SABATO 17 APRILE

"Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio"

...uomini e donne di Pasqua




PREGHIERA






CANTO INIZIALE

Spirito di Dio

Spirito di Dio riempimi.

Spirito di Dio battezzami.

Spirito di Dio consacrami.

Vieni ad abitare dentro me.

Spirito di Dio guariscimi.

Spirito di Dio rinnovami.

Spirito di Dio consacrami.

Vieni ad abitare dentro me.

Spirito di Dio riempici.

Spirito di Dio battezzaci.

Spirito di Dio consacraci.

Vieni ad abitare dentro noi.


"Pace a voi!"

LA PAROLA : dal Vangelo di Giovanni (Gv 20, 19-29)

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».


...la sapienza che viene dall'alto è mite

Parola :dalla Lettera di Giacomo - (Gc 3, 13-18)

13Chi tra voi è saggio e intelligente? Con la buona condotta mostri che le sue opere sono ispirate a mitezza e sapienza. 14Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non dite menzogne contro la verità. 15Non è questa la sapienza che viene dall'alto: è terrestre, materiale, diabolica; 16perché dove c'è gelosia e spirito di contesa, c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni. 17Invece la sapienza che viene dall'alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera. 18Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.


Una casa di Pace

[brani tratti da un’intervista a Ernesto Olivero, su Avvenire dell’11 maggio 2019]

La solidarietà non è un valore astratto. È un volto, una storia, una lacrima, una persona da fasciare. La solidarietà è figlia della commozione che di fronte a un problema non ti fa girare dall’altra parte, ma ti fa dire: "Cosa posso fare?". È così da sempre. L’uomo vive la sua pienezza solo se fa entrare gli altri nella propria vita. E il metodo dovrebbe essere l’armonia, il rispetto, mai il conflitto o la delegittimazione. Questo stile inizia dalle parole.

Senza migliaia e migliaia di volontari l’avventura degli Arsenali sarebbe finita da un pezzo. Mi commuovo nel vedere questo mare di bene fatto di persone di ogni età, cultura, religione. Persone che danno prima di tutto quello che sono, poi quello che hanno. La gratuità è la base della reciprocità delle relazioni, l’elemento che non fa mai vedere nell’altro un problema. Solo così si può costruire una società più giusta.

Viviamo oggettivamente in un tempo di toni sopra le righe in cui conta trovare un nemico sempre e comunque. Ma il bene esiste, anche se non fa rumore e fa una grande fatica a mostrarsi.

Quando siamo entrati nel vecchio rudere dell’arsenale militare di Torino, non ci siamo fatti spaventare. In fondo, vedevamo quello che sarebbe diventato. La nostra determinazione e il sogno di un gruppo di ragazzini che volevano trasformare un luogo di guerra in una casa di pace diventarono una buona notizia per tanti. È così che abbiamo incrociato le scelte di bene di milioni di persone che ci hanno aiutato, sostenuto, incoraggiato. Ancora oggi il nostro bilancio è coperto al 93% dagli aiuti della gente comune. Per me è uno stupore continuo.




PISTE DI RIFLESSIONE




Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio

… uomini e donne di Pasqua

Questa beatitudine sta proprio bene nel tempo di Pasqua. Cfr Gv. 20,19-23

Operatori di pace. È la traduzione più corretta, in passato si usava “beati i pacifici”, ma in lingua italiana il vocabolo ormai non trasmette più il senso di “darsi da fare”. Si tratta di una beatitudine attiva, forse la più ‘attiva’ delle beatitudini, anche tra le 4 dedicate al fare. Essere operatori di pace significa darsi da fare per rendere possibile la pace.

Cosa significa però pace nel linguaggio di Gesù? Si mettono a confronto due concezioni di pace, profondamente diverse. La prima molto diffusa oggi e già allora nel mondo greco-romano è l’assenza di guerra, di conflitti, o anche l’armonia interiore, riuscire a trovare all’interno di se stessi una armonia, a volte intesa come un distacco rispetto alla realtà. Quasi lasciando stare le increspature della vita. Non è questo il senso della pace nella scrittura, non cioè nel senso di assenza di conflitti, di guerre, di combattimento.

Tanto per capirci: Gesù nel Getsemani o sulla croce non è senza conflitto, anche se è nella pace! Il Signore non ci toglie dalla prova della vita e non ci dà una tranquillità interiore senza combattere per cercare la pace.

Nel linguaggio biblico la parola pace Shalom deriva dal verbo shillem che vuol dire riempire: pienezza di vita, una vita florida, una vita ricca, piena, che ha tutti i mezzi a disposizione, con tante possibilità di vita, quelle che ti rendono uomo, pienamente. Pace come condizione di pienezza, ricca di tanti beni, in cui tu vivi la tua vita intensamente. Pienezza, intensità, ricchezza.

Operatori di pace sono coloro che fanno in modo che gli uomini possano avere una vita piena, coloro che creano le condizioni per…. Questo potrebbe valere per i singoli, ma anche per i popoli: non operi certo per la pace tra le nazioni se non ti impegni a costruire prosperità per tutti!

Gli uomini di pace sono gli uomini della Pasqua, perché è Gesù risorto a donare la pace proprio la sera di Pasqua.

Leggi Gv. 20,19-23:

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».


In questo episodio, in che modo Gesù è operatore di pace?

Innanzitutto, con la sua presenza, con la sua vita che passa attraverso le sofferenze, ha le sue ferite, ma viene portando vita dopo la morte. Presenza la realtà di una vita che deriva dal passaggio nelle sofferenze, apre una prospettiva nuova di vita che nasce dal conflitto con la morte, accoglie le contrarietà e le contraddizioni. Altra prospettiva Gesù è operatore di pace perché prende l’iniziativa di presentarsi ai discepoli: essere operatori di pace significa saper prendere l’iniziativa di entrare anche là dove sembrano esserci porte chiuse. Essere operatori di pace significa far superare un’impostazione della vita che tiene nella paura, in atteggiamento di difesa. Bisogna passare al coraggio dell’apertura, delle relazioni, per giungere alla pienezza di vita. Essere capaci di stare nella vita con il coraggio di portare la presenza del Vangelo. Far superare le delusioni: Gesù apre loro una prospettiva da cui ripartire. Operatori di pace vuol dire che si fida di queste persone, le manda (nonostante lo abbiano tradito e lo potrebbero tradire ancora).

Operatori di pace anche perché dà lo Spirito Santo, che tra i suoi frutti (Galati 5, 22) ha come uno dei primi la pace. E’ ancora una volta il contrario di essere posti in pensione, sul divano: la pace è invece il movimento per eccellenza, proprio perché all’origine della pace ci sta lo Spirito di Dio, letteralmente il “vento di Dio”.

Ci sono altri testi in cui Gesù si presenta come colui che pacifica le persone. Lc 7, 36-50, la peccatrice perdonata, a cui alla fine dice “vai in pace”. Ci si potrebbe domandare che cosa fa Gesù per pacificare le persone, in che modo pacifica; prendiamo spunto per dirci cosa facciamo noi per diventare operatori di pace.

Ancora: Lettera di Giacomo 3, 13-18. Anche qui c’è l’espressione “fare pace” (cfr v. 18: coloro che fanno opera di pace). Giacomo parla degli uomini che costruiscono la pace, ma l’interesse del brano è che si dice che per essere operatori di pace bisogna cambiarsi dentro, cambiare il proprio cuore. Senza passare alle dimensioni politiche o globali, guardiamo quindi dentro di noi.

C’è dunque un modo di fare che non porta alla pace e un altro che porta alla pace. Qual è quello che non porta alla pace: dove c’è gelosia, spirito di contesa. Bisogna avere un cuore puro, perché se c’è gelosia e spirito di contesa, l’uomo che normalmente ha spirito di contesa, che è litigioso, che è segnato dalla gelosia non potrà mai essere uomo di pace; bisogna liberare il cuore da queste pulsioni. La sapienza che viene dall’altro ci mostra invece l’esempio di come deve essere il nostro cuore per diventare operatori di pace. Sottolineiamo allora gli aggettivi…… contro (vv. 14-16) e pro (v. 17).

Per essere operatori di pace bisogna cambiarsi dentro. Non puoi pretendere di essere operatore di pace senza lavorare sulla tua persona.

Parole provocanti di (o su) Gesù

- Mt 10,34-35: “Non crediate che io sia venuto a portare pace, sono venuto a portare non la pace ma la spada”.

- Questa frase ci deve fare pensare. Usata anche da Papa Francesco in Fratelli Tutti.

- Lc 12,13-15: “Uno della folla gli disse: «Maestro, dia mio fratello che divida con me leredità». Ma egli rispose: ‘O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?’. E disse loro: ‘Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nellabbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede’”. Qui c’è una richiesta di mediazione per creare pace sulla divisione delleredità. Gesù chiede chi lo ha costituito giudice e mediatore, piuttosto, aggiunge, fate attenzione e state lontani da ogni cupidigia (cioè dovete lavorare sul vostro cuore). Gesù non è un operatore di pace facile, non opera in modo miracolistico.

- Invita a lavorare su se stessi, sul proprio cuore. Non ci sono interventi del Signore per risolvere magicamente le questioni che non danno pace.

- Una cosa è certa: operare la pace, essere uomini di pace è una operazione fortemente attiva, richiede la messa in gioco di sé stessi. La frase più alta, forse: Colossesi 1, 20: Gesù ha operato la pace, ha riconciliato tutte le cosemediante il suo sangue sulla croce”. La pace ti deve stare talmente a cuore che accetti anche di perdere qualcosa di te stesso per realizzarla. Vuol dire credere che la comunione, la riconciliazione è talmente importante da essere disposto a perdere qualcosa di me.

- Questo vale anche a livello di vita di coppia?