La Comunità Parrocchiale
La chiesa è della comunità e per la Comunità. Essenziale il contratto, la comunicazione, il dialogo con le famiglie. Periodicamente vengono indette delle Assemblee per mettere la comunità al corrente sulla situazione della chiesa, sui finanziamenti e relative vie da percorrere per far fronte alle spese e alle scelte della Commissione Affari Economici e del Consiglio pastorale. Sulla situazione economica si inserisce un fatto di grande portata.
La Conferenza Episcopale Italiana (CEI), in data 6 giugno 1996, nella persona del Card. Ennio Antonelli, dà comunicazione al Vescovo di Padova che, per i lavori della nuova chiesa e del centro parrocchiale, ci è stato stabilito un contributo di €671.393,97 (Lit. 1.300.000.000). Nuovo segno della Provvidenza che si unisce a molti altri. A riconoscenza di ciò, verranno poi apposte su appositi riquadri, sovrastanti il portale d'ingresso, le formelle di undici città-luoghi d'Italia. La nostra chiesa è chiesa, un po', di tanti Italiani che con la loro firma sull'8 per mille alla Chiesa Cattolica hanno permesso a noi un grande passo per la realizzazione del nostro progetto.
La storia è il luogo del dialogo, della presenza di Dio con il suo popolo. La Chiesa ne è lo strumento. La nostra chiesa entra in questa scia: la storia diventa storia di salvezza, di servizio alla elevazione e santificazione. La riconoscenza, allora, innanzi tutto va al Signore della storia che effonde il suo Spirito per guidare i nostri incerti passi verso la Risurrezione: lì la nostra sorgente, quindi la nostra speranza. La riconoscenza va a tutte quelle persone e istituzioni che hanno dato il loro lavoro alla chiesa nuova. Soprattutto a quanti, nel silenzio, hanno dato il loro contributo in denaro quale frutto del loro lavoro. A conclusione di “questa” storia, ci viene riproposto quanto già scritto nel fascicolo fatto pervenire alle famiglie in occasione della benedizione della chiesa nuova.
In epoca di regime, così scrive una rivista sovietica di sociologia: “Una volta, nelle vie tortuose del centro di Mosca, ogni segmento rettilineo finiva con una chiesa. Dovunque girasse la strada essa portava sempre ad un tempio. Negli anni trenta, il partito ha provveduto a distruggere la maggior parte delle chiese, e adesso solo di rado una cupola illumina le sinuosità ormai insensate delle vie”. Questa annotazione è particolarmente significativa quando la si accosti alle parole con cui chiude il film “Pentimento” del regista russo Abuladze. E’ una anziana pellegrina che parla: “A che serve una strada se non porta ad una chiesa?” Noi siamo contenti di lasciare alla storia questa nostra chiesa. Possa essere guida ed aiuto a quanti la frequenteranno a divenire le “pietre vive” della storia dell’uomo nuovo, nato e redento dal Risorto Gesù.