resiste alle scosse delle nostre piccole e grandi cattiverie. E per questo non è necessario farsi un grande discorso, ma è sufficiente una carezza: una carezza ed è finito tutto e rincomincia.

Ma non finire la giornata in guerra!

Se impariamo a vivere così in famiglia, lo facciamo anche fuori, dovunque ci troviamo.


MI RICONOSCO PECCATORE E INVOCO IL PERDONO

L. Pietà di noi, Signore.

R. contro di te abbiamo peccato.

L. Mostraci, Signore, la tua misericordia.

R. e donaci la tua salvezza.

L. Signore Gesù, tu che hai lavato i piedi ai suoi discepoli,

R. donaci di vivere in famiglia nel servizio reciproco.

L. Signore Gesù, tu che hai testimoniato il servizio fraterno,

R. guida i nostri gesti alla gratuita e al dono.

L. Signore Gesù, tra i tuoi amici c'era anche un traditore,

R. apri il nostro cuore al perdono, quando ci sentiamo traditi dalle persone più care.

L. Quando nella nostra famiglia ognuno pensa solo a se stesso,

R. liberaci dalla schiavitù dell'individualismo

per ritornare a essere persone in comunione.

L. Quando non apriamo le porte della nostra casa a chi è nel bisogno,

R. liberaci dalla schiavitù dell'egoismo e insegnarci la compassione.

L. Quando nella nostra famiglia le relazioni sono sorgente di incomprensione e di litigi,

R. ci affidiamo con fiducia a te, fonte della nostra salvezza.

L. Nei giorni in cui nella nostra casa viene meno il calore dell'affetto,

R. ci affidiamo con fiducia a te, fonte della nostra salvezza.

L. Ci rivolgiamo a Dio, nostro Padre, con la preghiera dei figli:

R. Padre nostro…

T. O Dio, che con i doni del tuo perdono

nutri i tuoi figli che ti implorano,

benedici e sostieni la nostra famiglia,

così che con le nostre buone azioni

possiamo diffondere in casa e nella società

la grazia della tua presenza misericordiosa.

Amen.