Lo spazio come informazione 


Lo spazio come informazione è legato alla nozione di spazio nel tempo, che si è gradualmente arricchita nel corso del tempo con la sovrapposizione di nuovi strati ai precedenti. 

Solo in tempi abbastanza recenti, nel dopoguerra, l'idea che lo spazio sia l'oggetto fondamentale dell'architettura ha cominciato a prendere piede nel pensiero architettonico. Uno dei fautori di questo pensiero architettonico è stato Bruno Zevi, che ha posto al centro di diverse pubblicazioni la progettazione di spazi vuoti come caratteristica fondamentale del pensiero architettonico. Se da un lato lo spazio viene idealizzato come elemento centrale della progettazione architettonica, dall'altro si intuisce che esistono diversi modi di pensare lo spazio, che variano a seconda del luogo e del momento storico. Le chiese bizantine, come Santa Sabina a Roma, sono caratterizzate da spazi unidirezionali e ritmici, mentre, al contrario, le chiese barocche, come Sant'Ivo alla Sapienza, sono caratterizzate da spazi compressi ed estesi, particolarmente dinamici. 

LO SPAZIO COME ORGANO 

In architettura, il rapporto tra forma e funzione è centrale nel processo di progettazione, e la forma spaziale inizia a strutturarsi in base alla funzione che un determinato ambiente deve ospitare. In particolare, F.L.W. considera il rapporto funzione-forma in modo particolarmente organico, la cui espressione è ben visibile nel Guggenheim Museum di New York. 

LO SPAZIO COME SISTEMA 

Prendendo come esempio il Guggenheim di Gehry a Bilbao, l'architettura è arrivata a pensare allo spazio come a un sistema ed è possibile individuare spazi in cui coesistono principi e sistemi intersecati. La logica sottostante non è più quella di uno spazio gerarchico, ma di uno spazio caratterizzato da diverse funzioni che coesistono nello stesso spazio. Se lo paragoniamo alla matematica, ogni funzione può essere definita come una formula matematica, alla quale si possono aggiungere altre funzioni per formare uno "spazio di sistema". Se si considerano le differenze tra i due edifici di F.L.W. Guggenheim e Gehry, non si può ignorare l'emergere della tecnologia informatica in architettura. L'informatica ha permesso di gestire livelli apparentemente molto diversi di complessità progettuale e computazionale nell'arco di 70 anni. 

LO SPAZIO COME INFORMAZIONE 

Il concetto di spazio è inestricabilmente legato all'evoluzione tecnologica e culturale. Con l'avvento delle tecnologie dell'informazione, lo spazio è stato analizzato come un sistema complesso, sia dal punto di vista geometrico che funzionale, e si è creato un nuovo paradigma di comprensione dello spazio. Lo spazio dell'informazione è stato un cambiamento di paradigma che ha modificato il concetto di spazio, consolidando e introducendo il concetto di società dell'informazione. In questo senso, lo spazio non è una realtà oggettiva, ma un concetto mentale che cambia nel tempo e con l'evoluzione della cultura, della civiltà e delle relative tecnologie. Questo può essere paragonato al concetto di colore, che non è una realtà oggettiva ma una percezione soggettiva che cambia a seconda delle situazioni. 

Nel caso di Caravaggio, abbiamo visto che ha affrontato il nodo strumento - crisi - nuova estetica, affermando che se lo strumento viene messo in discussione, si ottiene una nuova estetica. Analizzando lo spazio, ci rendiamo conto che la sua prima dimensione è il tempo. Questo perché lo spazio è definito dal tempo. Per giungere alla conclusione che lo spazio è informazione, occorre fare una serie di ragionamenti. Innanzitutto, i colori esistono davvero? Possiamo affermare che: 

Ma i colori esistono davvero? Le onde elettromagnetiche rappresentano dati e i colori rappresentano informazioni. Dati - informazioni. In altre parole, lo spazio è un costrutto e, come il colore, c'è materia inscritta in tre categorie (fisiologica, cognitiva e contestuale). Se si cerca di comprendere un dato spazio, esso può risultare "invisibile", ma attraverso i parametri dell'informazione diventa completo.