Luca Paguro è un giovanissimo mostro marino che non è mai uscito dall’acqua, disincentivato dai genitori che lo mettono in guardia sui perfidi umani. Un giorno però incontra Alberto Scorfano, una creatura come lui che invece sulla terra ci vive. I mostri, infatti, una volta fuori dall’acqua prendono le sembianze di persone in carne e ossa. Uniti dalla loro nuova amicizia e da una passione in comune, la Vespa, i due decidono di spingersi fino alla città più vicina per vedere se riescono a trovarne una con cui scappare insieme, lontano.
Luca vuole scoprire cosa ci sia al di là del mondo che i genitori gli hanno presentato come l’unico esistente e per questo si affida a un amico, Alberto. Il nuovo però porta con sé tante e diverse paure, in primis quelle di non farcela. “Silenzio Bruno” è il metodo con cui Alberto insegna a Luca a zittire la vocina interiore che gli dice che non ce la farà, innescando meccanismi di autosabotaggio. Dal canto suo Luca riempie con la sua presenza la vita di Alberto, che maschera con un atteggiamento da spavaldo “Lucignolo”, il vuoto che ha dentro.
Luca è un bambino curioso che non si accontenta del suo mondo e vuole conoscere cosa lo circonda, nonostante i rischi che questo comporta. Diversità e conoscenza in “Luca” assumono un duplice significato: Luca e Alberto, infatti, sono due creature marine a cui gli umani danno la caccia, temendoli in quanto sconosciuti. La storia del film, in tal senso, mette un accento anche su un più ampio discorso di accettazione e accoglienza, sempre attuale e importante.
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