La piattaforma San Marco tornerà a lanciare l’Italia nello spazio

Saranno trascorsi 60 anni il 15 dicembre 2024, dal lancio del primo satellite italiano, il San Marco-1. L'Italia divenne la terza nazione al mondo dopo URSS ed USA a posizionare un proprio satellite in orbita.
Passione Astronomia, in collaborazione con Le Storie di Kosmonautika e SPF, organizzerà una serata celebrativa con ospiti del settore. Non perdetevi i nostri aggiornamenti!
Proprio a ridosso di questo importante anniversario, è stato reso noto il programma per la   ripresa dei lanci spaziali di razzi dalla piattaforma offshore San Marco situata al largo delle coste del Kenya che non viene utilizzata da oltre 35 anni. Si prevede che dal Centro Spaziale Luigi Broglio verranno messi in volo i vettori della famiglia Vega e verranno lanciati i satelliti per formare costellazioni orbitali.

La visione cosmica di Luigi Broglio

Questa è una storia che parte da lontano…
Se gli Stati Uniti hanno avuto Werner Von Braun (che però era tedesco) e l’Urss Sergei Korolev, il padre dell’astronautica italiana ha un nome ed un cognome: Luigi Broglio.
Nato a Mestre nel 1911, ingegnere, entrò prestissimo a lavorare presso il Centro Studi ed Esperienze dell’allora Regia Aeronautica a Guidonia, città di fondazione alle porte di Roma a quei tempi considerato un centro di eccellenza mondiale nella ricerca aerospaziale.
Dopo la II Guerra Mondiale, grazie alle esperienze acquisite ed ai suoi innovativi metodi di calcolo (la sua tesi di laurea sui calcoli di strutture complesse variamente sollecitate è stata una pietra miliare nella progettazione delle strutture alari per il volo transonico passata alla storia come il Metodo delle Forze bilanciate) gli consentirono di mettersi in luce in ambito mondiale arrivando a collaborare con l’USAF, l’aeronautica militare Statunitense, prima e con la NASA, poi.
Rientrato in Italia, ha dato vita alla Scuola di Ingegneria Aerospaziale dell'Università degli studi di Roma La Sapienza; ma il suo obiettivo era quello di portare l’Italia nello spazio e, grazie alla collaborazione della NASA ed al sostegno politico del governo italiano, nel 1961 venne avviato il Progetto San Marco, dedicato al patrono della sua Venezia.
Questo intenso lavoro ha portato poi alla cessione di alcuni lanciatori Scout statunitensi, in via di dismissione che vennero modificati da personale italiano per adattarli al lancio del nostro italianissimo Sputnik, il San Marco-1 che, come il satellite sovietico, era una sfera di 66 cm dal peso di 115 Kg.

Il resto è Storia: il 15/12/1964, alle ore 21:24 italiane, dal poligono militare di Wallops Island, personale italiano ha effettuato il lancio del nostro primo satellite artificiale.
Fu la terza nazione al mondo a realizzarne uno completamente in proprio anche se Regno Unito e Canada ci precedettero ma lanciando satelliti costruiti negli Stati Uniti.

Successivamente, utilizzando un’ex piattaforma petrolifera ceduta dall’allora Presidente dell’ENI Enrico Mattei, la Santa Rita, ed un’ex nave pontile militare americana, che venne ribattezzata San Marco, venne impiantato il primo Centro Spaziale italiano. Era il 1966

Luigi Broglio (1911-2001)

Il satellite San Marco-1. Credito: ESA

La prima piattaforma di lancio equatoriale al mondo

Il Centro spaziale Luigi Broglio, così è stato ribattezzato nel 2001, è uno spazioporto sull'acqua situato nell'Oceano Indiano, vicino alla città di Malindi in Kenya. Comprende due piattaforme: la San Marco e  la Santa Rita (rispettivamente sito di lancio e centro di controllo della missione), nonché due navi di supporto logistico. Il 26 aprile 1967 dal sito fu lanciato un razzo Scout B che mandò in orbita il satellite San Marco-2 . L'ultimo lancio dal nostro centro spaziale ebbe luogo nel marzo 1988.
Per la sua posizione equatoriale, è particolarmente vantaggiosa per i lanci orbitali a basso dispendio di energia, un primato tuttora imbattuto per una struttura permanente.

Il lancio del San Marco-2 dalla Piattaforma San Marco. Era il 26/4/1967. Credito ESA

La decisione del Governo italiano

Alla fine del 2023, il Ministro italiano dell’Industria Adolfo Urso ha proposto di riprendere i lanci di razzi dal sito di San Marco. Secondo quanto riportato dai media, potrebbe essere la sede ideale per i lanciatori Vega prodotti dall'azienda italiana Avio. In questo modo l’Italia non dovrebbe pagare la Francia per l’utilizzo del suo spazioporto di Kourou nella Guyana francese, da dove viene attualmente lanciata una delle modifiche del razzo, Vega-C.
Nell'ottobre di quest'anno, Urso ha confermato l'intenzione del paese di tornare a lavorare presso l'Indian Ocean Space Center. "L'idea è quella di assegnare uno scopo nuovo e più ambizioso a questo sito e utilizzarlo per lanciare microsatelliti in orbita bassa per il telerilevamento della Terra, in particolare per osservare i fenomeni legati al cambiamento climatico", ha osservato il ministro, sottolineando che il centro servirà, tra l'altro, alla formazione del personale del settore spaziale del Kenya. Si prevede che i lanci riprenderanno nei prossimi anni con la collaborazione dei governi di Italia e Kenya. L'iniziativa rientrerà in un programma italiano volto a sostenere i Paesi africani con investimenti.

Dal 2017 il Kenya ha istituito un’agenzia spaziale nazionale, responsabile dello sviluppo e della regolamentazione delle attività correlate nel Paese. Nel novembre 2021, il governo ha iniziato a lavorare sul Kenya Space Act 2024. Il documento conferisce all'Agenzia spaziale del Kenya il diritto di creare, approvare o affittare spazioporti sul territorio dello stato. La sua revisione è in corso e sarà presto sottoposta all'esame del Procuratore Generale del Kenya e dell'Assemblea Nazionale.
In precedenza la nazione africana, su iniziativa del Pentagono, aveva pianificato di costruire una propria piattaforma navale per lanci spaziali negli Stati Uniti. Il sito è stato realizzato dalla startup The Spaceport Company, che trasformerà una nave militare americana dismessa.

La piattaforma di lancio "San Marco". Credito: ESA

Quella volta che De Gaulle ci rimase male…

Concludiamo con una nota di colore.
Durante una visita di Stato in Francia dell’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Italiano, Amintore Fanfani, il Presidente della Repubblica Francese, Charles De Gaulle, annunciò con orgoglio al collega italiano che la Francia, nel novembre del 1965 avrebbe lanciato il suo primo satellite: l’Asterix-1.
Il nostro Fanfani non si scompose e rispose, serafico ed, immaginiamo, con un lieve sorrisetto sotto i baffi, che l’Italia l’aveva già fatto quasi un’anno prima.
Grande fu lo stupore del Presidente De Gaulle che, raccontano i testimoni, si precipitò a telefonare al Ministro della ricerca scientifica per chiedere conferma.
L’Asterix-1 venne lanciato il 26/11/1965 con un lanciatore di fabbricazione francese, il Diamant da una base nell’allora territorio d’oltremare di Hammaguir in Algeria. Da questo punto di vista il primato ci fu: divenne la terza nazione al mondo a lanciare un satellite costruito in proprio da una base situata nell’(all’epoca) territorio nazionale, con un lanciatore di propria produzione.
Alla ripresa dei lanci dal Centro Spaziale Luigi Broglio, la storia della rivalità cosmica Italo Francese è destinata a riaccendersi…

ARTICOLO PUBBLICATO SULLA PAGINA FACEBOOK "LE STORIE DI KOSMONAUTIKA" IL 28/11/2024
Pubblicato su passioneastronomia.it il 28/11/2024

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