Parlami di te di Alessandra Verace
Avevo un vecchio amico, era il migliore.
Affidabile, sincero, umile, aperto mentalmente... insomma, il mio amico ideale.
Non sorrideva quasi mai, ma mi faceva ridere. Per qualsiasi cosa lui facesse io ridevo. Era buffo. Era strano.
Non esistono sue fotografie al mondo, se non quelle della sua nascita. Odiava la sua immagine su di uno schermo.
Camminava in modo bizzarro...la sua postura poi, assolutamente stravagante!
Delle volte pensavo di essere pazza, pensavo che lui fosse frutto della mia immaginazione. Era assurdo per me che un ragazzo così monotono avesse tante qualità, che avesse scelto proprio me come migliore amica.
Parlavamo sempre, di qualsiasi cosa, o almeno così credevo.
Non mi dimostrava affetto con le parole, apriva la bocca solo per parlare delle sue metafore e filosofie, o per dire qualcosa che sapeva mi avrebbe fatta ridere. Il nostro modo di volerci bene era scambiarci canzoni, immagini o note vocali strambe. A me stava bene così.
Eravamo sempre più amici e un po' alla volta cominciò a dirmi persino che mi voleva bene, ogni tanto. Mi sentivo come una mamma che assiste alle prime parole del figlio. Cominciò a dirmi che per lui ero importante. Io lo sapevo ancor prima che me lo dicesse, ma del resto sapevo ben poco di lui. Ero curiosa.
Cominciai a fare domande. Le sue risposte erano sempre molto vaghe, ma ci avevo fatto l'abitudine.
Man mano che la nostra amicizia andava avanti diventavo sempre più gelosa di lui e delle compagnie che frequentava e che mi teneva nascoste.
Diventai possessiva. Arrivai ad un punto in cui le sue risposte vaghe non mi bastavano e non mi accontentavo. Volevo sapere tutto di lui.
Erano mesi che eravamo amici, pensai che fosse arrivato il momento di scambiarci segreti, così gli feci una richiesta che non avevo mai osato fare prima: " Leo, parlami di te".
Non l'avessi mai fatto! Adesso non sarei qui a parlare di lui come di un vecchio amico.
Dopo tanti giri di parole e i suoi tentativi di cambiare discorso, mi rivelò il suo più grande segreto.