Sarzana nel XV secolo

Sarzana fu la capitale del principato della potente famiglia genovese dei Campofregoso dal 1421 a circa il 1471. Durante questo periodo rinnovò il suo tessuto urbanistico, realizzando il fulcro della città rinascimentale sulle attuali Vie Mazzini, Bertoloni, Buonaparte e Piazza Calcandola, attraverso la costruzione di nuovi edifici a corte, e anche mediante la ristrutturazione degli insediamenti dei secoli precedenti.

La sede vescovile stava per essere trasferita da Luni a Sarzana infatti, nel 1447 quando il sarzanese Tommaso Parentucelli divenne papa con il nome di Niccolò V, iniziò le trattative con la famiglia Campofregoso e con il Comune per ottenere la bolla di trasferimento.

Il territorio diocesano però era diviso in alcune signorie autonome ed il trasferimento non avvenne. Si opposero apertamente i duchi di Milano che intendevano elevare Pontremoli, il loro capoluogo lunigianese a sede episcopale.

Filippo Calandrini, nominato cardinale dal fratello Niccolò V, non si scoraggiò nonostante i molti ostacoli e continuò anche dopo la morte del fratello avvenuta nel 1455, ad avere un ruolo di primo piano nella curia romana, infatti, diventò penitenziere maggiore e fu il titolare della marca di Ancona nello Stato Pontificio.

Anche se lontano non dimenticò Sarzana, patria dei suoi antenati, e fece costruire il suo palazzo nella centrale Piazza Calcandola, inoltre promosse ingenti lavori di ristrutturazione della Chiesa Maggiore di Santa Maria, realizzando così uno dei punti chiave per il trasferimento della sede vescovile.

In particolare nella suddetta Chiesa si devono a lui la Cappella di San Tommaso adornata da un’opera marmorea dell'incoronazione della Madonna ed il completamento del rivestimento marmoreo della parte superiore della facciata, su cui spicca uno splendido rosone, opera di Riccomanni.

Calandrini con l'appoggio dei Fiorentini, cercò di sottrarre agli Sforza l'egemonia della Lunigiana ed il 21 Luglio del 1465, ottenne dal Pontefice Paolo II la sospirata bolla, con cui fu trasferito il titolo della sede episcopale di Luni alla Chiesa di Santa Maria di Sarzana eretta a cattedrale.

Il cugino di Niccolò V Antonio Maria Parentucelli, nel 1470 indisse il Sinodo diocesano, dove furono invitati tutti gli ecclesiastici titolari di benefici nella Diocesi. Il Sinodo si aprì solennemente alla presenza del Vescovo nella cattedrale di Sarzana.

Furono riconfermate alcune norme sulla disciplina ecclesiastica, fu approvata l'imposizione di un sussidio a favore dell'episcopato e fu decisa una sorta di tassa proporzionale su tutti i benefici.

Il ricavato di questa imposizione doveva servire sia per concludere la ristrutturazione della Cattedrale di Santa Maria, sia per edificare il Palazzo Vescovile a Sarzana.