Mimmo toscano scrittore

 

Un invito a riscoprire le radici profonde della nostra identità e la bellezza della semplicità. Un'opera ricca di sentimento e di immagini evocative che ci fa riflettere sulla vita, sulle sue sfumature e sul valore inestimabile delle emozioni. 

Storie di borghi, di genti, di grande umanità e tanta semplicità. Accarezzate le vite di Franchino, Giovanni, Anna Adele, Nunzia Giacomino e mille altre anime che si vestivano di forza, gentilezza e fascino. Persone che hanno regalato ai giorni bontà e bellezza di spirito. Un libro che vi toglierà il sonno, che vi farà innamorare di queste esistenze. Anime, pilastri di una terra millenaria, senza tempo, fantasmi di tempi perduti la cui eco ancora si ode tra i vicoli dei villaggi. 

Il sogno negato ripercorre la Storia della Strage di Auletta, consumata, nel 1861, da un contingente di Bersaglieri affiancati dalla Legione Ungherese, una tra le più cruente del Risorgimento. I militari si accanirono contro i cittadini inermi saccheggiando, uccidendo a sangue freddo e bruciando. Un crudo realismo che porta a riconsiderare il passato ridiscutendo quei dogmi costruiti come strumenti di negazione della verità volti a consolidare delle determinate specifiche, un nuovo modo di dare corpo agli eventi che si immaginavano diversi, un recupero veritiero dei fatti che tende a ricostruire il nostro passato consolidando verità perse nelle nebbie del revisionismo. 

Il borgo di Lagarino, luogo di frontiera in terra di Lucania abusato dalle estrazioni petrolifere, viene rianimato dall'arrivo del Dottore. Personaggi bizzarri, cupi manager e avventurieri senza scrupoli fanno da sfondo ad una storia indolente, a tratti metafisica, dove il Dottore è il protagonista assoluto. Giunto in quei luoghi estraneo a se stesso, verrà risucchiato nelle esistenze dei Valligiani e, nel corso di un travagliato cammino, troverà la forza per la propria crescita. 

Un libro per tutti. Tredici racconti, Tredici scenari con protagonisti gli elementi, gli uomini, l'ecologia, la natura. Storie di resistenza, messaggi ecologici il cui fine è solo uno: proteggere la natura e rispettare ogni essere vivente. 

Dimenticare un'identità significa vagare nel mondo senza un punto di riferimento, in balia di ogni corrente. Il rischio è quello di perdersi fino a diventare nulla, disintegrarsi e perdere il senso critico per poi essere riplasmati da impulsi omologanti.Il dialetto ha un ruolo importante in questo processo di avvicinamento e apertura a realtà più grandi, simboleggia un rientro a casa, un recupero della propria identità, un punto fermo. Oggi molti lo usano con un moto di fierezza per esprimere la veracità di qualcosa. Spesso esce dall'intangibilità del linguaggio e si materializza in opere celebrative come questa o, anche, in singolari insegne e slogan pubblicitari.In un mondo che si dirige verso una lingua comune, l'accesso a stimoli dialettali suscita interesse e curiosità perché è la celebrazione di qualcosa di autentico in un panorama votato all'omologazione.