LA COMUNICAZIONE NELL'ERA DEL DIGITALE - Francesco Giorgino
Fiani-Leccisotti: una scuola che sa essere al passo coi tempi
L'ultimo incontro del progetto “PCTO: comunicazione, giornalismo, intercultura”, nonché il più atteso, avvenuto venerdì 16 aprile alle ore 17:00 sulla piattaforma zoom, vede come relatore il giornalista, saggista e professore universitario Francesco Giorgino.
Tema: La comunicazione nell'era digitale, chiude un percorso iniziato a novembre 2020 voluto dalle docenti, dell’istituto Fiani-Leccisotti, Ida Ceparano, Michela Parrella e Olga Pazienza, coordinatrici dell'evento. Presenti all'incontro il preside dell'Istituto il professor Carmine Collina, l'ex dirigente Giancarlo Lamedica, la dottoressa Mina Leccese presidente del Rotary Club di San Severo e altri volti noti del Rotary e il sindaco di Torremaggiore Emilio Di Pumpo.
Il progetto “che restituisce l'idea di una scuola che sa essere al passo coi tempi”, così descritto dal professor Giorgino, vede i suoi primi frutti nel blog, ORIENTIAMOCI PER IL FUTURO: PCTO, in cui si trovano le relazioni su tutti gli incontri del progetto scritte dagli studenti del Fiani che hanno aderito all'iniziativa.
Chi è l'ospite del Fiani-Leccisotti
Francesco Giorgino
“Io ho la fortuna e il privilegio di fare quello che studio e di studiare quello che faccio”; volto noto del TG1 delle 20:00, autore di molti saggi sul tema della comunicazione e del giornalismo, docente universitario e studioso di scienze sociali. A 19 anni è rappresentante Distrettuale del RotarAct che lui stesso definisce “centro propulsore importante per la sua formazione”.
Sulla COMUNICAZIONE, le tematiche trattate
Il professor Giorgino dalle 126 definizioni della parola comunicazione propone i 4 cluster, comunicazione come: (1)trasferimento di risorse, quando l'emittente trasferisce qualcosa al ricevente; (2)influenza, cioè la capacità di modificare idee e opinioni; (3)condivisione, l'emittente e il ricevente devono essere in sintonia. Nel mondo in cui viviamo non sempre tra emittente e ricevente c'è condivisione, quindi non sempre la connessione tra le persone si traduce in comunicazione; viviamo nell'era dell'iperconnessione, ma essere iperconnessi non implica direttamente che le persone sappiano comunicare. Anche se la tecnologia permette di comunicare molto più facilmente, perché due persone comunichino c'è bisogno che l’emittente e il ricevente siano in sintonia. “L'importante per comunicare è riuscire a realizzare un linguaggio” spiega il giornalista “che sia nella condizione di poter produrre valore comunitario, che quindi fa diventare la comunicazione una vera e propria (4)relazione: il livello più alto della comunicazione.”
Ha continuato con la comunicazione digitale argomentando su una questione molto importante “la tecnologia non accompagna il cambiamento sociale ma lo determina”. L'uomo digitale è antropologicamente un uomo diverso dall'uomo analogico, quindi la tecnologia non cambia solo il modo di comunicare ma cambia anche il modo di pensare, di studiare e di percepire la realtà.
La comunicazione one to many (uno a molti) del ventesimo secolo si è trasformata in una comunicazione molti a molti o molti a uno; per spiegare questo il giornalista ha invitato i ragazzi a riflettere sul modo in cui l'uno si muove sulle piattaforme social network. Termina il suo discorso sulla comunicazione digitale, asserendo che l'attenzione sta diventato una risorsa fondamentale nella società post-moderna e che è proprio quella la cosa più difficile da colpire e da suscitare.
Nella seconda parte del suo intervento il giornalista, nonché direttore del master della LUISS in comunicazione e marketing politico, ha parlato del rapporto tra comunicazione e politica, tematica che ha affrontato su un suo libro intitolato Alto volume. Ha condiviso con noi un particolare processo di metamorfosi: da un lato parla della trasformazione della comunicazione in politica, dall'altro la trasformazione della politica in comunicazione. La trasformazione della politica in comunicazione, che è avvenuta principalmente per effetto della trasformazione digitale, significa che l'agire deliberativo della politica coincide con l'agire comunicativo, cioè il politico comunica quelle che sono le intenzioni che potrebbero non essere nella condizione di poter essere realizzate. Per spiegare il giornalista ha posto al centro dell'attenzione l'elemento del consenso: prima il consenso serviva per abilitare il politico a rappresentare una determinata fetta di popolazione, oggi la politica chiede continuamente conferma del consenso facendo qualcosa di molto più vicino al marketing politico che alla comunicazione politica.
Il professore conclude il suo intervento esortandoci a riflettere sulla differenza che c'è tra una società incentrata sugli individui e una società incentrata sulle persone. Dice che la differenza è tanta: gli individui sono soggetti impegnati nella realizzazione personale, per la loro autodeterminazione; le persone sono invece i soggetti che esistono perché riescono a sviluppare una relazione con l'altro. Se riuscissimo a comprendere questo capiremo anche perché all'inizio di questo suo intervento ha detto che la forma migliore per poter concepire la parola comunicazione è quella di stabilire una vera e propria relazione.
“Abbiamo bisogno di vivere la comunicazione come strumento utile a creare questo tipo di relazione, è un’occasione straordinariamente importante per invertire la rotta e riportare al centro dell'attenzione non più la società individualizzata ma una società fondata sulle persone” - Francesco Giorgino