Ci sono molti nomi di avventurieri coraggiosi che hanno tentato instancabilmente di espandere i confini del nostro mondo, e certamente uno degli ambienti pi ardui in cui esplorare  stato l'artico. Le avversioni climatiche hanno messo a dura prova tutti coloro che hanno cercato e stanno cercando di scoprire questo luogo ai confini dell'emisfero, tanto che molti viaggi, purtroppo, si sono conclusi prematuramente.

La prima volta che la costa delle Isole Svalbard fu avvistata fu nel 1596 dall' olandese Willem Barents, da l svariati avventurieri si spinsero sempre pi a nord via terra; ma la prima volta che il Polo Nord fu sorvolato fu nel 1926 con il dirigibile Norge e fu proprio l'italiano Umberto Nobile a condurre la spedizione, assieme a Roald Amundsen e Lincoln Ellsworth.


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Siamo alla fine del secondo secolo dopo Cristo. In Occidente, a Marco Aurelio, l'imperatore filosofo,  appena succeduto Commodo, famoso in quanto nemico giurato di Russell Crowe ne Il gladiatore. Dall'altra parte del mondo, in Cina, la dinastia Han crolla di fronte al tradimento della burocrazia di palazzo e alla rivolta dei Turbanti Gialli. Il tiranno Dong Zhuo occupa la capitale imperiale, instaurando un regno del terrore al quale si oppongono nobili, signori della guerra e avventurieri, ciascuno nel tentativo di imporre il proprio ordine a un impero ormai precipitato nel caos. Ecco a voi Total War: Three Kingdoms, la nuova grande epica targata Creative Assembly, fatta di guerra totale e bizzarri nomi cinesi. Un titolo lungamente atteso, e gi rimandato due volte, che segna il ritorno della casa britannica alle radici: non solo la storia, ma proprio quella storia dell'Asia orientale che ha lanciato la saga verso l'Olimpo della strategia videoludica, ai tempi del primo Shogun: Total War.


Three Kingdoms, durante il suo sviluppo, si  trovato in mezzo al fuoco incrociato degli appassionati di Warhammer, in genere scettici nei confronti di un nuovo prodotto a sfondo storico, e lo zoccolo duro dei vecchi giocatori, certo non soddisfatti dallo spuntino un po' scialbo offerto da Thrones of Britannia. Io sto con la serie dal principio, dall'epoca in cui i giochi si compravano in negozio o, addirittura, per chi come me abitava in provincia, si ordinavano per corrispondenza dopo aver convinto i genitori a mettere mano al portafoglio, magari facendo leva su un bel voto in matematica. Devo ammettere, quindi che giocare a Three Kingdoms ha spalancato il vecchio armadio dell'amarcord, un po' come il famoso dolcetto di Proust. D'altra parte, sono anche un convinto fan del Warhammer di Creative Assembly, che considero uno dei migliori strategici della storia e, senza dubbio, il miglior Total War sulla piazza. Sar riuscito Three Kingdoms a detronizzare il campione in carica? Ecco, ve lo dico subito: no. Ci non toglie, per, che sia un titolo eccellente, ed eccellente in un senso piuttosto peculiare rispetto alla norma della serie. Scendiamo nel dettaglio, allora, partendo magari dall'ambientazione.


L'atmosfera di fondo, come vi dicevo,  molto simile a quella di Shogun: si tratta, in buona sostanza, di una guerra civile tesa alla riunificazione di un impero. Certo, fra l'epoca dei Tre Regni e il periodo Sengoku ci sono di mezzo pi di dodici secoli, ma l'impressione di combattere sullo sfondo di una nazione in fiamme  identica, ed  molto diversa dalle campagne di conquista ai confini del mondo di un Rome II.


\nSiamo alla fine del secondo secolo dopo Cristo. In Occidente, a Marco Aurelio, l'imperatore filosofo, \u00e8 appena succeduto Commodo, famoso in quanto nemico giurato di Russell Crowe ne Il gladiatore. Dall'altra parte del mondo, in Cina, la dinastia Han crolla di fronte al tradimento della burocrazia di palazzo e alla rivolta dei Turbanti Gialli. Il tiranno Dong Zhuo occupa la capitale imperiale, instaurando un regno del terrore al quale si oppongono nobili, signori della guerra e avventurieri, ciascuno nel tentativo di imporre il proprio ordine a un impero ormai precipitato nel caos. Ecco a voi Total War: Three Kingdoms, la nuova grande epica targata Creative Assembly, fatta di guerra totale e bizzarri nomi cinesi. Un titolo lungamente atteso, e gi\u00e0 rimandato due volte, che segna il ritorno della casa britannica alle radici: non solo la storia, ma proprio quella storia dell'Asia orientale che ha lanciato la saga verso l'Olimpo della strategia videoludica, ai tempi del primo Shogun: Total War.

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\nThree Kingdoms, durante il suo sviluppo, si \u00e8 trovato in mezzo al fuoco incrociato degli appassionati di Warhammer, in genere scettici nei confronti di un nuovo prodotto a sfondo storico, e lo zoccolo duro dei vecchi giocatori, certo non soddisfatti dallo spuntino un po' scialbo offerto da Thrones of Britannia. Io sto con la serie dal principio, dall'epoca in cui i giochi si compravano in negozio o, addirittura, per chi come me abitava in provincia, si ordinavano per corrispondenza dopo aver convinto i genitori a mettere mano al portafoglio, magari facendo leva su un bel voto in matematica. Devo ammettere, quindi che giocare a Three Kingdoms ha spalancato il vecchio armadio dell'amarcord, un po' come il famoso dolcetto di Proust. D'altra parte, sono anche un convinto fan del Warhammer di Creative Assembly, che considero uno dei migliori strategici della storia e, senza dubbio, il miglior Total War sulla piazza. Sar\u00e0 riuscito Three Kingdoms a detronizzare il campione in carica? Ecco, ve lo dico subito: no. Ci\u00f2 non toglie, per\u00f2, che sia un titolo eccellente, ed eccellente in un senso piuttosto peculiare rispetto alla norma della serie. Scendiamo nel dettaglio, allora, partendo magari dall'ambientazione.

Ma le glorie di Verdi, in quel periodo epicodella vita italiana, furono molte al di fuori delletre che ho tentato di illustrare. Dal 1849 al 1859Verdi scrisse dieci opere, compreso l'Aroldo, chenon  che lo Stiffelio riformato su nuovo libretto.E nelle dieci opere figurano quei quattro capolavoriormai consacrati alla storia immortale dell'arte dall'entusiasmopopolare di tutto il mondo: Rigoletto,Trovatore, Traviata e Ballo in Maschera. be457b7860

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