(Mt 28,16-20)
La Trinità mistero centrale della nostra fede
Dal catechismo abbiamo imparato che «il mistero della santissima Trinità è il mistero centrale della fede e della vita cristiana. E' il mistero di Dio in se stesso. E' quindi la sorgente di tutti gli altri misteri della fede; è la luce che li illumina» (CCC n. 234).
E’ ciò ci distingue dai credenti delle altre religioni che credono in un solo Dio ma che non accettano la Trinità, le Tre Persone. (Pensiamo agli ebrei, ai musulmani o alle sette I Testimoni di Geova)
Noi esprimiamo questa fede nel corso della giornata: al primo svegliarci, come la sera prima di prendere sonno, facciamo il segno della Croce: «Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo»; professiamo di credere nella SS. Trinità. Così quando preghiamo con il «Gloria al Padre». Quando recitiamo il «Credo» richiamiamo l'opera del Padre, dei Figlio e dello Spirito Santo. Partecipiamo alle celebrazioni liturgiche, riceviamo i sacramenti nel nome della SS. Trinità. La nostra giornata è scandita dal riferimento al Dio-Trinità.
Mistero superiore ma non contrario alla ragione
Noi crediamo che Dio è uno, ma in tre Persone uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo, che non sono tre dèi, ma un solo Dio, avendo la stessa natura divina: è un mistero per il nostro intelletto limitato, è un mistero che supera la nostra capacità di comprendere.
Esempio: S. Agostino e l'angelo
Si racconta che il Vescovo S. Agostino cammina sulla riva del mare. Egli era immerso in profondi pensieri perché stava componendo un suo famoso trattato sulla Trinità, nel quale si sforzava d'approfondire il grande mistero. Ad un tratto s'accorse che a breve distanza da lui v'era un bimbo, che con una conchiglia attingeva l'acqua dal mare e la trasportava in una piccola buca, che aveva scavata nella sabbia.
- Che fai, bimbo? - domandò S. Agostino. - Voglio vuotare il mare e metterlo in questa buca, - rispose il bambino.
- Ma non vedi che è impossibile? Il mare è così grande e la buca così piccola!
- Vescovo Agostino, e come potrai tu, piccola creatura della terra, con la tua limitata intelligenza comprendere un mistero così alto, quale quello della SS. Trinità? Sappi che è più facile mettere tutta l'acqua del mare in questa buca che comprendere il mistero della SS. Trinità!
Ciò detto, il piccolo scomparve. Egli era un Angelo del Cielo.
La ragione non arriva, quindi, a comprendere questo mistero, ma qualche chiarimento può essere utile.
Che significa natura?
E' ciò per cui una cosa è quello che è e non un'altra (risponde alla domanda cosa è). La natura del ferro è quella di avere quelle qualità proprie del ferro che lo rendono utilizzabile per particolari usi. La natura di una rosa è quella d'avere le caratteristiche di quel fiore facilmente riconoscibile tra gli altri. La natura di una rondine e quella propria di quell'uccello differente dagli altri. Un pezzo di ferro, una rosa ed una rondine hanno una natura ma non sono una persona.
Che significa persona?
Persona è ogni individuo ragionevole (risponde alla domanda chi è) e la sua natura potrebbe essere: umana, angelica e divina. Tre persone umane od angeliche sono tre uomini o tre angeli distinti, perché ciascuno ha una natura umana od angelica distinta e sua propria;
le tre Persone divine invece hanno tutte e tre un'unica natura, e formano un solo Dio.
Per analogia, possono giovare alcuni esempi:
L'anima umana è una, ma ha tre potenze: l'intelligenza, la memoria e la volontà.
Il triangolo equilatero ha tre lati uguali e distinti tra loro, ma essi formano un'unica figura geometrica: il triangolo equilatero appunto.
Il trifoglio ha tre lobi uguali e distinti, ma formano un'unica piantina. Di questo esempio si servì San Patrizio per spiegare il mistero della SS. Trinità quando portò il Vangelo agli antichi Irlandesi allora pagani: "Vedete? Ha tre foglie, uguali e distinte, ma formano un'unica pianta perché sono su un solo stelo".
La Trinità mistero rivelato da Dio.
La Santissima è un mistero frutto di una rivelazione a cui l'umanità da sola non vi sarebbe mai arrivata: un unico Dio in Tre Persone.
La Sacra Scrittura nell'Antico Testamento solo velatamente aveva parlato della SS. Trinità perché c'era pericolo per gli antichi Ebrei che vivevano fra popoli idolatri, che non comprendendo il mistero, avessero pensato a tre divinità.
Nel Nuovo Testamento, per somma bontà, Gesù ci ha rivelato il grande segreto di Dio:
1) L'Arcangelo Gabriele parlò delle tre divine Persone alla Madonna, designata ad essere la Madre del Figlio di Dio.
2) Nel Battesimo, quando Gesù usci dalle acque del Giordano, la SS. Trinità, si manifestò. Ecco le tre persone in Dio: il Padre che parla dall'alto dei cieli; il Figlio di Dio fatto Uomo che si fa battezzare; lo Spirito Santo che scende sotto forma di colomba.
3) Gesù più volte parla della Trinità, delle tre Persone divine e poco prima dell'Ascensione, disse: «Andate, fate mie discepole tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19).
Gesù disse: « Io ed il Padre siamo una cosa sola » (Giovanni 10, 30), cioè abbiamo un'unica natura divina.
Lo stesso si dica dello Spirito Santo, che è pure distinto dal Padre e dal Figlio. Dunque si tratta di una Trina Unità; cioè di una Trinità.
Le tre Divine Persone hanno le stesse perfezioni: ciascuna è onnipotente, eterna, sapientissima, ottima, ecc.; tuttavia non sono tre onnipotenti, tre eterni, tre sapientissimi, tre ottimi: ma un solo Dio Onnipotente, Eterno, Sapientissimo, Ottimo.
Nell'uso comune si è soliti però attribuire a ciascuna delle Persone Divine certe perfezioni:
al PADRE si attribuisce in maniera speciale la perfezione della potenza e quindi l'opera della Creazione,
al FIGLIO quella della Sapienza e quindi l'opera della Redenzione,
allo SPIRITO SANTO quella dell'amore e quindi della santificazione delle anime.
Mistero d'amore, mistero da vivere
La Trinità non solo è una verità di fede, da credere, ma è anche un mistero d'amore, un mistero da vivere.
«Dio è amore (1 Gv 4,16), per questo è Trinità. L'amore, infatti, è una realtà intersoggettiva e interpersonale; è circolazione di vita, dunque» . Si suppone un io e un tu, un noi.
Dio si presenta a noi come una comunione di vita che tende espandersi, e che raggiunge ogni realtà attraendola nel suo amore
La prima lettura ci presenta la unicità del Dio d'Israele: non un isolato nella propria autosufficienza, ma un Dio che gode di amare e di arricchire l'uomo con la sua gioia; un Dio personale, che è Padre, che rivela premura, attenzione vivificante, pazienza, partecipazione liberante: "Sappi dunque oggi e conserva bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e non ve n'è altro" (Deut 4,39).
C'è una relazione unica, singolarissima tra Dio e Israele. Questa relazione nel N.T. si specifica come chiamata dell'uomo a partecipare alla vita interiore di Dio: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni battezzandole nel nome del Padre e dei Figlio e dello Spirito Santo».
Con il battesimo, si è «immersi» nella vita trinitaria. Questa è la chiamata che l'amore di Dio rivolge all'uomo, è la partecipazione alla vita stessa di Dio. Per mezzo del suo Cristo, nell'agape dello Spirito Santo, Dio Padre ci chiama a divenire «partecipi della natura divina» (2Pt 1,4). Siamo chiamati a divenire fìgli di adozione nel Figlio Unigenito di Dio e abbiamo nello Spirito la guida interiore, che ci fa capaci di corrispondere alla vocazione cristiana secondo i disegni del Padre, in modo da giungere fino alla piena maturità dell'esperienza fìliale. La Trinità abita in noi. L'inabitazione della SS. Trinità in me mi proibisce di essere volgare e distratto. E' necessario un vigoroso sforzo, in ogni istante, per strapparsi al dinamismo della realtà monotona e vivere in una continua unione con Dio, che abita in noi.
E dall'intima comunione con la vita di Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, che il discepolo di Gesù trarrà la capacità di mettere in pratica tutto quello che Gesù ha comandato.
E' la comunione trinitaria che diventa il modello e la sorgente della vita relazionale dell'uomo (nella famiglia, nella comunità, nella società) Come il Padre è donazione e il Figlio è accoglienza nell'unità dello Spirito Santo, così noi viviamo davvero e cresciamo nella misura in cui impariamo a donare noi stessi e ad accogliere gli altri, in uno scambio incessante per attuare la comunione nel rispetto delle persone e della loro libertà e originalità... L'uomo... non può ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sè... Un discorso analogo va fatto per tutte le realtà sociali, dalle piccole comunità ai popoli: anch'esse possono svilupparsi solo nella comunicazione reciproca, libera e rispettosa, solidale. La Chiesa, da parte sua, deve porsi come immagine viva e concreta della Trinità, edificandosi come un solo corpo con molte membra, nella comunione incessante dei fedeli e delle varie aggregazioni.
Conclusione
La festa di oggi ci richiama a rinnovare la nostra professione di fede, anche consapevolmente coi segni esterni, a viverla anche nella nostra vita. Se le tre Divine Persone abitano in noi, niente deve offendere la loro presenza santissima; ogni pensiero, affetto, sguardo, parola e azione deve essere un atto di omaggio ai nostri divini Ospiti. Non peccare. Abolire il peccato. Vivere in grazia (confessione).
La nostra vita di relazione con gli altri deve caratterizzarsi in un sincero amore, sull'esempio della SS. Trinità. Comunione e carità.
Ci sia di aiuto la SS. Vergine: La prima che ha conosciuto questo mistero (Annunciazione) e ha vissuto (Figlia del Padre, Madre del Figlio e Sposa dello Spirito Santo). Trinità. Patrona della vita interiore, complemento della SS. Trinità, Regina della famiglia, ci conduca a questa intimità divina e a diffonderla al mondo.
Commento dei Padri della Chiesa -Mt. 28,16-20
I tre personaggi ospitati da Abramo che richiamano alla SS. Trinità